18. Slow Down

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Ci stiamo preparando per seguire le coordinate inviateci da McGee la scorsa notte, ci aspetta un lungo viaggio e una dogana da aggirare.

Penso sia meglio tenermi leggera, così infilo nello zaino solo lo stretto necessario.

"Oh no no, tu non vieni" Ziva mi afferra il polso mentre cerco di prendere la pistola dal tavolo "è troppo pericoloso."

"Come sarebbe a dire? È pericoloso anche per voi, non potete andare senza di me."

"Ma tu sei una ragazzina, noi siamo adulti che possono assumersi le proprie responsabilità."

"Ziva, io..." libero il braccio dalla sua stretta e lo abbandono lungo il fianco, cercando di sembrare il più tranquilla possibile "Ci sono cose che tu non sai di me..."

Per fortuna ci interrompe Aaron con un tempismo perfetto "Ziva, lei deve venire con noi, è più sicuro di lasciarla qui da sola. E poi noi stiamo andando solo in perlustrazione, non ci sarà azione. Chiaro?"

Annuisco e continuo a fare quello che stavo facendo, ignorando Ziva che mi guarda in attesa che continui ciò che stavo dicendo. Probabilmente capisce che non voglio parlarne o che non penso sia il momento giusto per farlo, perché silenziosamente se ne va lasciandomi sola in camera mia.

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Il caldo sembra essere triplicato da quando abbiamo oltrepassato il confine israeliano. Con non poca difficoltà e qualche tentativo di recitazione siamo riusciti a oltrepassare il posto di blocco senza che ci chiedessero i documenti ; il problema sarà al ritorno, quando i soldati del posto di blocco saranno Israeliani e non Giordani, e ciò significa che sarà praticamente impossibile passare senza che ci facciano il terzo grado e il riconoscimento facciale.

Percorrendo la strada che segue parte del perimetro del Mar Morto attraversiamo i villaggi turistici di Mitspe Shalem e Metsoke Dragot, mentre alla radio passa la versione arabeggiante di una canzone di Hadag Nahash.

"Come si chiama la canzone originale?" chiede Aaron

"Lo Mevater o forse Lo Maspik...non mi ricordo"

"È sicuramente Lo Mevater, vi dimenticate che io sono sempre stata una fan degli Hagad Nahash." Risponde Ziva, mentre con i movimenti della testa segue il ritmo della musica.

"Ah giusto...in casa l'atmosfera era sempre modellata dal ritmo di Bella Bellissima...dannazione, ascoltavi solo quella!"

Io e Ziva scoppiamo a ridere al ricordo di quei momenti, mentre Aaron e Tony seppur spaesati sembrano divertiti.

Improvvisamente Aaron spegne la radio e in macchina cala il silenzio.

"Eccolo là, è lontano ma si vedono bene le jeep parcheggiate...riuscite a vedere?"

"Sì, ma cosa dovremmo fare?" chiedo impaziente di passare all'azione.

"Lasciate fare all'agente super speciale Anthony DiNozzo..." apre lo zaino e ne tira fuori tanto, tantissimo cibo "questa è la parte più divertente degli appostamenti... ci vorrebbe il pivello adesso."

"Scusa ma dove hai preso tutto questo cibo?"

"Eh eh, chi cerca trova." Sorride sornione mentre mi fa l'occhiolino e mi porge una lattina di fagioli rossi.

"Sei sempre il solito" commenta Ziva con un sorriso appena accennato.

"Anche tu" le risponde, forse un pochino esasperato.

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Le ore passano e noi finiamo tutto il cibo portato da Tony. Aaron è riuscito a mettere a punto una strategia, ma non sembra molto allegra.

"Allora, io mi presento da loro facendo finta di essere stato abbandonato da una carovana di turisti, mi cattureranno sicuramente. Avrò un microfono, quella medaglietta che vedete appesa allo specchietto retrovisore. Voi vi allontanerete il più possibile e cercherete di carpire più informazioni che potete da questo aggeggio." Da sotto il sedile tira fuori una specie di radio, sicuramente collegata al microfono. "Va bene?"

"Ma come farai ad uscire?"

"In caso ci sia il nostro uomo ve lo comunicherò insieme alle possibili entrate e uscite del covo, così potrete preparare una strategia d'azione...in caso non sia così troverò un modo." Alza le spalle con nonchalance e apre la portiera, pronto per uscire, ma io lo fermo. Sono forse l'unica ad avere a cuore la sua incolumità?

Prima ancora che possa aprire bocca lui mi regala un sorriso amaro "È l'unico modo." Poi afferra la medaglietta, se la appende al collo e sparisce nella nube di sabbia che avvolge interamente il nostro campo visivo.

Meno male che non ci sarebbe dovuta essere azione.

NCIS: Nesikha [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora