7.

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7.

Presente.

5:30 a.m.

Lo schermo del cellulare s'illuminò e la luce colpì le mie palpebre ancora chiuse.

Emisi un grugnito a causa del risveglio inaspettato; avevo ancora la bocca impastata di alcool e potevo sentire il principio di un mal di testa martellarmi le tempie.

Un altra vibrazione e sospirai gettando la testa all'indietro, prima di allungare una mano per recuperare il dispositivo.

Sbloccai lo schermo e, ironico a dirsi, nello sfondo c'era una foto di me e Lauren, ricordavo perfettamente il momento in cui era stata scattata.


Passato.

"Continuo a pensare che dovrebbe starti lontano."

"Cos'è? Sei gelosa?" domandai con un ghigno.

Lauren scrollò le spalle con finta indifferenza.

"Non mi sembra...ecco, adatto a te."

"Adatto a me?" inarcai un sopracciglio. "E chi sarebbe allora una persona adatta a me?" chiesi con tono provocativo avvicinandomi a lei di qualche centimetro.

"Non lo so," abbozzò un sorriso "magari è più vicina di quanto pensi."

"Oh davvero?"

Annuì con un lieve cenno del capo.

"Davvero." asserì afferrandomi per i fianchi e tirandomi sopra di lei.

Finimmo distese lungo il prato fresco e umido in un groviglio di risate e braccia e vestiti.

Quando la nostra corsa si arrestò ci ritrovammo con gli occhi fissi l'una sull'altra e le labbra a pochi centimetri di distanza.


Presente.

Sapevo cosa intendeva con quella sorta di ammissione, ma non riuscii a fare a meno di pensare che non aveva avuto il coraggio di dirlo.

Era spaventata di come avrei potuto reagire? Di cosa avrei potuto rispondere? Non era lei stessa pronta ad ammettere una cosa simile?

Era ancora più strano pensare che ormai riflettere su tutte quelle cose non aveva importanza, perché nulla sarebbe stato come prima e nessuno avrebbe potuto dare una risposta certa alla mia domanda.

La notifica di un nuovo messaggio da un numero che non avevo nella mia rubrica recitava:

"Ehi Camila... non so se ti ricordi di me e mi dispiace disturbarti a quest'ora, ma avrei un urgente favore da chiederti. Chiamami appena puoi. Lucy."

Le mie labbra si piegarono in un sorriso sarcastico, perché ovviamente... chi altri se non Lucy Vives in persona avrebbe potuto cercarmi in un momento del genere?

- - -

Composi il numero e la richiamai all'istante. Sapevo che sarebbe stata sveglia.

"Pronto?" rispose al secondo squillo.

"Uh ciao... sono Camila." risposi con voce bassa.

"Camila... non mi aspettavo richiamassi così presto." la sua voce suonava stanca e provata e quando la sentii tirare su con il naso capii che aveva pianto.

Pregai che avesse smesso perché non ero sicura di sapere cosa dire se fosse scoppiata a piangere mentre eravamo al telefono.

"Il tuo messaggio mi ha svegliata, ho pensato che anche tu potessi essere sveglia." risposi.

"Oh, mi dispiace, non era mia intenzione." si scusò e riuscii a percepire la sincerità nella sua voce anche se non potevo vederla.

Scrollai le spalle.

"Non fa nulla, avevo comunque intenzione di svegliarmi presto per andare a fare una corsa."

Era stato un suggerimento di Ally a dire il vero, non appena ero tornata da Miami con gli occhi gonfi ed ero scoppiata a piangere tra le sue braccia.

La mia amica aveva semplicemente pensato che potesse farmi bene avere qualcosa da fare per scaricare la tensione accumulata nei giorni precedenti.

Restammo in silenzio per diversi minuti, poi sospirai e decisi di prendere in mano le redini della conversazione.

"Di cosa avevi bisogno?"

"Tu sei tornata al campus a Yale, non è vero?"

"Non vivo esattamente dentro il campus, ma sono qui, sì."

"Hai ancora accesso al dormitorio di Lauren?"

Aggrottai la fronte, ma risposi ugualmente.

"Sì, potrei... perché?"

"I suoi genitori verranno a Yale per il memoriale in suo onore la settimana prossima, forse arriveranno prima e probabilmente vorranno svuotare la sua stanza, nella libreria addossata al muro, terzo scaffale a partire dall'alto, c'è il suo diario... vorrei che lo prendessi prima che lo trovi la sua famiglia."

"Perché non puoi semplicemente chiederlo ad Alexa? Voi due siete amiche." chiesi confusa.

Ci fu un secondo di pausa dall'altro capo del telefono, poi la voce di Lucy riprese a parlare.

"Perché lo leggerebbe, o peggio, lo darebbe a me."

"Per quale motivo la sua famiglia non dovrebbe trovarlo?"

Lucy sospirò.

"Loro... fidati Camila, so che Lauren non avrebbe voluto, per favore non lasciarlo lì."

"Come puoi avere la certezza che io non lo legga?"

Altra pausa.

"Non posso averla, ma so che saresti l'unica di cui mi fiderei se dovessi leggerlo."

"Senti..." iniziai, ma lei m'interruppe all'istante.

"No, ascolta Camila, posso capire che tu non voglia farlo, ma ho bisogno di saperlo così posso trovare un altro modo per recuperarlo e ho bisogno di saperlo adesso."

Mi massaggiai la radice del naso pensierosa e annuii tra me e me.

"D'accordo, lo farò."

"Grazie... e scusami davvero per l'ora, non ci ho proprio pensato."

"Non importa, sul serio."

Ci fu un'altra pausa e sperai davvero che fosse l'ultima prima della fine della chiamata.

"Allora uh... allora mandami un messaggio quando lo avrai preso, è tutto ciò che ho bisogno di sapere."

"Va bene, farò il prima possibile."

"Buonanotte, Camila."

Non ebbi il tempo di rispondere perché Lucy staccò la chiamata.





The opposite of death. [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora