Prologo.

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Febbraio.

Eravamo in quel momento in cui non riuscivamo ad incrociare lo sguardo perché farlo sarebbe stato come ammettere troppo, e non farlo avrebbe significato ferirci in qualche modo. Ma come si può pensare davvero al futuro quando tutto ciò che desideri al momento giace lì, disteso accanto a te? Così i miei occhi si erano concentrati sui vari particolari del suo viso e i suoi vagavano indefinitamente lungo il mio corpo nudo.

Fuori la pioggia cadeva ininterrottamente e batteva contro il vetro delle finestre, creando un sottofondo piacevole all'interno della stanza.

Lauren tirò il lenzuolo dall'estremità del letto sui nostri corpi, ed io lasciai che il tessuto morbido e fresco accarezzasse la mia pelle con delicatezza.

Le dita della sua mano si sollevarono a tratteggiare i contorni del mio viso, mi sfiorava appena, ma quello ci bastava. Quando arrivò alla punta del mio naso la sentii sussurrare un "Mi mancherai quando tornerò a Miami."

Roteai gli occhi e sbuffai una risata.

"Non starai via a lungo, puoi smetterla di essere così melodrammatica." Il mio tono era scherzoso e Lauren curvò le labbra in un sorriso, ma riuscii ad intravedere nei suoi occhi una vena di malinconia.

Era vero, non sarebbe stata via a lungo. L'avrei raggiunta qualche giorno dopo a Miami, quando sarei partita per rivedere i miei genitori e la mia sorellina Sofi, sarei rimasta a dormire da lei per qualche notte e poi avrei conosciuto i suoi genitori a questo grande pranzo che, a quanto pareva, era una tradizione della famiglia Jauregui.

Quando mi ero trasferita a Yale, a New Haven, avevo perso i contatti con la maggior parte dei miei amici del liceo. Nessuno di loro mi aveva seguita in quest'avventura e per i primi giorni mi ero sentita irrimediabilmente sola... fino a quando non avevo conosciuto Dinah e Ally. Adesso dividevamo un appartamento vicino al campus.

Incontrare Lauren era stato un incidente di percorso.

La verità è che a chiunque piace ricevere delle attenzioni, specie da una ragazza stupenda quale era Lauren. Entrambe eravamo uscite da una relazione e non eravamo interessate ad intraprenderne un'altra, ma ciò non aveva messo un freno a qualunque cosa stesse succedendo tra di noi al momento.

Dinah e Ally mi avevano avvertita al riguardo, ma senza alcuna remora avevo detto loro di non preoccuparsi.

Credevo di avere il controllo della situazione.

C'era una certa pace nello svegliarsi accanto a Lauren la mattina, quando il sole stava ancora sorgendo, il suo corpo nudo era premuto contro il mio, un braccio drappeggiato attorno al mio stomaco, non in una presa possessiva ma gentile, tutto quello mi dava un senso di sicurezza.

Poi Lauren è morta a marzo.

Stavo terminando di scrivere un saggio che avrei dovuto consegnare agli inizi della settimana successiva per il corso di letteratura, quando il cellulare posato accanto a me aveva iniziato a vibrare fastidiosamente, interrompendo la quiete dei miei pensieri.

"Pronto?"

"Camila?" Chiese una voce a me sconosciuta.

"Sì? Chi parla?"

"Sono Normani... un'amica di Lauren." Riuscivo vagamente a ricordarmi di Normani in compagnia di Lauren, ma riuscii immediatamente a figurarmi il viso della ragazza in questione nella mia mente.

"Sai in quale ospedale posso trovarla?"

"Ospedale?" Domandai confusa aggrottando le sopracciglia.

Dall'altro capo del telefono ci fu silenzio per un momento, poi Normani riprese a parlare.

"Oh... tu non hai saputo?"

The opposite of death. [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora