Act 2.18. Perché

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Clary ripose i piatti nel lavello e le posate tintinnarono contro la ceramica. ‒ Non è giusto. – disse.

Sebastian la strinse a sé da dietro e posò il mento sulla sua spalla. ‒ Cosa, sorellina?

Lei gli accarezzò il dorso delle mani. ‒ Combattere. – sussurrò. Ci aveva pensato tutto il giorno e non poteva più tenerselo dentro.

I muscoli di suo fratello si tesero. ‒ Non sarai mai dalla mia parte.

Clary abbassò gli occhi sulle loro dita intrecciate. ‒ Jonathan...

‒ Perché non puoi scegliere me?

Deglutì. ‒ Lo sai.

Lui inspirò il suo profumo. ‒ Sì, lo so. ‒ Sciolse la stretta e lasciò la stanza.


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Calma e tranquillità non potevano durare molto, dopo la bomba sganciata da Jonathan, ma almeno Clary lo ha chiamato con il nome che lui ha scelto. Fosse solo quello il problema, sarebbe tutto risolto, ma non riesce proprio a mandare giù il rischio di vincere la guerra al fianco di suo fratello. Siamo già a quasi due terzi del mese e il tempo inizia a non sembrare più così tanto. Forse non riuscirà a fargli cambiare idea. E forse anche lui inizia a pensare qualcosa di simile. Quanto dite ci metteranno, a iniziare a giocare sporco?

 

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