third

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La loro serata passò in tutta tranquillità sul divano,non erano una famiglia chissà quanto speciale,erano ragazzi semplici. Semplici era l'aggettivo giusto,non "normali". Loro di normale non avevano un bel niente,erano due super soldati geneticamente modificati con una figlia e facevano parte di un'organizzazione di supereroi strambi. Se ripensavano alla loro vita trovavano memorie di infanzia un pò sbiadite. Ricordavano insieme i momenti che avevano trascorso,si ricordavano di quel bambino della quarta elementare di cui tutti avevano paura e a cui avevano tirato del cibo facendolo arrabbiare,si ricordavano di quella volta in cui tornarono a casa tutti infreddoliti,sporcati dalla neve e ricevettero una strigliata dalle loro madri,si ricordavano quando il biondo tornò a casa con un occhio nero,si ricordavano di quella volta in cui erano scappati nel bosco vicino ed erano stati per ore seduti a ridere,si ricordavano delle cose che si erano lanciati la sera prima che Bucky partisse per l'esercito...La memoria però aveva perso ben settant'anni di vita. Nessuno avrebbe potuto ridargli quegli anni ma a nessuno dei due importava,quello che il presente e l'era moderna gli aveva riservato era più importante. Il futuro gli aveva dato tutto quello che di bello c'era. In quel momento Bucky guardava Steve dormire. Lui era la sua cosa bella insieme alla sua bambina. Quei capelli biondi scompigliati,le labbra rosee schiuse,le ciglia lunghe che posavano sulle guance lo facevano uscire matto.
-Come ho fatto a scordarmi di te?- sussurrò con un sorriso. -Come ho potuto solo per un momento rimuovere il tuo viso? Come ho fatto a rimuovere questi sentimenti? Sapessi quanto mi mancavi- parlava da solo. Parlava al buio. Parlava alle stelle come se lo stessero ad ascoltare. Il viso illuminato dalla luce della luna,le braccia poggiate alla ringhiera del piccolo balcone e il solito sorrisetto birbante. Non era abituato a dormire,non gli piaceva perdersi quella che era la notte. La notte lui la amava. Gli piaceva il silenzio che regnava ovunque,il vento fresco e la luna. Solo quando il sole sorgeva si andava a rimettere a letto e dormiva sereno. Si risvegliava sempre con il biondo accanto ma quella mattina non era lì.
-Stevie?- si stropicciò gli occhi e si tolse le coperte di dosso. Camminava a piedi nudi per la casa,la bimba dormiva nel suo letto e di Steve nessuna traccia.
-Se mi stai facendo uno scherzo,sta funzionando. Avanti vieni fuori-.
Parlava ad alta voce per farsi sentire.

Dove si era cacciato Steve?

La porta fece uno scatto e si aprì. Ecco Steve.
-Ma dove eri finito? Sono le 7 di mattina!- gli andò incontro.
-Bucky mi sa che l'orologio non lo sai leggere- rise -è quasi mezzogiorno-. Aveva dormito un sacco,più del solito.
-Ah,scusami ero preoccupato per te idiota!- gli diede uno schiaffo sul braccio facendolo ridere più forte. Una volta finito di ridere Steve tornò alla realtà. Quella mattina era successo di tutto e Bucky non ne sapeva niente,forse era meglio non dire nulla. Era corso a casa di Natasha e ci era rimasto per quasi tre ore.

Che faccio? Gli dico tutto o no? Devo o non devo?

Decise di aspettare ancora,almeno finchè lui non si fosse accorto che qualcosa non andava. Purtroppo per lui non ci mise molto ad accorgersi che era strano. Si muoveva come un ladro mentre preparava il pranzo ed era pensieroso. Di solito il biondo era il contrario,smantellava mezza casa quando cucinava ed era chiacchierone. Era ovvio che qualcosa non quadrava.
-Allora,punk, me lo dici o no che hai? Mi sembri indeciso- disse James con ls forchetta in mano.
-Non è semplice,dammi tempo- si poggiò al tavolo Steve.
-Che fai? Mi tradisci di già?- sorrise il soldato -Guarda che ho una forchetta come arma Rogers- lo minacciò agitando la forchetta.
-Lo sai che non è da me una certa cosa. È una cosa seria,stammi a sentire...- iniziò a raccontare al moro quello che gli era successo la stessa mattina e anche altri dettagli delle settimane precedenti. Nessuno dei due poteva crederci.

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