Vidal prese un dolce al miele dal vassoio, portandoselo alle labbra con graziosa calma. Il fallimento non poteva essere contemplato, anche perché, nonostante le sue parole, era certo che la loro signora avrebbe considerato tutti responsabili, per quel pasticcio. E anche se, forse, avrebbe distrutto solo il visconte, le punizioni che avrebbe riservato loro non sarebbero state meno dolorose. Egli aveva assistito, una notte, ad un suo intrattenimento e ne era rimasto sconvolto, nonostante si ritenesse un uomo freddo ed insensibile.
Finché la giovane cameriera era rimasta nuda, appesa per i polsi alla parete, mentre la donna frustava i suoi fianchi e le spalle, quelle sottili grida di protesta e le lacrime erano state divertenti, così come vedere la sua tenera carne arrossarsi e aprirsi sotto i colpi della frusta, mentre il corpo si inarcava, mostrando ogni suo più intimo segreto, in un rituale mostruosamente eccitante. Ma poi la tortura era andata oltre, tanto che, alla fine, nessuno avrebbe potuto riconoscere la giovane donna in quel pezzo di carne sanguinante e martoriato. Vidal era rimasto in silenzio, ascoltando la risata della sua ospite sovrastare le grida della vittima, in un crescendo di delirio e lussuria malata. Poi gli occhi della sua signora si erano posati su di lui, penetranti e significativi, e Vidal aveva compreso come quell'invito, lungi dall'essere un amichevole tentativo di condividere un perverso piacere, fosse in realtà un monito, per mostrargli ciò che sarebbe accaduto a chiunque l'avesse contrariata.
Rabbrividendo impercettibilmente, tornò a rivolgere l'attenzione ai compagni, facendo scorrere lo sguardo su ciascuno. Se sacrificarli fosse servito a tenerlo lontano dal tormento, l'avrebbe fatto senza esitazione, ma doveva capire in che modo agire; avrebbe dovuto essere convincente con lei e scaltro con loro. Sospirò, versandosi da bere.
"Forse potremmo trovare un altro cui commissionare il lavoro. Anche un servitore o qualcuno da poter far sparire, una volta compiuta l'opera."
"E di chi potremmo fidarci, per una faccenda così delicata?"
"Magari uno dei miei servitori. Potrei obbligarlo e poi ucciderlo."
"Meglio evitare qualsiasi coinvolgimento, anche indiretto."
"Ma almeno sappiamo perché sia tanto importante che quella mocciosa perda la sua verginità?" il visconte sputò ovunque le briciole del biscotto che stava masticando.
"Io ho qualche idea, ma niente che mi sia stato spiegato dalla signora. Non è solita fornirci motivi per le sue richieste, lo sai."
"Comunque" proseguì Le Grace, "probabilmente la vera vittima non è tanto lei, quanto la sua guardiana."
"La sua guardiana?" Gaillard rimase perplesso per un po', poi aprì la bocca in un moto di comprensione e si trattenne dal pronunciarne il titolo solo grazie allo sguardo ammonitore del compagno. "Ma perché?"
Le Grace alzò gli occhi al soffitto, rassegnato.
"Perché ne è la custode. E il suo consorte non sarebbe clemente, in caso di distrazione" suggerì, mettendo particolare enfasi nell'ultima parola.
La risatina maligna che seguì alla sua affermazione gli fece dubitare che Gaillard avesse davvero compreso la gravità della situazione e lo costrinse a chiedersi, ancora una volta, come mai la loro signora l'avesse coinvolto nelle sue trame.
"La cosa migliore sarebbe probabilmente prenderci un po' di tempo, per far calmare le acque. Nel frattempo tu dovresti realizzare questo tanto discusso matrimonio, la tua posizione ne risulterebbe grandemente rafforzata."
"Il signore in questione sta temporeggiando, direi. Ma la mia bambina è tanto graziosa che dubito potrà resisterle a lungo."
"Fa in modo che sia così, potrebbe essere un buon asso nel manica, per te."
"Anche se mi dispiace per la povera Camille. Non ha ancora quindici anni, se non sbaglio, mentre il Fante ne ha quaranta" interloquì il barone, con falsa magnanimità.
"I figli sono fatti per servire la famiglia e non potrebbe servirmi meglio che come sposa di quell'uomo. E' potente ed anche estremamente rinomato, per la sua lealtà e la sua integrità morale."
"Praticamente tutte le qualità che ti mancano, amico mio" risero insieme, per un attimo dimentichi dei problemi che lo assillavano.
"Ma neanche questa alleanza potrebbe salvarti, se non risolveremo la situazione."
"Pensi che ci verrà concesso del tempo?"
"Non lo so. Comunque qualsiasi piano sarebbe impensabile; adesso la Papessa è inavvicinabile per noi, come per chiunque."
"Mia moglie, però, si è lasciata sfuggire che l'Imperatore ha mostrato di apprezzare particolarmente la dama in questione, durante l'ultimo pranzo" li informò il barone.
"Quando contavi di dircelo, dannazione? E' un ulteriore difficoltà."
"Abbiamo parlato di tempistica soltanto adesso, non perdere la calma. Inoltre l'attuale amante è piuttosto abile, cercherà sicuramente di non essere messa in ombra."
"E' un'idea splendida, Le Grace. Potrebbe essere una valida alleata, ovviamente senza doverle raccontare i nostri progetti. Potremmo anzi farle credere di essere noi a farle un favore, sostenendola."
"Potrebbe essere utile" ammise Gaillard. "Una femmina gelosa è l'arma più pericolosa che si possa immaginare."
"Ne parleremo alla nostra signora" disse il marchese. "Se accetterà quest'idea, comunque, Gaillard non potrebbe realizzarla, ma anche tu, mio caro, vista la posizione di tua moglie; in faccende legate alla Papessa sarebbe meglio non ti esponessi troppo direttamente."
"Sono d'accordo, ma non rimarrò inattivo. Cercherò di utilizzare proprio mia moglie per far arrivare notizie fuorvianti all'Imperatrice. Sai come Alphonsine sia vicina alla duchessa. Potrei spargere la voce che il visconte sta perdendo la testa."
"Non mi piace quest'idea" si ribellò il diretto interessato.
"Eppure potrebbe essere utile. Ma più che di follia, potremmo incolparlo di mancanza di giudizio. Se fosse pazzo, anche il matrimonio di sua figlia potrebbe andare in fumo."
"Mi inventerò qualcosa. Magari una scommessa."
"Questo già mi piace di più. Potrei aver risposto ad una sfida, cercando di sedurre la Papessa."
"Non che una cosa del genere ti farebbe apparire meno sciocco o privo di giudizio."
Il resto della serata trascorse tra progetti e ipotesi, dalle più fantasiose alle più disperate,senza che si rendessero conto dello scorrere del tempo.
Il barlume di speranza nato con l'idea di Le Grace li aveva resi più sereni e pronti a godersi la squisita ospitalità di Dama Esmeralda, finché le prime luci dell'alba li trovarono allegri, spensierati e decisamente ubriachi.
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Di luce e d'ombra
FantasíaQuando il buio viene dimenticato, quando può trarre forza e nutrimento da ciò che dovrebbe essere la luce stessa, un'antica leggenda cessa di essere tale e si trasforma in storia. In un regno dove antichi Nomi scelgono individui speciali per special...