Una mattina, Tom andò a lavoro più svogliato del solito. Prese il suo caffè e si diresse lentamente verso l'atrio del suo palazzo, con un passo pesante e stanco. Varcò la porta girevole e distolse la sua attenzione focalizzata sul fumo caldo che usciva dal bicchiere che aveva tra le mani per concentrarsi sulla calca di persone di fronte a lui.
Sdraiata sul pavimento, una donna perdeva sangue. Vorrei dire che il suo primo pensiero fu "povera donna", ma in realtà, pensò: "chi pulirà?".
La guardava, non tanto perché gli interessava, era solo curioso e predisposto a far tardi a lavoro.
Le persone che gli stavano addosso, la girarono e lei emise un grido di dolore che lasciò tutti senza fiato, anche Tom. Il sangue le sgorgava dall'addome. Cercava di far pressione sulla ferita, ma le sue mani erano troppo piccole e nessuno avrebbe messo i palmi su quel buco di proiettile.
La ragazza sapeva che sarebbe morta lì, con tutti quegli occhi puntati addosso.
Voleva perdersi in qualche figura, per morire più serenamente forse, così cominciò a guardare; a scrutare. Una donna in preda al panico, non era il massimo della scelta. Un uomo al telefono, non l'allettava e poi incontrò Tom, e Tom incontrò Rosie, poi più nulla.
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La Vagamondo
Short StoryFaceva male; più la guardava e più faceva male. Non credeva possibile questo dolore, un dolore così forte da lacerarlo dall'interno. Come aveva potuto lasciarla andare? Come? Si domandava.