25. Federico Bernardeschi, @michaelikigai

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Le notti d'estate erano il momento migliore per guardare le stelle. Poi, quanto più ti trovavi lontano dal centro città, meglio era.
Gaia abitava nella periferia di Torino e, anche se le luci del capoluogo piemontese influenzavano ancora l'ambiente dal punto di vista astrologico, la situazione era sicuramente di gran lunga migliore rispetto al centro.
Quindi alla ragazza piaceva stendersi su un telo in un campo dietro casa, con il suo prezioso cannocchiale accanto in cui infilare l'occhio ogni tanto. Il silenzio totale circondava il luogo, anche le macchine avevano smesso di circolare e i vicini di parlottare. Beh, più che parlottare quella sera era stato davvero un litigare furiosamente e Gaia si era chiesta che voglia ne avessero alle 2 di notte. Poi aveva sentito sbattere una porta e una macchina partire. Non ci diede troppo peso, visto che il famoso calciatore della Juve che le abitava accanto e la sua ragazza litigavano abbastanza spesso, quelle poche volte che entrambi erano in casa. Non che lo spiasse, anche lei con l'università era spesso impegnata, però capitava di fare delle osservazioni.
Ad un certo punto, sentì dei passi dietro di sé, sull'erba, scricchiolanti, e trasalì alzandosi di scatto e voltando il viso in direzione del rumore.

La figura alzò le mani e rivelò una voce maschile. - Tranquilla... - e sorrise.

Gaia lo riconobbe: era proprio il ragazzo che le abitava vicino. Si alzò un po' sorpresa e afferrò la mano che gli stava porgendo.

- Piacere, Federico! - si presentò.

Lo vide per quel che era: un semplice ragazzo con il ciuffo un po' spettinato, con dei vestiti sportivi che chiaramente usava in casa per stare comodo e le infradito. E poi sì, era anche piuttosto carino.

- Io sono Gaia. - ricambiò lei. - Vuoi... sederti? - gli domandò per uscire dalla possibile situazione di silenzio imbarazzante che si sarebbe potuta venire a creare. Le vennero in mente infinite domande e altrettante possibili risposte sul motivo per cui fosse lì, ma ben presto smise di farsele.

Lui accettò sorridendo. - Sapevo che le stelle si vedessero bene solo in campagna. - entrambi i loro visi erano rivolti al cielo scuro.

A quel punto la ragazza si sciolse e, toccata nell'argomento su cui era più informata, prese la palla al balzo iniziando a spiegargli tutti i motivi per i quali a volte valesse la pena cercare lo stesso di guardare il cielo.
Federico non mostrò mai disappunto e il suo viso fu sempre un dipinto di interesse verso le parole di lei.

- Ma tu, invece, perché sei qu? - domandò poi lei alla fine del discorso.

Lui sospirò e abbassò gli occhi su di lei. - Mi sono stancato di dare spettacolo nel quartiere con le litigate con la mia ragazza, quindi credo che sia finita... - le spiegò la situazione con una lieve nota di malinconia, però senza rancore e con un senso di sollievo nella voce.

- Mi spiace... io quando mi sento sola guardo il cielo, anche in città. Potresti provarci anche tu... - sorrise confortante Gaia.

Federico ricambiò e le diede veramente la sensazione che le avessero fatto piacere le sue parole. Poi la guardò negli occhi e abbassò la voce di un tono. - Non ti senti mai sola con le stelle? -

- A volte, ma questa sera no. - rispose sicura Gaia.

Il loro primo breve abbraccio lasciò qualcosa sulla pelle di entrambi, qualcosa che non avrebbe fatto altro che unirli sempre di più nel tempo, attirandoli l'uno verso l'altra.

Richiesta di michaelikigai

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