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La veglia a casa di Lauren non durò a lungo, ma quando sentii l'insopportabile e soffocante pesantezza della stanza attorno a me, sgattaiolai silenziosamente su per le scale fino in camera di Lauren.

Non l'avevo mai vista e mi ritrovai in un altro ambiente estraneo, in una casa estranea, ma almeno lì dentro la sua presenza era ancora pregnante.

C'erano vecchie foto della squadra di softball del liceo e vecchi trofei, libri e quaderni ancora un po' alla rinfusa.

Chiusi gli occhi dopo essermi seduta sul letto e presi uno, due, respiri profondi.

Era chiaro che in quella situazione io mi sentissi di troppo. Nessuno aveva detto una parola o azzardato uno sguardo troppo audace, ma era chiaro che ognuno di loro si chiedesse cosa mi portava lì, cos'era che mi legava a Lauren.

- - -

Quella sera finii per ubriacarmi, ero anche tornata a casa ma non ero rimasta a lungo, ne avevo abbastanza di sentirmi intrappolata da quattro mura silenziose.

Non ero mai stata il tipo di ragazza da utilizzare l'alcool come rimedio ai miei problemi, ma i miei problemi non erano mai stati dei sentimenti confusi per una ragazza morta; quindi avevo deciso che almeno per quella volta poteva andare bene.

Con me c'era Marielle e, nonostante apprezzassi i continui tentativi di tirarmi su il morale indicandomi un ragazzo e ancora un altro sulla pista da ballo, la cosa non migliorava il mio umore nemmeno un po'.

Non avevo bevuto abbastanza da tenere lontani certi pensieri, ma abbastanza da vomitare tutto ciò che avevo ingerito nelle ultime 24 ore.

"Mila? Come ti senti?" Chiese Marielle bussando alla porta del bagno in cui mi ero rinchiusa.

Emisi un lamento strozzato prima di riaprire la porta.

La ignorai e mi diressi verso il lavandino per sciacquarmi il viso e la bocca.

"Camila?" Mi posò una mano sulla spalla.

"Cosa?" Sbottai senza volerlo.

"Inizia a spaventarmi questo tuo essere apatica."

"Oh, mi dispiace tanto che io non possa essere l'anima della festa stasera."Replicai con sarcasmo.

Marielle scosse la testa.

"Non ti ho chiesto di esserlo. Vuoi andare a casa e piangere? Puoi farlo. Vuoi venire qui e ubriacarti per dimenticare tutto? Puoi farlo. Vuoi andare per la strada ad urlare quanto ti manchi quella ragazza? Puoi farlo. Ma per l'amor di Dio abbi una qualche reazione!"

La osservai confusa per qualche secondo, poi sospirai.

Quindi era davvero quello a spaventare le persone... il fatto che tu potessi non avere una qualche reazione consona all'accaduto.

Non ero la ragazza di Lauren, quindi era giustificabile che io potessi spassarmela in qualche altro modo.

Non ero nemmeno una sconosciuta per lei, quindi era comprensibile che venissi sommersa dal dolore.

Ma cosa succede quando sei nel mezzo di entrambe le cose? Cosa succede quando sei parte della vita di qualcuno, ma nessun altro al di fuori di voi due riesce a capire cosa davvero ci sia tra voi?

Scossi la testa con forza, come a volermi liberare da quei pensieri.

"Possiamo prendere qualcos'altro da bere?" Chiesi con voce flebile.

La mia amica mi fissò in silenzio.

"Credo sia meglio che ti riaccompagni a casa, Mila. È stato abbastanza per stasera."

Se c'era una cosa che avevo imparato con certezza da quell'esperienza a Miami era stato che alle persone non piace quando non riescono a collocare ogni cosa nel posto giusto.

Ed io in quel momento non rientravo in nessuno di essi.

The opposite of death. [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora