Capitolo 19.

394 14 4
                                    

Da quando eravamo rientrati Marco non mi aveva rivolto la parola, anche se alla disposizione dei tavoli Laura ci aveva messo l'uno accanto all'altro.
Al tavolo c'erano oltre noi due Marta, Davide, Cèline e Riccardo, mentre dietro di noi c'era il resto della band.
La sala era accogliente tutta addobbata con rose di colore bianco e petali di colore rosa e blu. Al nostro tavolo come centro tavola c'era un piccolo vaso rotondo e ampio con della sabbia color turchese e delle rose bianche. Amavo le rose bianche.
La famiglia di Laura era accogliente e simpatica , il contrario della figlia. Avevo parlato molto con il padre di Laura il quale era un professore della mia università, ma non era un mio di professore.
Vidi Marco alzarsi per raggiungere la mamma di Laura, anche se ormai era chiaro a tutti che i due non si amassero, la mamma di Laura adorava Marco quasi come un figlio.
"Mi dici che succede?". Mi chiese Riccardo sporgendosi verso di me per guardarmi bevendo un sorso di vino bianco che Marco aveva versato nei bicchieri di tutti, tranne nel mio.
Anche se era visibilmente arrabbiato con me si preoccupava comunque per me e questa cosa non passava inosservata assolutamente.
"Gli ho fatto capire di non voler far parte della sua vita".
"Ma perché mai?".
"Perchè le persone sono cattive ed io non voglio sentirmi osservata anche quando vado al supermercato, Ricky". Mormorai prendendo il calice dove c'era dell'acqua naturale per berne un sorso.
Non sapevo esattamente come mi sentivo, ma quella lontananza, quella freddezza nel rapporto tra me e Marco in quelle due ore mi formava un buco allo stomaco. Non riuscivo esattamente a sentirmi al mio agio senza le sue parole, senza i suoi abbracci o le sue carezze. Perchè io mi sentivo sempre fuori luogo, ma quando c'era lui insieme a me mi sentivo come se potessi affrontare tutto. Questo ragionamento contorto nella mia mente mi fece capire che avrei potuto affrontare facilmente anche quella cosa purchè lui sia accanto a me.
"Devi solo capire se vale la pena sopportare tutto questo per lui".
Valeva la pena?
Avrei potuto svegliarmi con il sorriso sulle labbra ogni giorno, avrei potuto avere i suoi sorrisi dinanzi a me ogni giorno. Avrei potuto abbracciarlo ogni volta che lo volevo. Avrei potuto sentire le sue carezze ogni volta.
Assolutamente sì. Valeva la pena sopportare i commenti, gli sguardi o la cattiveria delle persone per Marco.
Sorrisi a Riccardo ragalandogli un piccolo abbraccio per poi alzarmi.
"Prendi questa". Disse poi porgendomi la sua felpa, vedendomi solo con il top data la temperatura calda grazie ai riscaldamenti.
Afferrai la sua felpa mormorando un grazie per poi indossarla e presi il telefono dirigendomi verso l'uscita.

A Marco:
Sono fuori, ti aspetto.

