"Ma non c'é un modo per spostare la riunione?". Chiesi per l'ennesima volta alla segretaria dell'università a cui sarei andata appoggiandomi con la schiena contro il muro.
"Mi dispiace, ma non posso fare altro.. la vorrei aiutare con tutto il cuore, ma non é possibile". Rispose la donna dall'altro capo del telefono.
Sentivo il suo dispiacere anche attraverso il telefono, ma forse non era paragonabile al mio di dispiacere.
"Non si preoccupi.. quindi tenga confermato l'icontro per lunedì mattina".
Dopo aver confermato l'icontro staccai la chiamata portandomi una mano tra i capelli, tirandoli leggermente per poi entrare di nuovo in studio.
"Quindi?". Chiese Marta non appena tornai in studio.
"Quindi niente.. non posso partire. Devo incontrare il preside lunedí prossimo". Risposi sedendomi sul divanetto portando lo sguardo su di lei.
Non potevo andare alla mia bellissima vacanza in Grecia.
Marta, Giovanni e Céline mi chiesero più volte se volevano che rimadassimo il viaggio per stare qui con me. Ma non potevo obbligarli a restare con me e per me andava bene che loro partissero.
Quei giorni passarono quasi in modo lento e noioso. Era rimasta da sola a Milano. Marco cercava di contattarmi ogni giorno ma io lo evitavo, non riuscivo a stabilire un nuovo rapporto, mi rendeva dannatamente fragile.
Quel giorno Milano era abbastanza fredda e cupa, esattamente come il mio stato d'animo, mi rispecchiava al meglio.
Imprecai mentalmente per l'ennesima volta quando delle macchine sfrecciavano e lanciavano piccole gocce che si depositavano sulle mie gambe nude. Non era decisamente la mia giornata.
Andai all'incontro con il preside dell'università e vide i miei quadri e disegni su foto. Mi ero candidata per delle mostre che dava l'università ogni anno. Mi dissero di aspettare una loro chiamata, anche se lo avevo colpito molto.
In quel momento ero in un triste bar accanto all'università con una lattina di thé alla pesca. Il bar era quasi vuoto, Milano era quasi vuota. Milano era sempre stata così, in estate si svuotava quasi completamente e si riempiva a settembre quando tutto tornava alla normalità.
In quel momento pensai a cosa ne stessi facendo della mia vita. Non avevo un ragazzo pronto ad amarmi e farmi sentire bene, non avevo ambizioni, non come una volta. Avevo concentrato tutta la mia vita intorno all'arte e in quel periodo nemmeno quello riusciva a farmi sentire libera.
Ci pensó il mio telefonino sul tavolino di legno del bar a distrarmi dai miei pensieri palesemente negativi.Da Marco:
So che sei a Milano, sono sotto casa tua.Cosa ci faceva Marco sotto casa mia? E perché Marco mi stava scrivendo dopo giorni che non ci parlavamo?
Bloccai il telefono senza rispondere, fregandomene delle linee blu che spuntano su whatsapp quando leggi un messaggio. Volevo rispondere, avevo questa voglia di parlargli, di vederlo, ma non potevo permettermi questo. Avevo promesso a me stessa che sarei andata avanti senza di lui. Mi alzai dal tavolino e dopo aver pagato uscii dal bar. Vidi un po' di sole illuminare le strade di Milano e un sorriso mi invase le labbra. Iniziai dunque a camminare per le strade, non volevo prendere nuovamente tutti quei bus per tornare a casa e dunque decisi di camminare a piedi.
Il telefono vibró nuovamente ed era un avviso di chiamata.
Era sempre lui.
"Marco". Mormorai rispondendo velocemente quasi come se avessi paura che lui staccasse da un momento all'altro.
"Dove sei?".
"Cammino per le strade..". Mormorai.
In quel momento entrambi scoppiammo a ridere. Avevamo citato, inconsapevolemente, la sua canzone.
"Vuoi continuare a cantare 'Bellissimo' o magari mi dici dove sei?". Rispose dopo un po'.
"Sto tornando a casa".
"Ti aspetto, ti porto in un posto e non voglio un 'no' come risposta".
Staccai la chiamata con un sorriso sulle labbra. Forse la mia giornata stava migliorando, anche se avevo paura di rivederlo. E come sempre avevo cambiato idea solo nel sentire la sua voce. Mi sentivo davvero lunatica, prima volevo evitarlo e poi volevo averlo.
Raggiunsi casa mia e lo vidi appoggiato alla sua macchina mentre fumava una sigaretta.
"Iniziamo male, Mengoni". Dissi togliendomi gli occhiali così da portarli in testa a mo' di frontino.
