6. Marco Reus, @LunaPrima

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Luna non era per niente di buon umore quella sera: da mezz'ora stava servendo ai tavoli del famoso ristorante di lusso di proprietà dei suoi genitori, poiché uno dei loro camerieri era rimato bloccato dal traffico causato da un incidente nella strada verso il luogo di lavoro. Non si sapeva se e quando sarebbe arrivato. La ragazza aveva intenzione di passare la serata in una stanzetta tranquilla del locale a farsi gli affari propri, ma invece i suoi piani erano stati rovinati.
Oltretutto, era anche sconsolata e innervosita dal non sapere coordinarsi e cosa fare. Seguiva le indicazioni degli altri dipendenti, ma odiava profondamente quella situazione.
Il peggio arrivò quando una grande quantità di uomini si sedettero ad un tavolo molto grande e più appartato, riservato per loro. Il caposala le fece presente che sarebbe toccato a lei occuparsi del tavolo a cui erano seduti i calciatori del Borussia Dortmund e fu invasa dal panico.
Per quanto i clienti del ristorante fossero sempre, bene o male, persone di una certo rango, dei calciatori rappresentavano agli occhi di Luna un chiarissimo esempio concreto di importanza mentre di altri ambiti non capiva molto.
Prese gli ordini e il che non le risultò troppo difficile solo in alcuni casi, cioè quando non le venivano richiesti piatti con raffinati nomi stranieri. Filò tutto liscio, ma la sua grande difficoltà era il riconoscere il nome di certe portate e darle a colui che le aveva ordinate. Temeva di cadere in un errore proprio con uno dei calciatori seduti in sala.
Un ragazzo biondo la fissò mentre lei gli appoggiava di fronte il piatto, e Luna si sentì parecchio in imbarazzo, rischiò anche di far cadere ciò che teneva con tanta attenzione nell'altra mano. Fece il giro del tavolo e consegnò le ultime ordinazioni, mentre con la coda dell'occhio poteva notare che il biondo non le aveva ancora tolto gli occhi di dosso. Si sentì terribilmente a disagio e si affrettò a raggiungere la cucina, con passo veloce. Tutte a lei dovevano capitare quella sera!
Il ragazzo aveva degli occhi così intensi ed uno sguardo talmente penetrante che si ritrovò ad osservarlo attraverso la vetrata che separava la stanza dal corridoio. Cercava di osservare il suo viso senza farsi notare, ma una volta i loro sguardi si incrociarono ancora e lei non seppe sostenerlo.
Andò avanti così per tutta la durata del tempo in cui quella squadra rimase all'interno del ristorante, e poi le toccò anche fare loro il conto. Fu un dirigente a farsi avanti, ma il biondo era esattamente accanto a lui che osservava le mani della ragazza e i suoi movimenti. Tratteneva un sorriso, notò Luna.
Terminato il pagamento, la ragazza si voltò a prendere un bicchiere da riempire di acqua frizzante come le era stato chiesto da un altro cliente. Ma, tornata a girarsi verso il bancone, si accorse che la tavolata dei calciatori aveva scordato lo scontrino. Si stavano avviando verso la porta e le venne in mente di richiamarli, quando la sua attenzione fu attirata da una scritta in penna blu sul retro di esso.

"Aspetta 10 minuti, poi vieni nel prato. M.R."

Luna aggrottò la fronte e tutti i sospetti che aveva erano legati al ragazzo biondo, nessun altro avrebbe potuto farlo.
Nonostante potesse avere tutti i motivi del mondo per continuare la sua serata come se niente fosse, decise comunque di fare quanto aveva trovato scritto sullo scontrino: quella serata era così monotona che ciò che era accaduto rappresentava l'unica via di svago.
Si guardò bene intorno, per controllare che i suoi genitori non la vedessero uscire, e aprì la porta del ristorante. Vedeva la sua sagoma alla luce del lampione seduta su una panchina. Il ragazzo girò la testa quando Luna gli fu a pochi metri e questo fu un bene per la ragazza, poiché se fosse rimasto voltato non avrebbe saputo come farsi notare.

- Sei venuta... - disse mentre si alzava.

La ragazza ci rimase di sasso e sorrise nervosamente. - A quanto pare... - ribattè imbarazzata.

- Come ti chiami? - domandò il biondo.

La ragazza rispose, anche se un po' titubante e ancora confusa dall'avvenuto. - Luna. -

L'altro sorrise mentre le progeva una mano. - Io sono Marco. - si presentò lui.

La ragazza la strinse, ma aveva le idee sempre più confuse. - La domanda ora mi sorge spontanea... perché mi hai fatta venire qui? - trovò poi il coraggio e la motivazione di chiedere.

Marco sorrise ancora più di prima e Luna si accorse che era raggiante, mentre i loro visi si avvicinavano. A due centimetri dalla sua pelle, la voglia irrefrenabile di baciarlo la portò ad eliminare la già breve distanza fra di loro e ad unire le loro labbra in una tenera pressione, che precedette il bacio più profondo e bello.

Richiesta di: LunaPrima

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