seventh

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Bucky era arrivato nell'arco di dieci minuti all'edificio. Ci era andato di corsa,prendendo Melanie in braccio e le chiavi della macchina. Mentre guidava come un pazzo pensava a cosa stavano facendo a Steve nel frattempo,sapeva che l'unico modo era fare un taglio cesareo e il moro si chiedeva come stava. Si stava preoccupando da una parte perchè i rischi erano molti e al biondo poteva succedere qualunque cosa,mentre dall'altra era estremamente felice. Erano bastati cinque minuti a concentrare cento pensieri,la mente umana riesce sempre a sorprendere. Una volta arrivato vide una donna mentre aspettava seduta nel corridoio con un cellulare in mano. Le si avvicinò e riconobbe il telefono di Steve.
-Lei è la signorina che ha chiamato? Sono stato scortese a telefono,mi scusi- le sorrise. La mano di metallo era stretta da quella di Melanie e lui porse l'altra a Christine.
-Io sono Christine,non so se le ho già detto il mio nome quando l'ho chiamata- sorrise stringendo la mano.
-Bucky- si limitò a dire -Allora? Come sta Steve?- divenne subito preoccupato.
-Ci stanno mettendo troppo...Ma vedrai che staranno bene,sia lui che il bambino- lo rassicurò. Lui si limitò ad annuire. Non poteva negare di essere stato assalito dall'ansia. Si stava maledicendo per averlo lasciato uscire da solo e batteva nervosamente il piede a terra mentre Melanie giocava tranquilla seduta sulle sue gambe. Quando la piccola aveva incontrato gli occhi del padre aveva piegato il viso sorridendogli dolcemente. Bucky non potè fare a meno di sorriderle e proprio mentre la abbracciava dal fondo del corridoio una barella veniva portata da dei medici e riconobbe la testa bionda del suo Steve. Melanie saltò giù dalle gambe del moro e corse verso il biondo mentre Bucky la seguiva. Qualcosa nel volto di suo marito diceva che qualcosa non andava,ma sicuramente era stanco. Si era concentrato sulle sue braccia che stringevano il loro bambino,avvolto in una coperta azzurra.
-È bellissimo- gli disse accarezzandogli la testa. Uno dei medici gli mise in braccio il bambino mentre gli altri andarono via con Steve ancora sulla barella. Oh no,quell'espressione sul viso pallido non era solo stanchezza. Poteva essere successa qualunque cosa per quanto lo riguardava. Cercava nella sua testa risposte che non poteva avere. Il moro era rimasto in mezzo al lungo corridoio immobile con il bambino tra le braccia. Una manina strattonò i jeans di James.
-Dove hanno portato papà?- aveva le labbra che tremolavano e gli occhioni tristi.
-Vedrai che ora torna piccola- la rassicurò accarezzandole il capo.

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