Vidi dopo qualche minuto le linette diventare blu, ma nessuna risposta.
Mi strinsi nella felpa di Riccardo sedendomi sull'altalena che c'era fuori. Sentivo la musica provenire dall'interno, era una musica lenta e immaginai che Marco era impegnato in un lento con qualsiasi persona all'interno della sala.
"How would you feel
If I told you I loved you
It's just something that I want to do
I'll be taking my time
Spending my life
Falling deeper in love with you
So tell me that you love me too".
Le dolci parole della buona musica di Ed Sheeran mi riportarono subito alla mente lui.
Io passavo la mia intera vita ad innamorarmi di lui.
Chiusi gli occhi, appoggiando il capo contro la catena dell'altalena, cullandomi dolcemente e risperando a pieni polmoni l'aria fresca e pulita. Passarono pochi minuti e d'un tratto un cigolio mi fece aprire gli occhi costringendomi a guardare di lato. Marco era seduto lì su quell'altalena portando lo sguardo davanti a lui.
Entrambi eravamo delusi. Quella sera il cielo non era blu scuro, non aveva piccoli puntini luminosi, era rossastro con delle nuvole scure, quasi nere.
"Ho sbagliato". Mormorai d'un tratto portando lo sguardo dinanzi a me. "Penso e penso, ma non so dove arrivare. Agisco di conseguenza, ma sai cosa? Non m'importa degli altri, possono parlare anche tutta la vita, io voglio stare accanto a te, qualsiasi sia il prezzo da pagare, qualsiasi siano gli insulti o semplicemente dei pregiudizi". Sussurrai voltandomi verso di lui che nel frattempo si era voltato per guardarmi.
"Sai molte volte anche a me innervosisce questa cosa. L'essere osservati a tutte le ore del giorno, ovunque si va, sentirsi dire commenti poco carini.. dovevo capirti e invece ti ho dato contro senza soffermarmi a pensare come ti sentissi".
Ci alzammo contemporaneamente così da avvicinarci e stringerci in un abbraccio. Nessuno dei due aveva programmato o annunciato quell'azione eppure i nostri corpi si sono si sono alzati nello stesso momento. Le nostre menti erano davvero collegate alcune volte.
"Andrà tutti bene". Mi sussurrò all'orecchio per poi stringermi maggiormente al suo petto.
Una delle cose che amavo, amavo davvero tanto, era il profumo di Marco. Ti innebiava i sensi provocandoti dei brividi lungo tutta la schiena.
Rientrammo poco dopo tornando al nostro tavolo. Mangiammo e a mia sorpresa scorpii che Laura aveva fatto un menù a parte per me, essendo vegetariana. Non mi sarei mai aspettata un gesto così gentile da parte sua così dopo aver mangiato il primo piatto mi alzai andandola a ringraziare.
Forse il mio odio verso lei nasceva dall'amore che nutrivo per Marco. Insomma se avessi conosciuto Laura solo come ragazza di mio fratello forse mi sarebbe stata simpatica.
"Grazie mille per il gesto, Laura". Le dissi sedendomi accanto a lei e mio fratello.
"Non avresti mangiato nulla e non mi andava di vederti rigirare le cose nel piatto con uno sguardo disgustato". Accennó lei una risata per poi farla scemare ritornando seria per guardarmi. "Siamo partite con il piede sbagliato, io sono entrata nella tua vita facendoti del male.. perchè io vedo come guardi Marco e da un altro lato vedo anche come Marco guarda te. Non ho mai visto due persone innamorate come voi. Vi amate da un tempo che forse nessuno potrebbe capire, vi amate da sempre, da quando ricordate ed io ero solo un ostacolo che voi avete superato".
Le sue parole mi lasciarono senza parole. Non sapevo cosa dirle, cosa rispondere, mi limitai ad annuire e portare lo sguardo fisso su di lei.
Una delle persone che forse ho odiato di più nella mia vita aveva capito la vera me, aveva capito la mia situazione con Marco e non tutti riuscivano a capirci. Perchè il nostro amore eda strano, insano. Ci fa stare male, ma ci rende vivi.
"Grazie". Sussurrai a Laura.
Quella mia risposta poteva sembrare del tutto insensata e di poco conto, ma sapevo che Laura aveva afferrato il lungo messaggio nascosto sotto quel 'grazie'.
In fondo Laura era una semplice ragazza che due anni prima si innamorò della stessa persona che amo io, non ne aveva colpe. Incolpavo sempre Laura per l'allontanamento tra me e Marco quando gli unici responsabili eravamo noi stessi. Eravamo spaventati da ció che provavamo, non sapevamo come gestire quell'amore più grande di noi e così lo lasciammo andare nell'aria. Come due piume nell'aria.
"Invito tutte le coppie ad alzarsi e ballare questo lento". Una voce al microfono, la sua voce. Marco si era posizionato dietro l'asta con il microfono. Ci alzammo avvicinandoci a lui, anche se io restando sola mi feci un po' da parte.
"Allora.. probabilmente questo è uno dei discorsi più stupidi che io farò, ma volevo augurare tutto il bene del mondo alla festeggiata, a Laura. Nonostante tutto io ci sarò con te, come hai fatto tu in questi anni, anche se le nostre strade hanno preso due direzioni diverse. Buon compleanno ancora". Disse Marco per poi fare cenno a Peter che inizió a muovere le corde della sua chitarra. Bastarono le prime note a farmi capire la canzone di cui si trattava.
«Vedi si rimane in piedi, anche se tu non ci credi.
Dimmi cosa vuoi sapere, cosa vuoi di questo amore».
Tutti intorno a noi iniziarono a ballare al centro della stanza. Tutti erano troppo impegnati per badare a noi, ai nostri sguardi.
Cosa volevo da quell'amore? Solo che diventasse reale.
«Anche se non respiro e non mi vedo più in un giorno qualunque dove non ci sei tu.
Anche se aspetto il giorno quello che dico io dove ogni tuo passo si confonde col mio».
Ed era vero. Un giorno senza di lui equivaleva ad un giorno di sopravvivenza dove il respiro è corto e ti senti come se una mano ti stringesse il cuore così da farti mancare il fiato. Era anche vero che in un modo o nell'altro le nostre strade si incontravano sempre. Prendevamo strade diverse, ma entrambe portavano allo stesso punto d'arrivo, quello insieme.
«Forse serve un po' di tempo.
Credo, spero, penso e sento.
Voglio essere importante per te che me ne frega dell'altra gente».
Sorrisi al cambio di frase, ma Marco era così. Seguiva l'istinto, quello dell'artista.
E forse lui nemmeno si rendeva conto di quanto fosse importante per me, di quanto io ci tenessi a lui. Che m'importava degli altri se potevo avere lui? Cosa me ne facevo del bene di qualcun altro se potevo avere il suo?
«Niente da dire, niente da fare.
Forse c'è un tempo per riprovare».
C'era davvero un tempo per noi? Potevamo ancora riprovare ad essere un 'noi'? Potevamo riprovarci e questa volta lasciare che le cose vengano da se?
«Perchè tu sarai sempre il mio solo destino, posso soltanto amarti, senza mai nessun freno».
Ed era vero.
Il mio destino era lui. Marco era il mio destino, l'unico uomo che avrei amato per sempre.
'Perchè ti amo, Marco, ti amo veramente'.
Sussurrai nella mia mente nel momento in cui i nostri occhi si incrociarono ancora una volta e in quel momento avrei preferito che Marco sapesse leggermi nella mente per sentire quel mio pensiero che a voce non avrei mai detto. Perchè la paura di essere respinta, la paura di fallire mangiava ogni cellula del mio corpo, rendendomi debole. Avrei voluto avere il coraggio, lo stesso coraggio che mi fece partire per l'Irlanda lontano da tutti. Avrei voluto avere il coraggio per dirgli tutti i miei sentimenti.
Lo guardai, sperando che almeno lui si accorgesse delle parole non dette.

HOLA ESERCITO!
Ecco il capitolo che vi avevo promesso!
Fatemi sapere cosa ne pensate sotto nei commenti.
Vi aspetto.
Un bacio, alla prossima!

Avessi un altro modo// MM.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora