12.

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I genitori di Lauren arrivarono quella sera ma non li incontrai, in realtà feci tutto il possibile per evitarli fino a quando mi sarebbe stato impossibile farlo, ovvero il giorno del memoriale.

Ero riuscita a scrivere molto alla fine, avevo anche dovuto tagliare alcune parti per evitare che il mio discorso fosse troppo lungo, ma non avevo usato nemmeno una delle cose che Lucy mi aveva inviato. Non si trattava di volerla escludere o salvaguardare, volevo che almeno per una volta Lauren avesse qualcosa che fosse soltanto mio.

Forse poteva sembrare un desiderio egoistico, ma non ero sicura di poterlo definire così e non ero nemmeno sicura che gli altri scorgessero quella nota che poteva apparire negativa.

Ma la cerimonia non fu sontuosa, né troppo blanda, sembrava più una grande riunione degli studenti di Yale con una nota emozionale in più.

Mi chiesi se Lauren avesse riso a guardarci tutti radunati lì, non aveva mai disdegnato le attenzioni, ma quando eravamo l'una in compagnia dell'altra tutto il resto del mondo spariva attorno a noi.

I suoi genitori in prima fila cercavano di trattenere le lacrime stringendo le spalle di Chris e Taylor poco avanti a loro.

Vidi Dinah e Ally rivolgermi in lontananza un sorriso a metà fra il dispiaciuto e rassicurante, vidi Alexa che si strofinava gli occhi, ma il mio sguardo cercava qualcun altro.

All'inizio pensai che non sarebbe venuta, ma poi scorsi i suoi lunghi capelli e la fissai mentre restava immobile con gli occhi già puntati nella mia direzione.

Per qualche strano motivo avevo bisogno che Lucy fosse lì.

Non si trattava di rivalità per una ragazza per cui entrambe avevamo dei sentimenti, si trattava di cercare una chiusura con il passato... sapevamo che ci avrebbe divorate in modo inestinguibile se avessimo fatto finta di poterlo ignorare.

Così lei era lì e io ero lì e quella strana connessione tra di noi sarebbe durata ancora per poco.

Recitai il mio pezzo e quando citai alcune conversazioni che avevamo avuto, la platea di fronte a me rise, vidi Clara e Michael abbozzare un sorriso grato e feci un cenno del capo nella loro direzione.

Mi aspettavo un senso di vuoto incolmabile quando sarei scesa da quel piccolo palco, ma non fu così.

Il senso di vuoto era lì, ma era più una sorta di liberazione da quegli ultimi giorni che tristezza assoluta.

Altri amici di Lauren fecero i loro discorsi, ma a quel punto la mia attenzione era già altrove.

Prima che potessi accorgermene, la cerimonia finì e tutti si avviarono verso l'uscita.

Notai Lucy avvicinarsi ai genitori di Lauren, la sua posa era aggraziata e composta, ma l'espressione del suo viso tradiva un certo imbarazzo nel trovarsi attorno a loro in quel momento e in quelle condizioni, esattamente come per me lo era stato a Miami nella loro casa.

Ally mi poggiò una mano sulla spalla accarezzandomi nel tentativo di confortarmi.

"È stato davvero un bel discorso, Mila... a Lauren sarebbe piaciuto." disse Dinah con un sorriso mesto.

"Già..." risposi distratta dalla figura dell'altra ragazza che si avviava verso l'uscita, non prima di aver rivolto un ultimo sguardo al podio pieno di fiori dove giaceva la bara chiusa di Lauren. 

"Scusatemi, devo andare, ci vediamo dopo a casa."

"Ma dove stai andando?" chiese Ally confusa nel vedermi allontanare a passo spedito.

Mi voltai solo per risponderle "Devo parlare con una persona, stasera cucino io, promesso."

Non ebbi il tempo di sentire la loro replica poiché rincorsi Lucy all'uscita e la bloccai poco prima che potesse varcare il cancello di Yale.

"Ehi." la salutai con voce flebile, improvvisamente insicura.

"Ehi." ricambiò lei con sguardo lievemente interrogativo.

"Io uhm... volevo ringraziarti, per la tua e-mail sai..." accennai.

Lucy abbozzò un sorriso che però non raggiunse i suoi occhi.

"Apprezzo che tu l'abbia letta, ma trovo che il tuo discorso sia stato molto più bello così com'era, Camila."

Mi osservai brevemente attorno, il sole era alto nel cielo e un lungo pomeriggio si prospettava dinanzi a noi.

"Che farai ora, Lucy?" le domandai senza preavviso.

Lei sospirò e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Prenderò un aereo per New Orleans dopo la sepoltura, torno all'università, torno...alla mia vita, o almeno è quello che spero."

Quando vide la mia espressione ancora incerta distese le labbra in un altro sorriso, questa volta più genuino ma ugualmente malinconico.

"Rimetteremo insieme i pezzi, Camila. Tu i tuoi, io i miei, i suoi genitori i loro... per alcuni sarà meno facile di altri, ma ci riusciremo, lo facciamo sempre in qualche modo."

"L'abitudine è la grande guida degli esseri umani." citai.

Lucy annuì e fece scivolare le mani all'interno delle tasche dei jeans.

"Adesso sarà meglio che vada."

"Aspetta!" la fermai prima che potesse voltarsi.

Mi guardò in silenzio, ancora una volta con sguardo interrogativo.

Ripescai il diario dall'interno del mio zaino e glielo porsi.

"Forse può aiutarti a trovare le risposte che cerchi."

"Ha aiutato te?" mi chiese di rimando.

Sospirai e annuii.

Lucy prese il diario tra le mani quasi come fosse un cristallo pronto a rompersi da un momento all'altro.

"Ci rivedremo a Miami immagino." disse lei a mo' di saluto.

"Ci rivedremo a Miami." ricambiai io.

The opposite of death. [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora