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"Cambiatevi, vi sentirete meglio" ci consiglia Aaron "Agente DiNozzo, ho portato delle cose per lei, sono mie ma le andranno bene, tu Sarai sai dove guardare."

Annuisco e mi guardo intorno. Questa casa pullula di ricordi e sono solo al piano terra, cosa succederà quando entrerò nella mia camera?

Mi faccio coraggio e salgo le scale, molto lentamente e un po' titubante. Troverò ancora le mie cose o sarà tutto cambiato?

Arrivo davanti alla porta ed è chiusa. Sorrido quando vedo un' infantile calligrafia grande e disordinata sulla vernice pallida. C'è scritto "SARAI", ogni lettera colorata in modo diverso.

Sospiro e poggio la mano sulla maniglia, posso sentirmi attraversare da tutti i ricordi che ho vissuto in questa casa, proprio davanti a questa porta.

Faccio una leggera pressione e la porta si apre, rivelando una stanza buia in cui filtra poca luce dai buchi delle tapparelle abbassate.

Mi guardo intorno ed è tutto uguale. Il letto singolo attaccato al muro alla mia destra è perfettamente rifatto, con la trapunta azzurro cielo sulla quale siedono tre peluche: un orso, una giraffa e la mia bambola preferita, Eden.

Sulla scrivania sotto la finestra è poggiata una pila di libri scolastici e il porta penne carico di colori.

A sinistra della porta l'armadio, sulle cui ante da piccola attaccavo i miei disegni, e la libreria.

È tutto uguale, ma ricoperto da uno spesso strato di polvere. Da quanto tempo qualcuno non fa le pulizie in questa stanza? Probabilmente da quando me ne sono andata.

Come prima cosa alzo le tapparelle e apro la finestra, per cambiare un po' l'aria. Poi apro l'armadio, trovandomi davanti vagonate di vestiti che ora non metterei mai. Mi guardo allo specchio e non mi piace per niente l'immagine che mi arriva di rimando. Ma cosa sono diventata? I miei capelli lunghissimi, che una volta erano il mio orgoglio, sono piatti, spenti e sporchi. Il mio viso è smunto e pallido con delle occhiaie violacee che saltano subito all' occhio. Mi ricordo quando da piccola tutti adoravano le mie guance paffute con i rossetti, i miei occhi vispi e il mio sorriso. Non sembro più io.

Per non parlare dei miei vestiti, sono scuri, anonimi e sporchi per via del tempo passato in prigionia. L'unica cosa che sembra avere vita in questa stanza è il ciondolo che porto al collo, che luccica ogni volta che viene colpito da un raggio di sole.

Lo stringo tra le dita. Guarda quello che mi hanno fatto diventare, se fossi rimasta insieme a mio nonno sarei rimasta me, Sarai, non questa che sembra la sua gemella cattiva.

No, io non voglio essere così, voglio tornare a essere come prima. Ma come si fa a tornare all' innocenza dopo tutto l'orrore che ho visto?

Ricaccio le lacrime e prendo le prime cose che mi capitano: un paio di jeans, una t-shirt a righe e una felpa verde oliva. È passato solo un anno, non sono cresciuta molto, dovrebbero starmi ancora.

Corro in bagno e mi faccio una doccia calda e lunga, mi lavo i capelli con lo shampoo più profumato e il corpo con un bagnoschiuma idratante.

Come era mio solito fare quando vivevo in Israele lascio i capelli bagnati e mi vesto velocemente.

Torno a guardarmi allo specchio e mi sento già diversa, rinata. La felpa fa risaltare il colore dei miei occhi mentre i jeans chiari mi fanno sembrare una persona più socievole e le infradito...beh le infradito mi danno un'aria Israeliana.

Manca solo una cosa. Sorrido al mio riflesso e rivedere finalmente la fossetta sulla guancia destra mi fa sentire davvero felice.

Ecco, questa sono io.

NCIS: Nesikha [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora