CAPITOLO 20

14 0 0
                                    

"BOAZ E JAQUIN"

La mia vita riprese normalmente per i giorni successivi. Tornai nella mia solita dimensione, o per meglio dire, il mio pianeta, la mia città, la vita alla quale ero stato abituato i primi trent'anni della mia vita.
In casa cercavo di non far trasparire nulla riguardo le mie ansie, il peso della responsabilità che mi era stata affidato, la ricerca dell'anello del drago per ottenere quei poteri in grado di farmi difendere il mio mondo. Ma Eddy sembrava mi leggesse nell'animo, "Cos'hai Andre? sei strano ultimamente" parole che dette in un periodo normale della nostra vita non gli avrei dato più di tanto peso, capita a tutti di avere qualche giornata o qualche periodo con maggiori stress... ma dette in questo periodo specifico mi travolsero.
"Niente Eddy, cosa vuoi che abbia?", una risposta banale, poche parole che avrebbero dovuto essere rassicuranti ma dall'espressione che si dipinse sul volto di Eddy hanno avuto l'effetto opposto. Sapevo con certezza che non aveva creduto a quelle semplici parole, il mio ragazzo mi conosceva meglio di chiunque altro, sapeva quando c'era qualcosa che mi turbava e per quanto io mi sforzassi di farmi vedere tranquillo e sereno ai suoi occhi non riuscivo a celare assolutamente nulla.
Mi ero preso un paio di giorni di festa dal lavoro, temevo per un ulteriore attacco di Amon, non volevo che i miei amici e conoscenti fossero pedine di questa lotta, non volevo mettere in pericolo nessuno e poi dovevo concentrarmi per scoprire dove era finito l'anello del drago.
Avevo solo una scritta comparsa sul Grimorio...

SE L'ANELLO VUOI TROVARE
UN PREZZO DEVI PAGARE
IL SANGUE DEL PRESCELTO
DARA' LUCE AL TESORO IRRISOLTO

...queste parole avevano ben poco significato ai fini di un luogo dove venisse conservato il talismano, si parlava solo di un tributo di sangue, del sangue del prescelto, forse dovrò offrire il mio proprio sangue per trovare l'anello.
Cercavo di schiarirmi le idee stando a casa mia, precisamente al  piano di sopra dove c'è la camera da letto. Un po' di aria condizionata per rinfrescarmi, comodo sul letto, accerchiato dai miei due chihuahua che mi riempivano di baci, Petra accucciata in mezzo alle gambe, Oso, il gattine nero rigorosamente ai piedi del letto e Jenny, o meglio Zanafer, che aveva assunto nuovamente le sembianze di un'esile gattina nera seduta poco distante che non mi perdeva d'occhio.
I miei animali mi davano tanta serenità, era davvero quella la mia dimensione di pace. Mi sentivo protetto e quindi ero sul punto di addormentarmi.

"DA DUE SETTIMANE CONTINUANO ANCORA LE RICERCHE DELLE TRE PERSONE SCOMPARSE. GLI INVESTIGATORI SEGUONO MOLTEPLICI TRACCE MA FONTI ATTENDIBILI CI COMUNICANO CHE PURTROPPO NON SONO STATE TROVATE ULTERIORI PROVE CHE AIUTINO AL RITROVAMENTO.
MA CAMBIANDO TEMA, IN PIAZZA STATUTO,A TORINO, NELL'ARCO DELLA NOTTATA, SONO SPUNTATE DAL TERRENO, INTORNO ALLA STATUA POSTA NEL MEZZO, TRE PILASTRI. FACCIAMO PARTIRE IL SERVIZIO..."

La televisione che abbiamo in camera da letto, di fronte al letto matrimoniale, una samsung nera lcd, si era improvvisamente accesa. "Jenny sei stata te?" mi rivolsi alla gatta che mi fece un cenno col muretto girandosi dall'altra parte e scendendo al piano di sotto.
Davo per scontato che Jenny capisse le mie parole, in fin dei conti era un animale magico e nelle sembianze da chimera comunicava tranquillamente con me. Interpretai il suo gesto come se non fosse stata lei ad accendere la televisione.
Rimane il fatto che stessero ancora cercando le tre ragazze scomparse diversi giorni prima. Sapevo che Amon era l'artefice di tutta questa storia e che in qualche modo quelle persone li sarebbero servite a qualche scopo. Ma i pilastri di Piazza Statuto?
Sapevo che c'era qualcosa che mi mancava, non poteva esserci solo quella semplice iscrizione, potevo tornare alla Gran Madre, magari trovavo qualche altra scritta o andare direttamente a controllare questi nuovi pilastri. Avevo la certezza fossero custoditi dall'Ifrit ma adesso c'era Zanafer a proteggermi nell'eventualità di un attacco.
Arrivata la sera presi la gattina nera con me e con la scusa di andare a controllare i ragazzi che lavoravano al Rumba uscii di casa.
Andai prima verso piazza Gran Madre. Ora la piazza era senza sigilli delle forze dell'ordine, era libera e c'erano diversi ragazzi seduti sulla grande scalinata e altri che passeggiavano lì intorno. Appoggiai Jenny a terra, "stammi vicina  ma non dare troppo nell'occhio" le dissi dandole un bacino sul musetto. "Ok" sentii nella mia testa, e si allontanò di qualche metro da me. Tutto era come l'ultima volta che vidi quella piazza. C'era ancora il simbolo del drago sulla parete esterna della statua di sinistra, c'erano i segni della lotta con Amon e riuscivo ancora a sentire il residuo della sua aurea, tutta la piazza ne era impregnata. Mi avvicinai al basamento della statua di sinistra per vedere se il simbolo sul mio corpo reagiva con quello comparso nella pietra e aprisse il varco dove trovai il Grimorio... ma non successe nulla.
Andai quindi verso l'altra statua, raffigurante la Religione, una figura femminile reggeva una grande croce e indicava con un dito una tavola in pietra incisa, come se fosse la tavola dei dieci comandamenti. Avvicinandomi a quella statua mi sentii una strana sensazione, o meglio iniziai ad avvertire un forte dolore alla gamba sinistra dove avevo il simbolo del dragone.

IL SIGILLO OSCURO (#Wattys2018) in continuazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora