Parte 8

156 23 4
                                    

                       

Una sera, Tom non aveva la sua solita accompagnatrice. Bussò alla porta di Rosie per chiederle se le andava di unirsi a lui per un film. 

Si sedettero sul comodo divano in pelle, uno di fianco all'altro. <<Che vuoi vedere?>> le domandò, <<Io non ho mai guardato un film>>. 

Tom l'osservò e si ricordò quanto i loro mondi erano sempre stati distanti. 

<<O aspetta>> disse euforica, toccandogli il braccio per catturare al meglio la sua attenzione. Incrociò le gambe sul divano e si avvicinò leggermente. <<Quando ero piccola, passavo sempre davanti ad un negozio di elettronica>> fece una piccola pausa guardando il soffitto con una leggera e buffa smorfia dipinta sul volto, come a scavare tra i ricordi, <<Blu electro, si chiamava>>; 

ancora la sua mano sul braccio di Tom;  

<<e davano sempre un film, di una donna che perdeva la sua scarpetta di cristallo>> <<Cenerentola>> sorrise Tom, <<penso di si; lo metteresti?>> gli domandò; 

ancora quel tocco; 

<<sai che è un cartone?>> rispose divertito, <<è quindi?>>. 

Quando Rosie lasciò la presa, Tom si guardò il braccio dove prima si era posata quella leggera e delicata mano e ne sentì la mancanza; ma non lo ammise a se stesso. 

Mise il cartone sulla sua tv da 82 pollici. 

Per lui era incredibile come la vicinanza di Rosie lo cambiasse. A venticinque anni stava guardando un cartone animato solo per far felice un'altra persona. Non l'aveva fatto per sua nipote, la figlia di sua sorella, ed ora lo stava facendo per una donna che lo attraeva fino ai limiti della sopportazione ma che non poteva toccare, perché lei era Rosie e non sarebbe stato giusto usarla come faceva con tutte le altre.

Incredibile, oltre a guardare un cartone animato si rese conto per la priva volta, che anche se avesse voluto, non avrebbe potuto toccare quella donna per lo stesso motivo per il quale, lei; il primo giorno che si incontrarono; le diede il suo panino: perché così era giusto.

Durante tutta la durata del film, Tom si concentrò su Rosie. Lei aveva appoggiato la testa al petto di Tom per stare più comoda, perché Rosie, oltre ad essere buona e sincera, era anche innocente. Non percepiva l'attrazione che Tom provava nei suoi confronti; eppure ne aveva vista di attrazione per il suo corpo, e vi si era sempre tenuta alla larga, ma con Tom si sentiva al sicuro.

Finì il film e Rosie si rimise seduta, con un'aria diversa da quella che si aspettava Tom, <<ti è piaciuto?>> le domandò, <<no>> disse. 

Gli occhi dei ragazzi si incontrarono e si presero per diversi secondi. <<Non è vera come storia>> disse Rosie, <<é un cartone Rose>> <<non capisci>> gli sorrise, <<so che i topi non possono parlare, e che le zucche non si trasformano in carrozze>>. Gli posò di nuovo la mano sul braccio per farsi sentire meglio, <<ma non è veritiera>> <<come potrebbe esserlo?>> domandò Tom. 

Rosie stava per ritirare di nuovo la mano, ma questa volta, Tom, per non sentirne la mancanza, non glielo permise. La prese nella sua tenendola stretta. 

"Un'altra cosa che non avrei mai fatto" pensò.

<<Non è mai stato "felici e contenti", ma "felici nonostante tutto">> disse Rosie sorridendo.

La VagamondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora