fifth

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Quando quasi nove mesi prima Steve lo aveva detto a Bucky,quest'ultimo era totalmente impazzito. Correva qui e lì come un adolescente impaurito,si chiedeva come era possibile. A scuola avevano imparato che un maschio non poteva avere figli e invece un bel giorno il suo ragazzo gli dice che aspetta un bambino. Così,dal nulla. All'inizio pensava fosse uno scherzo,poi era passato dai soliti cinque stadi per arrivare all'accettazione.
Rifiuto: Bucky si era rifiutato di credergli e aveva passato giorni a negare la cosa,mentre Steve girava per casa tranquillo.
Rabbia: quello era stato un pò terribile per Steve. Il moro dava di matto,si arrabbiava ogni volta che lo guardava e non sapeva nemmeno lui come reagire.
Negoziazione: cercava risposte e analizzava tutto,dall'inizo alla fine. Come,quando,dove,chi,cosa,perchè. Voleva dare risposta a qualcosa che non ne aveva.
Depressione: era sprofondato nella tristezza. Steve gli diceva che non era nulla di grave e lui rispondeva con "ti ho rovinato" e partiva un discorso che non c'entrava mai nulla. Il biondo stava lì ad accarezzargli il capo e a dirgli di smetterla di fare il cretino.
Accettazione: okay adesso si era fatto convinto. Steve aspettava un bambino per qualche strana ragione e lui era il papà del piccoletto. Non doveva preoccuparsi e non doveva impanicare,doveva starsene tranquillo e buono,doveva solo aiutarlo.
-Bene,hai finito di fare il super esagerato? O ne hai ancora per molto?- gli chiese Steve.
-Penso di aver finito,è tutto okay- sorrise.
-Tu sei pazzo,davvero. Sei sempre eccessivamente esagerato...Come si dice? Ah si,Drama Queen,ecco cosa sei- rise.
-Dai Stevie,non mi prendere in giro- mise il broncio.
-Guardatemi sono James Buchanan Barnes e piango perchè ho messo incinta il mio fidanzato- lo scimmiottava. Si divertiva a prenderlo in giro,gli piaceva quella faccia da offeso che faceva. In un primo istinto di sedette sulle sue gambe e gli spostò una ciocca dietro l'orecchio.
-Sto scherzando- gli disse piano mentre i loro visi si facevano più vicini -jerk-. Questa volta si che lo aveva provocato. James non esitò a baciarlo,nemmeno per un attimo. Steve lo spinse giù facendogli poggiare la schiena sul divano in pelle bianca.
-Non ci provare Stevie- sorrise sarcastico. Ripresero a baciarsi. Steve tirava la maglia del moro e quello se la godeva a vederlo fare così. In quell'esatto istante in cui non potevano più tornare indietro iniziarono ad avere paura. Tutte le domande e tutti i dubbi che non avevano avuto in una settimana,li stavano avendo in quel preciso istante. James si chiedeva se sarebbe andato tutto bene,se a Steve avrebbe fatto male,se sarebbe stato difficile. Aveva troppi 'se' nei suoi dubbi. 

Che ne sappiamo noi di come si crescono due bambini?

Se lo avesse chiesto al biondo , quest'ultimo gli avrebbe risposto "Non ne sappiamo niente eppure con Melanie va tutto bene". Ma lui avrebbe insistito,la sua testa insisteva. Quando la nostra bambina avrà sedici anni,saremo ancora in grado di gestirla poi così bene? E se le cose si mettessero male? Si faceva domande su domande e non era l'unico. Steve non era mica rimasto con le mani in mano da quando aveva scoperto di aspettare un bambino. Aveva fatto tutte le ricerche possibili e immaginabili. Si era pentito amaramente,aveva letto che era tutto un inferno e la parte peggiore era mettere al mondo il bambino. Si era a dir poco spaventato a morte. Il biondo non aveva paura dei bulli,non aveva paura di strani alieni,non aveva paura di combattere, non aveva paura di vedere la morte eppure aveva paura di avere un bambino. Chiunque gli avrebbe dato del pazzo. Tutti sono felici all'annuncio di un nuovo membro della famiglia,tutti sono felici quando una nuova vita si preannuncia. Le sue domande erano meno difficili di quelle del moro,forse per pigrizia o forse per paura non se ne poneva molte. Porsi delle domande per lui era abbastanza facile e una volta dato il via era capace di non fermarsi mai più,quindi le bloccava. 

Come diavolo ci è finito qui? Che diamine succede? Farà male o no? Che succederà dopo?

Era presto per dare una risposta a tutte quelle domande che fino a quel momento non avevano avuto così tanta importanza. Sapevano che prima o poi avrebbero saputo rispondere a ognuna delle loro domande,ad ogni se e come,ad ogni singolo perché, ma il momento giusto non era quello. Dovevano vivere di giorno in giorno per scoprire cosa li aspettava. 

'Till the end of the lineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora