Capitolo 15

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"Mél..". Marco sussurró il mio nome aprendo leggermente gli occhi.
Io ero già sveglia e pronta per andare all'università. Avevo indossato più o meno l'outfit dei giorni precedente cambiando solo il colore del maglioncino e il colore delle scarpe. Usai quel giorno un rosa antico, un colore che amavo da sempre. I colori pastello erano tra i miei preferiti oltre al nero.
"Buongiorno dormiglione". Sussurrai portandomi lo zaino sulle spalle, avvicinandomi poi al letto per raggiungerlo.
"Devi già andare?". Mi chiese guardandomi mettendosi seduto al centro del letto.
"Oggi Riccardo non verrà e sono senza macchina, quindi io e Céline dobbiamo scendere prima".
"Vi accompagno io".
E così Marco dopo aver baciato la mia fronte si alzó andando a prepararsi per accompagnarci a scuola.
Io scesi in cucina, mangiucchiando una fetta di pane tostato con della marmellata alla pesca.
"Qualcuno sta mangiando, che miracolo!". Esclamó Giovanni scoppiando a ridere portando lo sguardo su di me.
"Simpatico". Mormorai accennando un sorriso del tutto ironico per poi afferrare il tappino del succo lanciandoglielo.
Lo vidi sorridere e sorrisi insieme a lui.
Giovanni odiava vedermi stare male, come tutti gli altri fratelli ed ora nel vedermi sorridere e soprattutto mangiare gli riempiva il cuore di gioia. Dormire con Marco mi aveva aiutata molto quella notte, il suo profumo, le sue mani pronte ad accarezzarmi prima di dormire. E quel giorno non potevo far altro che sorridere alla vita, di sorridere alle persone che mi avevano vista per troppo tempo con il volto distrutto.
Portai intando lo sgurdo su Giovanni ed era molto più distrutto dei giorni precedenti.
"Ne parliamo stasera". Sussurrò lui capendo il mio sguardo.
Dopo che anche Marco fece colazione salutammo gli altri e salimmo in macchina. Io mi misi avanti con Marco e Céline dietro nel posto centrale così da sbucare con il volto davanti con noi.
Marco accese il motore per poi partire e sentimmo in quell'istante il telefono squillare.
"Giulià, pure alle otto de mattina?". Disse Marco appena rispose.
Dal tono amichevole e ironico con cui Marco aveva chiamato il ragazzo dall'altro capo del telefono avevo capito all'istante che si trattasse di Giuliano dei Negramaro. "Sì, l'ho ascoltata ieri e mi sembra perfetta per quello che ti avevo raccontato..".
Una canzone. Stavano parlando di una canzone. Portai il capo sul sediolino affondandolo quasi sbuffando. La curiosità mi stava uccidendo davvero e ci sarebbero stati altri tre mesi prima dell'uscita dell'album. Una vera e propria tortura.
Marco si fermó ad un semaforo portando lo sgaurdo su di me ridacchiando.
"Sto accompagnando Mél e Céline all'università, quindi tra una mezz'oretta sono da te". Rispose dopo un po' e poi staccó.
Lo guardai assottigliando lo sguardo, girandomi completamente verso di lui. Quasi lo supplicavo con lo sguardo.
"Non ti dico nulla". Sussurró semplicemente accennando una risata.
"Ti odio". Sbottai per poi tenergli il muso lungo portandomi le braccia in modo conserto al petto, guardando davanti a me.
Céline osservava la scena divertita messaggiando con il suo telefono. Di sicuro era il suo amorso, lo capivo da come sorrideva. Mi ritrovai a pensare a me se in quel momento al posto di Céline ci fossi stata io a scambiarmi dolci messaggi con la persona che amo, con Marco. A come sarei stata felice nel saperlo mio, nel sentirlo mio.
Un piccolo sorriso amaro si fece spazio sulle mie labbra che feci scemare subito dopo, non volendo dare nell'occhio.
"Marco fermami qui, è venuto Davide". Disse Céline e Marco fermó l'auto al marciapiede dove c'era Davide.
Salutammo i due piccioncini per poi ripartire. Continuai a guardare davanti a me, ignorando completamente Marco. La situazione mi divertita parecchio e infatti serrai le labbra per evitare di sorridere o di ridere.
"Ma dai, parlami". Mormoró Marco guardandomi, ma io continuai ad ignorarlo. "Prendi il mio telefono e leggi la conversazione con Giuliano". Disse cedendo finalmente.
"Grazie!". Esclamai dandogli un bacio sulla guancia per poi prendere il suo telefono. Sbloccai il telefono con il codice, che ovviamente conoscevo, cliccando poi sull'app che usavano per scambiarsi messaggi aprendo infine la chat.
Lessi che Marco aveva chiesto a Giuliano di scrivere una canzone per l'album. Ma la cosa che mi lasció senza parole fu la tematica della canzone.
"Marco..". Sussurrai guardandolo con il suo telefono tra le mani.
"Hai lezioni importanti?".
"No, perché?". Chiesi stranita.
"Allora ora vieni con me".

Avessi un altro modo// MM.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora