Rosie doveva lavarsi. Ne sentiva l'imminente bisogno. Non ne poteva più di rimanere con gli stessi vestiti e con l'odore di sangue addosso.
Andò verso il lussuoso bagno rivestito di marmo e aprì l'acqua. <<Che fai?>> chiese Tom affacciandosi dallo stipite della porta. <<Voglio lavarmi>> disse sorridendo, <<non puoi. Non con la ferita>>. Rosie si guardò il costato. <<Ci sono dei cerotti impermeabili, me li prenderesti per favore?>>.
Tom tornò dopo poco con due cerotti lunghi 30 cm tra le mani. Li adagiò sul lavandino e fece per uscire ma la voce di Rosie lo bloccò: <<mi aiuteresti? Almeno a levarmi la camicia da notte?>>.
Tom entrò nel bagno e chiuse la porta alle sue spalle. Si inginocchiò a terra per stare alla stessa altezza di Rosie sulla sedia a rotelle. Le afferrò i lembi della vestaglia. Nel farlo, le sue dita le sfiorarono le gambe nude. Sentì il suo cuore battere forte per quel tocco.
Rosie alzò le braccia e Tom le sfilò l'indumento.
La sua pelle bianca come il latte era cosparsa di leggere lentiggini che divenivano più evidenti sul petto. Si soffermò più del dovuto a guardarle il seno. L'areola rosa era piccola intorno al capezzolo ben pronunciato. La pelle sembrava così morbida, ma poté solo intuirlo.
Tom era abituato a ben altro: grosse e dure mammelle di silicone; ma quel seno acerbo, proporzionato per quello splendido corpo, lo attraeva, forse poteva bastargli.
Abbassò lo sguardo a lungo trattenuto sul corpo di Rosie.
Le passò un braccio sotto le gambe e l'altro dietro la schiena e la tirò a se, tenendola vicina al petto.
La mano destra, le lambiva parte del seno sinistro, ma non poteva spostarla, o forse; più semplicemente; non voleva.
Rosie lo guardò, si sentiva bene in braccio all'uomo, anche se completamente nuda. La sua nudità non era mai stato un problema; in fondo, per strada, molti avevano osservato quel corpo, molti l'aveva preso, alcuni con gentilezza, altri con forza; così lasciò che Tom la guardasse.
Da quella prospettiva Rosie poteva osservare in tutta la sua bellezza l'uomo che la teneva in braccio. Si concentrò sulla mascella squadrata e sul pomo di Adamo, che adorava guardare mentre parlava o deglutiva. Le clavicole sporgenti le fecero venir voglia di passarci le dite, o di poggiarci le labbra, per farlo rabbrividire.
Si accostò maggiormente al petto di Tom, in modo che il suo seno destro fosse a diretto contatto con la maglia ruvida. Alzò leggermente il mento per perdersi nell'odore dell'uomo.
Il respiro di Tom si era fatto più veloce e pesante; lui vorrebbe dire che fu per lo sforzo fisico nel tenere Rosie; ma sappiamo che quel corpo era troppo esile e magro per provocargli l'affanno.
Tom adagiò la ragazza nella vasca e prima di aprire l'acqua le cambiò le bende che portava con i cerotti impermeabili.
Le passo l'acqua tiepida sulla testa bagnandole i capelli tanto lunghi da toccare la ceramica bianca della vasca.
Le lavò via il sangue secco dal costato e dalla gamba destra.
La pulì con cura.
Nel suo tocco; al contrario di quanto si aspettasse o di quanto riferì la sera stessa ad un gruppo di amici, davanti una birra; non c'era desiderio; o meglio; riusciva a controllarlo. Lui era lì per aiutare.
Ancora una cosa che Tom non aveva mai fatto, ma che stava facendo per Rosie. Non aveva mai lavato una donna, o meglio, di certo l'aveva fatto, ma concentrandosi su altre zone del corpo per poi finire in un letto e fare sesso, ma per Rosie era diverso; lui era diverso.
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La Vagamondo
Short StoryFaceva male; più la guardava e più faceva male. Non credeva possibile questo dolore, un dolore così forte da lacerarlo dall'interno. Come aveva potuto lasciarla andare? Come? Si domandava.