3.

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Presente.

Le parole di Normani continuavano a rimbombarmi in testa.

No, non avevo saputo nulla.

Lauren era tornata a Miami da un solo giorno e non mi era sembrato così insolito che non avessi avuto sue notizie in questo breve arco di tempo.

Ally e Dinah erano tornate a casa e dovevano avermi trovata a fissare il vuoto, incapace di capire cosa stesse davvero succedendo.

L'unica cosa che avvertivo era il braccio di Ally stretto attorno alle mie spalle e la voce di Dinah al telefono con Normani.

"Stai bene, Mila?" Chiese Ally.

Volevo poter dire che mi trovavo in un totale stato di shock da non riuscire ad articolare le parole, ma non era la verità. Fui sorpresa di trovarmi in uno stato ambiguo in cui riuscivo perfettamente a capire cosa le mie coinquiline stessero dicendo, ma mi trovassi in una totale condizione di apatia da non voler rispondere al momento.

"No che non sta bene, Ally... la sua ragazza è appena morta!" Cercò di sussurrare Dinah, ma il suo tono di voce era più simile ad un urlo sussurrato.

Ally scrollò le spalle per un momento.

"Non stavano nemmeno insieme."

Dinah stava per replicare un'altra volta, ma rivolsi ad entrambe un sorriso appena accennato, come a voler dire che avevo udito l'intera conversazione e non mi stavo sgretolando tra le loro dita.

"Dov'è lei?" Chiesi a Dinah cercando di scrollarmi dalla lingua quella pesantezza che impediva alle mie parole di uscire chiaramente.

La polinesiana sospirò.

"È ancora in un ospedale di Miami, era già arrivata in città quando l'incidente è successo."

"Posso vederla?" Chiesi annuendo meccanicamente alle sue parole.

"No, non al momento... ma Normani mi ha detto che è riuscita a parlare con la madre di Lauren, terranno una sorta di veglia a casa loro e potrai vederla prima del funerale."

Deglutii e mossi il capo in un cenno affermativo ancora una volta.

"Voglio andare a Miami."

Ally mi accarezzò un braccio alzandosi in piedi e posizionandosi di fronte a me.

"Non adesso Mila, non possiamo lasciarti guidare in questo stato o prendere un aereo durante la notte."

"Sto bene." Tentai di replicare, ma vidi Dinah scuotere la testa con la coda dell'occhio.

"No, non stai affatto bene e non esiste che tu vada a Miami proprio adesso."

Mi arresi praticamente subito, non ci sarebbe stato comunque verso di convincerle, così asserii e mi passai una mano sugli occhi.

Dinah mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio delicato e sicuro al tempo stesso.

"Mi dispiace Mila, mi dispiace così tanto."

Non mi mossi tra le sue braccia, non riuscivo a piangere e non capivo che genere di reazione stessi avendo.

Mi sentivo soffocare in quell'appartamento ma riuscivo a respirare perfettamente. Era una sensazione strana, quasi impossibile da descrivere chiaramente.

Restammo in silenzio per diversi minuti, poi Dinah parlò di nuovo.

"Che cos'era comunque quello che c'era tra voi?"

"Dinah!" Esclamò Ally il tono velato da un ammonimento.

Abbozzai un altro sorriso e mi strinsi nelle spalle.

"Non lo so... ci piaceva passare del tempo insieme e uscire e stare l'una alla presenza dell'altra."

"Quindi vi frequentavate?"

"Non esattamente, ma c'era indubbiamente qualcosa tra di noi."

"Ti piaceva?"

Prima che potessi rispondere alla domanda, Ally s'intromise nella conversazione.

"Potreste smetterla voi due? Mi da assolutamente i brividi parlare con così tanta naturalezza di una ragazza che è appena morta."

Dinah le lanciò un'occhiata confusa.

"Parlare di lei o no non servirà a riportarla in vita, Ally; e comunque non sei obbligata ad ascoltare."

"Vorrei solo evitare che Camila abbia un crollo nervoso da un momento all'altro." Replicò Ally.

"L'unica che sta avendo un crollo nervoso in questo momento sei tu."

Era il loro modo di affrontare la cosa, riuscivo a capirlo.

Dinah odiava restare in silenzio e per Ally era spesso invece fonte di comprensione.

Per me, in quei minuti, nulla faceva la differenza... sentivo un incolmabile vuoto all'altezza dei polmoni che mi lasciava appena lo spazio per respirare.

Così la mia richiesta le prese alla sprovvista e fece cessare i loro battibecchi.

"Potreste accompagnarmi al suo dormitorio?"

The opposite of death. [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora