Capitolo 7

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«Casa Hood era semplicemente bellissima,» ricomincio il mio racconto non appena Pilar riesce a calmare le sue risate, dovute all'accoglienza che mi ha riservato Calum. «Non era la tipica villa stratosferica, che trasuda lusso da ogni piastrella, ma era comunque accogliente e piena di ogni genere di comodità. Non mi sarebbe affatto dispiaciuto viverci e la famiglia Hood era a dir poco esilarante: Calum non smetteva un secondo di fare battute, citando di tanto in tanto le poche parole spagnole che conosceva, sua sorella Mali Koa, invece, essendo molto più preparata in materia, si divertiva a offendere il fratello in spagnolo e per lei era una grande soddisfazione il fatto che non capisse i vari insulti che gli rivolgeva. Joy, in tutto questo, sperava che i suoi figli sloggiassero presto, tornando nell'appartamento in centro in cui convivevano e lasciando solo un brutto ricordo del loro soggiorno in quella casa durato anche più del previsto. Tuttavia, nessuno dei due era della stessa idea.»

«Quindi non sono andati via?»

«Assolutamente no,» rispondo e sorrido, ripensando al momento in cui hanno dato ai loro genitori questa notizia e Joy per poco non ha avuto una crisi isterica. «Avrebbero dovuto lasciare la loro vecchia casa due giorni dopo il mio arrivo, come facevano ormai da un paio d'anni, Calum per essere più vicino all'università e Mali Koa all'edificio dove lavorava come giornalista sportiva. Quella mattina, però, entrambi hanno pensato bene di avvertire a colazione Joy della loro scelta di abbandonare l'appartamento, considerandolo solo uno spreco di soldi. La cosa più esilarante - a parte la faccia sconvolta di Joy, sia chiaro - era il fatto che nessuno dei due sapesse che l'altro aveva preso la stessa decisione. "Non voglio averti in mezzo ai piedi, rompiballe," continuava a ripetere Calum, lamentandosi come un bambino, mentre sua sorella gli rispondeva: "Ogni anno non vedi l'ora di andartene da questo piccolo quartiere di periferia, parole tue, perciò ora prendi le tue cose e togliti in fretta dalle scatole. Basta smuoverti gli ormoni con un bel sederino spagnolo e non capisci più nulla, patetico".»

Pilar scoppia a ridere e io faccio lo stesso. «Calum e Mali Koa sono semplicemente fantastici,» commenta, con un velo di nostalgia negli occhi: ha sempre voluto un fratello o una sorella, ma ovviamente ha avuto la sfortuna di essere figlia unica, proprio come me. Ho spesso proposto a Esteban l'idea di provare ad avere un altro figlio o, magari, di adottare un bambino bisognoso d'amore, ma abbiamo litigato ogni volta, come per tutte le altre decisioni che abbiamo dovuto prendere durante il nostro matrimonio. Poi sono passati vari anni e, pensando di non avere più l'età per affrontare una seconda volta la maternità, non ho più accennato nulla a riguardo e non credo che ad Esteban sia dispiaciuto molto, per niente.

«È vero,» dico poi, rendendomi conto di essermi persa dietro ai miei pensieri. «Nel giro di pochi giorni sono stati in grado di farmi sentire a casa e come una di famiglia. Sapevo che probabilmente dall'altra parte del mondo i nonni erano intenti a litigare come al solito, anche se speravo che non fosse così, ma non potevo fare a meno di ridere di fronte ai loro battibecchi, alla disperazione di Joy e alla rassegnazione del signor Hood, che per la maggior parte del tempo sospirava e sfogliava il suo quotidiano scuotendo la testa.»

«Siete rimasti in contatto dopo quell'anno?»

«Non per molto,» rispondo, stringendo le labbra in una linea sottile per il dispiacere. «Loro hanno provato spesso a cercarmi con telefonate, messaggi e persino lettere, ma io... volevo dimenticare il prima possibile l'Australia, comprese le esperienze più belle e le persone migliori che io abbia mai conosciuto.»

Pilar rimane in silenzio, osservandomi per qualche istante. Sembra che voglia chiedermi qualcosa, ma poi ci ripensa, probabilmente sapendo che alla fine di questo mio racconto capirà ogni cosa. Infatti, poco dopo, mi chiede di continuare, di dirle come sia proceduta la discussione quella mattina.

Twenty Years Ago || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora