12. Black

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SARAI'S POV

Aaron ci dà un panino a testa e mi vergogno di come lo stringo tra le mani, di come lo addento bisognosa. Non ho idea di che cosa ci sia dentro, ma non mi importa, è buonissimo.

Nella macchina cala il silenzio, Aaron ci guarda dispiaciuto. I nostri occhi si incontrano e lui distoglie subito lo sguardo, posandolo sul paesaggio davanti a sé.

"Sei in pericolo Sarai" dice con voce sommessa "anche Ziva lo è, ma no so se riuscirò ad aiutarti stavolta."

"Non si tratta di Hamas, vero?" rispondo con la bocca piena.

Lui nega con la testa "No, si tratta di Khaled Al-Zamily. Lui è nato in America, ma suo padre Rashid, saudita, era uno dei trafficanti di esseri umani più famosi al mondo. Riuscì a coinvolgere i tre fratelli maggiori di Khaled, all'epoca troppo piccolo, e una delle mogli. Il Mossad non poté risparmiare nessuno, così Khaled rimase solo con le altre mogli del padre. Ora è cresciuto e vuole vendicarsi, vuole uccidere tutti i famigliari dell'agente coinvolto dal Mossad, Eli."

"Quindi è lui che ha ucciso Jonathan." 

Addento l'ultimo pezzo del panino e sospiro. Dovrei sentirmi meglio ora, ma perché non è così?

Aaron annuisce "So che ora dovresti riprenderti, ma non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo trovare Ziva, sempre che non sia troppo tardi, e porre fine a questa storia, una volta per tutte."

Tony, rimasto in silenzio fino ad adesso, interviene "Ci sono anch'io, non potete tagliarmi fuori, ora ci sono dentro fino al collo."

Io e Aaron ci guardiamo per un'istante, valutando silenziosamente se è giusto coinvolgere qualcun altro in questa faccenda. Ma è di Tony che stiamo parlando, da quel che ho capito morirebbe per Ziva.

"D'accordo" sentenzia Aaron "ma dobbiamo trovare un posto dove nasconderci ed esaminare le prove che abbiamo."

"La casa sicura di famiglia. È isolata, strategica e pochi sanno della sua esistenza. Dubito in ogni caso che Ziva sia ancora lì se c'è andata, non si resta mai nello stesso posto per più di tre giorni."

"Sei sicura?" chiede Aaron.

"Hai un'idea migliore?" gli rispondo nonostante non mi senta pronta per tornare in quella casa.

Ripartiamo immediatamente, mentre iniziano a spuntare le prime luci dell'alba.

In mezz'ora siamo già in una zona che conosco, ci stiamo avvicinando sempre di più. Le mie mani iniziano a sudare e una morsa di paura mi attanaglia lo stomaco.

Ci parcheggiamo nel viale sul retro della casa. Riconosco lo sterrato, l'altalena, le mura di cemento armato e i resistenti vetri delle finestre.

Guardo meglio e noto che un vetro è spaccato e la porta sul retro socchiusa. Aaron tira fuori la pistola e ci fa segno di aspettare. Lo vedo entrare di soppiatto in casa, con la pistola tesa davanti a sé.

Passa qualche minuto in cui il mio cuore batte all' impazzata, poi esce dalla casa con la pistola nella fondina.

"Sono già stati qui, non torneranno. Questo è il posto più sicuro che potessimo trovare."



ANGOLO AUTRICE : 

Ehi, vi ringrazio per essere qui a leggere la mia ff! Vi sta piacendo? Avete qualche consiglio da darmi? Fatemi sapere!

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NCIS: Nesikha [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora