6. Warrior

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Nel suo ufficio il direttore Vance mi squadra attentamente, con stupore e un po' di pena nei miei confronti. Questa non è la prima volta che ci incontriamo, ci siamo già visti a Tel Aviv quando Micheal è morto e Ziva si stava preparando per partire per una missione auto-distruttiva.

Qualcosa mi fa capire che lui sa, prima ancora che Gibbs apra bocca.

Improvvisamente nella stanza irrompe Aaron, con alle sue spalle la segretaria di Vance con un'espressione mortificata verso il direttore.

"Sono Aaron Ofman, Mossad." Aaron mostra il suo cartellino identificativo al direttore Vance, il quale risponde con nonchalance "Sì, so chi sei" , poi si riferisce alla segretaria "Vai pure, lui può stare."

La segretaria chiude la porta alle sue spalle e io mi volto verso di Aaron "Non avevi detto che avresti sistemato tutto?" gli dico pungente in ebraico. So che la colpa non è sua e che, anzi, grazie a lui non mi trovo in guai molto più seri, ma adoro punzecchiarlo in questo modo, perché so di dargli fastidio.

"Come al solito non me l'hai lasciato fare." Mi risponde, alludendo a tutte le volte in cui ha cercato di aiutarmi senza che io però glielo lasciassi fare.

"Signorina David" mi rimprovera Vance "Non vorrei pensare che stiate tramando alle nostre spalle, siete entrambi pregati di parlare Inglese finchè siete qui."

Vedo con la coda dell'occhio Aaron che annuisce energeticamente, come era solito fare nell'esercito. Questa cosa purtroppo gli è rimasta dal servizio prestato al nostro paese.

Mi sorprende che Orli abbia lasciato venire Aaron e non qualcun altro. È uno degli agenti più giovani con i suoi 22 anni. Subito dopo aver servito nell'esercito per i tre anni stabiliti si è arruolato nel Mossad, soddisfacendo alla perfezione tutti i requisiti richiesti. Sembra essere nato per questo lavoro.

"Gibbs, tutto quello che c'è da sapere su questa ragazza lo so già."

Poi si rivolge a me "Quel che non mi è chiaro è la faccenda che riguarda Reynolds e l'ex agente David. Come hai fatto a fidarti di lui? E perché invece non ti sei riferita ad Aaron, il quale ha dimostrato di meritare la tua fiducia?"

"Lui...lui mi sembrava molto vicino a Ziva"

"In che senso?"

"Mi ha dato da pensare che centrasse qualcosa con tutto quello che è successo, a partire dalla morte di mio nonno. Lui era una delle sue guardie del corpo, uno di cui probabilmente si fidava, così mi sono fidata anch'io quando mi ha detto che non era un buon momento per indagare."

"Ma nonostante tutto tu sei venuta in America dopo la morte di Eli. Sentivi che qualcosa non tornava?"

"Sì...Jonathan aveva il compito di proteggerlo, ma evidentemente non è stato capace di svolgerlo."

"Quindi tu pensi che la morte di Jonathan centri qualcosa con Ziva?"

"Certo, è ovvio." Esclamo, forse con un po' troppa grinta.

"Quello che voglio dire" cerco di ristabilire il tono di voce "è che qualcuno ha ucciso Jonathan, il motivo? Non si sa. Ma è sicuro che la persona che l'ha ucciso sapesse del suo collegamento con Ziva, altrimenti non mi avrebbe chiamata a lavoro fatto. Era un avvertimento. Perché era a Washington invece di essere a Tel Aviv? Da chi proveniva la soffiata che vi avvertiva di andare a casa di Jonathan? Perché non mi ha detto di Bodnar quando il suo compito era di informarmi su fatti importanti? Queste cose non le so, ma sta a voi scoprirle. A voi e al Mossad."

Il direttore Vance e Gibbs si lanciano uno sguardo d'intesa per poi cambiare argomento.

"Perché il Mossad non ti ha cercata prima? Sei minorenne e tra l'altro dovremo provvedere alla tua sistemazione, ma tuo nonno non può averti abbandonata a te stessa nonostante il tuo iniziale avvicinamento ad Hamas." Gibbs è un uomo molto curioso, troppo. Finirà per farsi ammazzare.

"Agente Gibbs, lei non può capire" commento con un sorriso tirato "Hamas non è solo un organizzazione terroristica...Hamas è la negazione del senno e di ciò che è umano. Il fatto che io mi sia avvicinata a loro è stato interpretato da mio nonno come un vero e proprio tradimento, perché io non sapevo da che parte stare, a che cultura appartenessi, a quale famiglia...e le persone così sono davvero pericolose. Ha dovuto farlo...proprio come quando ha lasciato Ziva in Somalia. Le sue responsabilità erano troppo grandi, doveva proteggere un paese intero costantemente sotto minaccia. Non poteva permettersi una falla nel sistema o ne avrebbe pagato il prezzo tutta la nazione."

Sento allentarsi l'enorme presa sempre avuta allo stomaco. Ho finalmente realizzato ciò che da sempre cercavo di nascondere a me stessa.



ANGOLO AUTRICE

Ehii, fin qui come vi sembra? Avete consigli da darmi?

NCIS: Nesikha [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora