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Camminare a piedi nudi su una distesa infinita di girasoli , un venticello fresco e leggero ,i raggi del sole che baciano la mia pelle , un profumo inebriante e dolce , il suono inconfondibile del silenzio e.... -

<<Sveglia!>>  - Ecco: il sogno è già finito...La voce squillante ed inconfondibile di mia madre come un fulmine a ciel sereno interrompe il bel sogno.

 <<Forza Elena,alzati o farai tardi!>>  - Eccola che comincia a mettermi ansia:sarà meglio non farla arrabbiare. Mi lavo , mi vesto , mangio un cornetto in fretta e furia e sono pronta per la scuola. <<Mamma io esco>> - me lo sento: sarà una giornata intensa.

<<ok,ma non dimenticarti che la nonna sarà a pranzo da noi oggi!>> - urla dalla sua camera mentre sono già sull'uscio della porta e mi passo le mani tra i capelli in un disperato tentativo di rendermi presentabile.

<<Si,sii....>>-rispondo sperando di ricordarlo più tardi.

Adoro osservare la città che si sveglia (forse dovrei camminare di più e guardare di meno altrimenti qui finisce che arrivo alle 9.00 a scuola! ). Mi vibra il cellulare: un messaggio di Stella, la mia migliore amica. "Ti conviene darti una mossa perché la prof è già in classe"- Eh? Già?! Mi sa che anche oggi una bella corsa è l'unica via d'uscita e...Sbam!...Mi è venuto addosso un camion? Sono all'ospedale? Macchè ,sono solo stesa a terra...Che mal di testa.

<<Ragazzino vuoi fare più attenzione! Per poco non mi facevi cadere la macchina fotografica>>-macchina fotografica?!

<<Aiutami ad alzarmi piuttosto che pensare alla tua Canon!>> -gli urlo in modo forse troppo aggressivo ma a farmi parlare è la fretta.

<<Va bene , basta che non corri a piangere dalla mammina dopo!>> - Lo guardo con un espressione di odio che poche volte mi è venuta così spontanea. Era un ragazzo atletico con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi, un gusto terribile in fatto di scarpe e una macchina fotografica professionale al collo. Belle spalle però...E che bicipiti! (Ma non devo distrarmi:devo andare a scuola!)

<<Non volevo farti cadere la macchina fotografica ma potresti cercare di evitare di urtare le persone per proteggerla da eventuali danni, non trovi?>>-ecco,ora mi riconosco,un tono più cortese è la scelta migliore in questi casi.

<<Senti, ragazzino , guarda dove metti i piedi in futuro e nessuno si farà male ...Aspetta: sei una ragazza!>> -non mi eri accorta che stesse usando il maschile...Che imbarazzo.

<< Ah,e sarei io quella che dovrebbe guardare dove mette i piedi? Comunque si,sono una ragazza e sono felice che tu te ne sia reso conto (meglio tardi che mai!)...>>-Si,mi sto arrabbiando e me la sto prendendo con uno che neanche conosco:e se fosse uno stupratore?

 <<Non è colpa mia se sembri un maschio, la prossima volta non dimenticavi la femminilità a casa>>-Ma che modi sono?! Invece di scusarsi si permette queste libertà!

<<Ma senti che maleducato: chi ti credi di essere? Ah! Devo andare a scuola!>>-Cavolo!

<<E io per colpa tua sto facendo tardi a lavoro, mi conviene andarmene prima che tu mi faccia arrabbiare sul serio!>>-Uomini:dovete per forza incolpare noi donne.

<<Che faccia tosta!">>-urlo mentre mi sto allontanando...Non so neanche se mi ha sentito e non importa.

 <<Ciao ragazzina!>>

<<Non chiamarmi ragazzina!>>

Sono le 8:45 : ormai anche se volassi non potrei evitarmi la ramanzina per il ritardo e tutto per colpa di quell'arrogante e presuntuoso fotografo: che ingiustizia! Il telefono vibra ancora , forse sarà Stella. No, è  mia madre:<<Tesoro se sei fuori scuola torna a casa in fretta , c'è una cosa di cui devo parlarti...>> 

Mamma non è solita fare così.

Non posso credere che ci sia davvero un'emergenza:credevo che finalmente le cose stessero andando per il verso giusto.

Non vedo l'ora di raccontare a Stella di quel troglodita con la macchina fotografica:esistino ragazzi così impertinenti e devo incontrarlj proprio io?!



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