Accennó una risata prendendo l'ultimo tiro dalla sigaretta spegnendola poi con il piede dopo averla buttata per terra. Mi avvicinai a lui portando lo sguardo su di lui.
"Ci facciamo una vacanza in giro per l'Italia, torniamo quando ci pare". Rispose lui accennando un sorriso.
"Ma stai diventando pazzo?". Dissi portando una mano sulla sua fronte accennando una risata.
"Vai a prenderti qualcosa, muoviti". Rispose indicandomi con il capo la mia abitazione.
In dieci minuti riempì il borsone di varie cose, come vestiti, trucchi e altre cose varie."Oddio questa canzone!". Esclamai sentendo partire dalla riproduzione dell'ipod di Marco la canzone Valerie di Amy Winehouse.
"Ti ricordi i balli improvvisati quando eri piccina?". Chiese Marco voltandosi verso di me per poi tornare con il volto verso di me.
Quello che non mi aveva detto Marco all'inizio del viaggio era che nel garage di casa sua avremmo poi cambiato macchina. Infatti ci trovavamo in un adorabile mini camper, ci saremo fermati a dormire in quel camper.
"Ero una ballerina nata.. e finita". Mormorai accennando una risata.
La canzone finì e lasció spazio ad una dalle note lenti e dolci.
"Marco.. perché sei qui con me e non con Laura?".
"Ci siamo presi una pausa.. siamo confusi, entrambi".
"Cosa?". Esclamai appena voltandomi completamente verso di lui.
"Ha baciato un altro". Mormoró tenendo le mani ben salde sul volante dell'auto.
"Oh.. mi dispiace". Sussurrai.
Io lo sapevo, sapevo che quell'oca bionda avrebbe fatto stare male Marco prima o poi. Non riuscivo ad accettare l'idea che Marco stesse male, avrei dovuto farlo sorridere. Dovevo farlo sorridere, era mio compito. Nonostante tutto il male che lui mi aveva fatto, io non potevo vederlo in quello stato.
"Ti va se ci fermiamo qui per oggi?". Mi chiese dopo una diecina di minuti di silenzio da parte di entrambi.
"Solo se mi prometti che dormiamo con il tettuccio aperto". Sussurrai guardandolo per poi accennare un sorriso.
"Vuoi guardare le stelle?". Chiese Marco accennando un sorriso per poi voltare a sinistra per entrare nel camping.
"Esatto". Sussurrai.
Prenotammo un posto al camping per una notte e ci diedero il posto su una collinetta isolato dagli altri. Marco ci teneva molto alla sua privacy e in quel momento così delicato voleva passarlo in tranquillità.
Ci sitemammo e dopo che a turno ci cambiammo per dormire restammo all'impiedi ad osservare i letti vuoti.
Abbassai il tavolino portando il materasso su di esso e quella parte formó un letto così appoggiai il lenzuolo e il cuscino stendendomi. Avevo il tettuccio aperto proprio sopra di me, così che io potessi vedere le stelle che riflettevano su di me. Guardare le stelle mi faceva sentire calma, mi trasmetteva una tranquillità che mi serviva assolutamente.
Ci rimasi male quando vidi Marco mettersi steso sul divanetto al mio fianco e non sul letto accanto a me, c'era comunque dello spazio.
"Laura ha baciato un altro, ma anche io sono confuso". Mormoró tutto d'un tratto.
Marco era steso con la schiena contro il materasso del divano e aveva le mani sotto il capo.
"Cosa ti mette in confusione?".
"Chi.. chi mi mette in confusione". Rispose brevemente voltando anche lui lo sguardo verso di me.
Lo guardai per spronarlo a continuare il discorso così da farmi capire la situazione.
"É un'altra ragazza. L'ho vista nascere, nel vero senso della parola. L'ho vista muovere i suoi primi passi, l'ho sentita quando ha detto le sue prime parole. Ho conservato i suoi primi disegni e l'ho sempre incoraggiata ad inseguire i suoi sogni. Ma mi sono comportato da stronzo con lei e mi dispiace da morire, perché io non faccio altro che pensare a lei. Questa ragazza dai capelli biondi mi sta letteralmente uccidendo, mi sta mandando il cervello a puttane e ben presto lì ci finirà anche il mio cuore.. dannazione, sei tu la mia confusione, Carméle".HOLA A TODOS!
Sono tornata con un nuovo capitolo.
Colpo di scena eheh.
Secondo voi come andrà a finire?
Ma secondo voi Laura chi ha baciato?
Fatemelo sapere nei commenti.
Un bacio, alla prossima!
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Avessi un altro modo// MM.
Fanfiction«Stai attenta ha avuto tutto inizio in questa stanza». Carméle and Marco.