15. Giovanni Simeone, @mvrtjna

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Martina si rigirava quel maledetto test di gravidanza fra le mani da almeno un'ora, tormentata da pensieri che le riempivano la mente di inquietudine.
Lei e il suo ragazzo, Giovanni, stavano insieme da circa un anno e abitavano entrambi a Genova, la città dove lui faceva il calciatore professionista. Non avevano mai avuto problemi o gravi discussioni, erano sempre andati molto d'accordo visti li interessi comuni e i caratteri tanto simili ma abbastanza diversi da conciliare l'uno con l'altro. Amavano entrambi il cinema, tanto da andarci quasi ogni settimana, e i concerti.
Nelle ultime settimane la ragazza non era stata bene: ogni mattina avvertiva forti nausee che la costringevano a darsi malata a lavoro e al ritardo nel ciclo, aveva cominciato a farsi due domande.
Se rifletteva sull'idea di avere insieme a Giovanni qualcosa di stupendo come un bambino con i suoi occhi, i suoi capelli, il suo sguardo e il suo sorriso, si commuoveva profondamente, ma allo stesso tempo provava un immenso timore, perché un figlio le sembrava una cosa troppo grande.
Quando aveva scoperto di essere effettivamente incinta, il contrasto tra queste due sensazioni aveva raggiunto il culmine e Martina in quel momento era seduta sul divano rannicchiata su se stessa, infreddolita dalla paura.
La paura che Giovanni se la prendesse con lei, la paura che la lasciasse e la paura di non essere all'altezza degli eventi futuri. Non sapeva cosa fare, non aveva la minima idea della posizione che avrebbe preso di fronte al proprio ragazzo e anche se sapeva che forse l'ideale sarebbe stato prendersi del tempo per pensare prima di dirlo a Giovanni, non riusciva a mantenergli segreta una cosa così grande. Aveva deciso di parlargliene e trarre le conclusioni giuste dalla sua reazione, cosa che le metteva addosso una certa ansia.

Giovanni rientrò in casa dopo gli allenamenti e si richiuse la porta alle spalle. - Sono a casa, amore! - esclamò.

Martina deglutì, prima di rispondere. - Sono in salotto. - rispose titubante, con un tono talmente grave che allarmò subito il suo ragazzo.

Lui entrò in salotto e si sedette accanto alla sua ragazza, che non aveva assolutamente una bella cera. La guardò preoccupato e le prese le mani senza guardare, incontrando qualcosa di plastica in mezzo a quelle di lei.
Giovanni corrugò la fronte e abbassò lo sguardo, dichiudendole piano le dita con le proprie. Spalancò gli occhi sorpreso al capire che oggetto fosse quello che aveva Martina e i tasselli nella sua mente cominciarono ad andare al loro posto.

Lo esaminò e rimase senza parole. - Io... - riuscì solo a dire.

Martina premette le palpebre sugli occhi per trattenere le lacrime. - Lo so Gio, io... - mormorò.

Giovanni le strinse di più le mani. - No, Marti... cosa hai capito? - la interruppe. - È una notzia bellissima, io... è stupendo. - aggiunse il ragazzo, emozionato.

La ragazza alzò lo sguardo verso gli occhi di lui. - Quindi tu... - articolare una frase completa sembrava una sfida ostica per entrambi.

Lui sfoggiò uno dei propri sorrisi migliori e si avvicinò un po'. - Certo, forse è un po' presto... ma ora abbiamo questo figlio che arriverà in un po' di mesi e sono pronto ad affrontare questa "sfida" con te. - affermò. - Ti amo, amore mio, e sono sicuro che sarai una mamma perfetta. - disse ancora, spegnendo senza saperlo tutte le sue paure.

Dopo di che si diedero un bacio e Giovanni le accarezzò la pancia, sorridendo e immaginando l'aspetto del loro futuro figlio... o figlia.

Richiesta di: mvrtjna

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