7. Simone Zaza, @michealikigai

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Simone era comodamente seduto su una delle panchine di ferro che circondava l'imbarco. Mancava poco meno di un'ora al volo sul quale sarebbe dovuto salire per andare a Londra, la città dove avrebbe proseguito la sua carriera calcistica, ma la sua testa era da tutt'altra parte.
Era uscito di casa quella mattina portandosi dietro il più brutto dei climi possibili, avrebbe voluto salutare Gaia in qualsiasi modo tranne che quello.
La ragazza aveva sofferto molto la sua decisione di lasciare l'Italia per andare a giocare nel West Ham e spesso avevano discusso nelle ultime settimane. Lei lo accusava di ritenere più importante il calcio che la loro storia, di non voler minimamente fare uno sforzo per rimanere alla Juve e quindi accanto a lei. Simone ogni volta rispondeva che lui la amava, tantissimo, e se lei provava lo stesso nei suoi confronti avrebbe dovuto sostenerlo in ogni sua nuova esperienza.
Ogni discussione era sempre uguale e i due alla fine finivano sempre per far pace, poiché non riuscivano a stare lontani per molto a causa del sentimento che li univa. Quella mattina, però, era andata diversamente.
Gaia lo aveva aspettato in cucina, dopo essersi svegliata prima di lui, e poi gli aveva fatto un discorso più che commovente da quanto era triste. Aveva deciso di lasciarlo, aveva deciso di lasciarlo libero e senza pensieri nella nuova avventura che lo avrebbe interessato. Simone aveva tentato di spiegarle che senza di lei, lui non era niente, ma la ragazza era poi uscita di casa senza sentire ragioni e Simone si era ritrovato da solo a fissare il muro, nella sofferenza più totale del cuore spezzato.
Lo stesso stava facendo in quel momento, con lo sguardo perso nel vuoto e i minuti che scorrevano inesorabili, avvicinando il momento in cui l'aereo per Londra lo avrebbe definitivamente allontanato da Gaia, la ragazza che aveva saputo amare come mai nessuna.
Stava rivivendo nella sua mente ogni minuto vissuto con lei, senza curarsi del fatto che aveva iniziato a lacrimare. Si coprì il viso con una mano, dando la sensazione di star dormendo e liberò un leggero pianto. Si era talmente isolato dal mondo che fece un salto quando si sentì appoggiare una mano sulla spalla.
Girò il viso d'istinto e non ebbe il tempo di realizzare che avrebbe scoperto il proprio pianto con chiunque fosse stata quella persona, poiché quella che si ritrovò davanti fu proprio la ragazza che amava più di sè stesso.

Rimase pietrificato qualche istante prima di parlare. - Che... - iniziò. - Che ci fai qui? - riprese mettendosi dritto con la schiena.

Gaia abbassò lo sguardo, era bellissima anche nella sua espressione triste. - Sono stata una stupida. - mormorò guardando il pavimento. - Ti amo più della mia vita, Simo, e non posso permettermi di perderti anche se non saremo più insieme tutti i giorni. - disse questa frase fissandolo negli occhi e il ragazzo credette di non aver mai provato sensazione più bella di quella.

- Ti amo tanto anche io. - furono le uniche parole che riuscì a dire, perché poi afferrò il suo viso e unì le loro labbra in un bacio estremamente dolce e che sapeva di vittoria.

Vittoria che loro due avrebbero riportato sulla distanza, perché l'amore è più forte di qualsiasi cosa, soprattutto il loro.

Richiesta di: michaelikigai

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