MARCO.
"Quindi io torno dopo pranzo, non sentire troppo la mia mancanza". Mi sussurró Laura a pochi centimetri dalle mie labbra. "A dopo, amore".
"A dopo, piccola". Risposi e lei mi lasció un bacio a stampo sulle labbra per poi lasciare la nostra abitazione per potersi recare a lavoro.
Ero rimasto da solo con la mia mente, con i miei pensieri e in quei momenti non era una mia gran alleta.
Dovevo sposarmi, ma in testa avevo tutt'altro che il matrimonio. Passavo ventiquattro ore su ventiquattro a pensare una donna che non era minimamente la mia futura moglie. Pensavo a lei, pensavo a Carméle. Pensavo ai suoi occhi color cristallo, ai suoi capelli biondi.
Dal distrarmi dai miei pensieri fu un messaggio da parte di Laura.Da Laura:
Stasera non posso venire al concerto, devo ritornare a Venezia da mia nonna.. tu vai e divertiti.Io e Laura avevamo comprato i biglietti per il concerto dei Negramaro che erano anche miei grandi amici e ora avevo un biglietto in più. Chiamai Laura per assicurarmi che non volesse che andassi con lei, ma lei mi tranquillizó dicendomi che sarebbe stata lì per il weekend dato che la nonna stava poco bene.
Composi il suo numero velocemente aspettando una sua risposta.
"Mengoni". Esclamó Mél con il respiro leggermente affannato.
"Mél.. che stai combinando?". Chiesi alla ragazza sedendomi poi sul divano.
"Sono a correre con Giovanni". Rispose velocemente.
"Per stasera hai impegni?".
"No, perché?".
"Ti porto al concerto dei Negramaro".
"Marco ma che dici". Rispose lei e la sentii ridacchiare.
"Passo a prenderti alle sette, buona corsa". Dissi a mia volta per poi staccare la chiamata velocemente.
Sorrisi.
Ero felice, perché l'avrei rivista. Avrei rivisto la mia piccola Mél, con i suoi occhioni chiari, i suoi capelli biondi e le sue lentiggini che adoravo. Le aveva solo sulle guance e sul naso e in estate si evidenziavano di più.
Così appena furono le sei iniziai a prepararmi indossando dei semplici jeans stretti, una camicia bianca e delle converse dello stesso colore della camicia. Aggiustai il ciuffo e dopo aver preso le chiavi della macchina e ciò che mi serviva mi avviai verso l'auto dirigendomi verso casa di Mél.MÉL.
Ero da mezz'ora a fissare l'armadio mordicchiandomi il labbro inferiore pur sapendo che Marco sarebbe arrivato da lì a pochi momenti.
"Hai un appuntamento con Marco Mengoni". Mi disse Céline girando sulla sedia girevole della mia cameretta.
"Smettila, non é un appuntamento". Mormorai prendendo un cuscinetto dal mio letto tirandoglielo dritto in faccia.
Scoppiammo a ridere portando insieme lo sguardo sull'armadio.
Alla fine indossai una salopette con dei pantaloni lunghi che arrivavano leggermente sopra le caviglie che le lasciavano scoperte con sotto di essa una semplice t-shirt grigia con delle converse nere. Mi truccai come al solito e lasciai i miei capelli mossi arrivarmi alle spalle.
Céline e Giovanni mi guardavano già da un po', guardando il mio outifit.
"Sei bellissima". Risposero poco dopo.
Suonó il campanello e dopo aver salutato i due mi avviai verso l'uscita così da salire in macchina di Marco.
"Ma come siamo belle". Commentó Marco dandomi un bacio sulla guancia.
"Tu? Molto". Risposi allacciando la cintura di sicurezza, portando poi lo sguardo su di lui.
"Hai mai conosciuto Giuliano?".
"No, sono solo andata ad un concerto tempo fa". Risposi.
Vidi Marco sorridere e annuire: aveva qualcosa per la testa."Marco, ho l'ansia". Mormorai sedendomi al nostro posto. Eravamo nelle tribune.
I negramaro erano artisti a cui ero sempre stata affezionata e c'ero già stata ad un loro concerto prima che partissi per l'Irlanda.
"Dai, facciamoci un selfie, aggiornamo l'esercito". Rispose Marco prendendo il suo telefono dalla tasca dei pantaloni per poi aprire la fotocamera interna.
Avvolsi le braccia intorno al suo collo appoggiando le labbra sulla sua guancia e lui scattó la foto pubblicandola sui vari social per tenere aggiornati i suoi fan, ovvero l'esercito. L'esercito ormai mi conosceva e molte fan avevano iniziato a 'shippare' la coppia 'Marèle' ovvero l'unione dei nostri nomi. Erano dei pazzi, ma io li adoravo, perchè rendevano Marco forte ed invincibile.
"Laura? Dov'é?". Chiesi portando lo sguardo su di lui.
"A Venezia, la nonna non sta tanto bene". Rispose lui semplicemente.
Annuimmo entrambi non sapendo come continuare quella conversazione.
Mi sembrava di essere tornata ai vecchi tempi con lui, eppure lui stava per sposare un'altra donna e forse questa era una delle cose più difficili da mandare giù.
Il concerto iniziò così iniziai a concentrami su di esso.MARCO.
La vedevo cantare a squarciagola le canzoni, a muovere il capo e di conseguenza i capelli a ritmo della musica. La vedevo sorridere e ridere ed era la cosa più bella di tutto questo interno mondo. Non avevo fatto scelta più giusta di questa di chiamare lei e non qualcun'altro.
«Stai attenta ha avuto tutto inizio in questa stanza».
Mi venne in mente quando al mio concerto qui al Mediolanum forum c'era il mio concerto e lei era con me.
Lì iniziai a capire davvero cosa io provassi per lei, la vidi per la prima volta come una donna e non come la bambina sorella del mio migliore amico. La vidi per la sua bellezza, per la sua semplicità e forse me ne innamorai proprio lì. Mi avvicinai di più a lei così che il mio sussurrare quelle parole arrivassero dritte al suo orecchio e capisse per chi le stavo cantando.
Forse stavo sbagliando tutto, stavo sbagliando a dare tutte queste attenzioni ad un'altra donna che non era quella che avrei sposato. Ma in quel momento, in tutti i momenti con lei, quella sembrava la cosa giusta da fare.
Carméle cercó la mia mano con la sua e avvolse le dita intorno alla mia mano. Quel contatto mi fece rabbrividire, ma con estrema calma portai il mio pollice ad accarezzare delicatamente il suo dorso della mano.
«Che s'innalza altissimo intorno a noi bellissimo, attenta».
La sua testa appoggiata sulla mia spalla, il suo cuore che si confondeva con il mio.
Avrei voluto baciarla, avrei voluto davvero.
Per tutto il concerto io e Mél lo passammo esattamente a guardarci, a ridere, a cantare e a sorriderci.
"Marco, che piacere!". Esclamó Giuliano dietro al backstage una volta finito il concerto.
"Giulià". Esclamai abbracciandolo. "Voglio presentarti una vostra grande fan". Aggiunsi indicando la bionda al mio fianco.
"Piacere di conoscerti, io sono Giuliano.. tu devi essere Laura?".
Vidi Mél ridacchiare appena per poi scuotere il capo, afferrando la sua mano per stringerla.
"No, sono Carméle". Rispose sorridendo.
Li vidi iniziare a chiacchierare sul concerto, sulle origini da cui proveniva Mél e da come ci conoscevamo io e lei. Era tutto assolutamente perfetto ai miei occhi. Lei lo era davanti ai miei occhi mentre si portava una ciocca di capelli dietro all'orecchio accennando piccoli sorrisi di tanto in tanto. Ogni cosa che riguardava Mél ai miei occhi appariva bello e perfetto.
Salutammo Giuliano e tornammo in auto dopo che feci delle foto con delle fan che mi avevano visto. Alcune erano felici di vedermi nuovamente con Mél, dicevano di vederla molto affezionata a me.
Entrammo in macchina e restammo fermi immobili. Volevo dire qualcosa, la necessità di dire qualcosa era troppa, ma anche la paura era troppa. Avevo paura di dire cose che non dovevo dire affatto, avevo paura di dire qualcosa che l'avrebbe ferita e in passato avevo già ferito abbastanza Mèl. Ad esempio quando annunciai che pochi mesi e avrei sposato Laura. Nessuno forse lo aveva visto, ma io sì. Io avevo visto quel luccichio negli occhi di Carméle appena annunciai il matrimonio, voleva piangere, ma lei era troppo forte e orgogliosa per piangere davanti a qualcuno. Avevo ferito Carmèle, ne ero consapevole, ma io davvero amavo quella donna, ovvero Laura, la amavo davvero anche se forse non sapevo dimostrarlo. C'era sempre stata per me, anche quando ero fuori città e mi mancava casa, lei c'era e forse per questo mi innamorai di lei tanto da tornare a casa con lei e spezzare la promessa con Mél. Carméle aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei ed io non riuscivo a prendermi cura nemmeno di me stesso, non sarei stato capace di renderla felice.
Tornai alla realtà e mi voltai verso di lei. Il viso era illuminato solo dalla luce della luna, vedevo i suoi capelli leggermenti gonfi per l'umidità che regnava nel palazzetto. Vidi il trucco leggermente sbavato e le sue labbra rosse. Era così bella che non credevo che fosse davvero reale e che fosse al mio fianco.
"Ti va se andiamo a mangiare qualcosa?". Le chiesi accendendo il motore per partire.
"Basta che non sia carne o altro". Rispose lei accennandomi un sorriso.
Sapevo che lei fosse vegetariana e per questo fin da subito avevo pensato ad un ristorante appena fuori città dove aveva molti piatti per questo genere di gusti.
Quindi iniziai a guidare verso la meta predisposta da me e nel frattempo presi una sigaretta dal pacchetto sul cruscotto così da accenderla e portarla alle labbra.
"Ancora con 'sto vizio". Sbottó la bionda al mio fianco aprendo il finestrino così da avere più aria pulita.
Carméle odiava il fumo, odiava l'alcool, odiava qualsiasi sostanza che poteva farle male. Le sue condizioni salutari non erano delle migliori ed era peggiorata molto negli ultimi due anni e per questo doveva evitare delle cose come il fumo, l'alcool o altre cose.
"Il lupo perde il pelo ma non il vizio". Risposi accennando una risata.
"Dai buttala". Sussurró voltando lo sguardo verso di me assumendo un espressione abbastanza seria, ma dolce allo stesso tempo sul suo volto.
Tirai l'ultimo tiro da essa e buttai la sigaretta non finita sull'asfalto e ricevetti anche una sua occhiataccia.
Altra cosa a cui teneva Mél. Teneva molto alla natura.
HOLA ESERCITO!
Eccomi con un nuovo capitolo!
Dovevo assolutamente mettere all'interno del capitolo questa canzone dei Negramaro, perchè la amo e la fissa non mi passa da mesi.
Dunque come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e lasciatemi dei commenti.
Grazie a chi sta seguendo la storia. Siete davvero fantastici!
Un bacio, alla prossima!
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Avessi un altro modo// MM.
Fanfic«Stai attenta ha avuto tutto inizio in questa stanza». Carméle and Marco.