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Hey, Kookie
Come stai?
Non so se ha senso chiedertelo, dato che non te la spedirò mai… nel caso in cui la stessi leggendo ora, beh… saprai bene che non avrebbe più senso rispondere, giusto?

In questo momento, riesco a vederti dalla porta socchiusa della nostra camera da letto; sei seduto sul divano in salotto, completamente immerso nello studio di Istituzioni di diritto romano, dato che a breve ne avrai l’esame.

Sono due giorni che non mi rivolgi la parola.

Va bene così, è giusto così… è meglio che sia così.

L’altro ieri sera ho fatto un casino, baciando davanti a te un ragazzo a caso del locale in cui ci trovavamo.
A dire il vero, non era a caso.
L’avevo scelto in modo che assomigliasse un minimo a te, così avrei potuto usare la scusa che ero ubriaco e che l’avevo scambiato per te… ma non lo ero.
Io non ero ubriaco e tu non sei stupido.

Pensavo che avresti fatto una scenata, che avresti urlato e che mi avresti odiato.
Non sono sicuro dell’ultima, ma non hai fatto nulla di tutto ciò, sei rimasto solo in silenzio.
Come sempre.
Non hai neanche dovuto ascoltarmi mentre ti assillavo con le mie scuse, te le ho a malapena fatte.

Io non ti odio, sai, Jungkook?
Ma non posso permetterti di stare al mio fianco.

Se potessi, passerei ogni giorno che mi resta a dirti quanto ti amo, ma non sono così egoista.
Tu non mi ami più e io non voglio farti restare.

Quindi vattene, lasciami, odiami e non tornare sui tuoi passi, vattene prima che possa cambiare idea.
E anche se fa male ad entrambi, ti aiuterò nel farlo.
Così, sarò al tuo fianco fino alla fine.

                                                                                                       
- Yoongi.

“Hey, attento a dove metti i piedi. ” la mia voce stanca ed irritata uscì dalle mie labbra prima che potessi accorgermi di chi avessi davanti.
Degli occhi castani incrociarono il mio sguardo, mi fissarono, paralizzandomi. Erano così profondi che sembrava mi chiedessero di perdermici dentro.
E io lo feci.

Nonostante il loro profondo e scuro colore, erano gli occhi più belli che avessi mai visto.

Passò qualche attimo che sembrò durare millenni, e il ragazzo distolse lo sguardo dal mio per poter raccogliere i libri caduti nello scontro.
Abbassai lo sguardo e lo osservai raccoglierli uno ad uno, velocemente; ne mancava solo uno, atterrato vicino alla mia scarpa, che decisi di spedire in mezzo al corridoio con un calcio.
Il ragazzo castano sollevò lo sguardo e mi guardò, come per chiedermi per quale motivo l’avessi fatto. Non lo sapevo neanch’io a dire il vero.
Gli voltai le spalle e me ne andai.

"Stronzate.
E’ solo un bambinetto del cazzo." Pensai.

Jeon Jungkook, secondo anno.
Molto popolare sia tra le ragazze che tra i ragazzi, l’anno scorso è stato soggetto di alcune voci che dicevano frequentasse tre ragazze contemporaneamente, non si curò mai di smentirle né di confermarle, per cui fu molto discusso; non c’era studente in quella scuola che non conoscesse il suo nome.

Jeon Jungkook è il ragazzo che mi venne addosso quella volta.
E quello, fu anche il mio primo incontro con lui.

Non potevo sapere cosa sarebbe successo.

Un paio di giorni dopo, lo vidi in classe di chimica durante la mia ora. Lo trovai strano.
Successivamente, lo incontrai anche a matematica ed inglese.

Apparentemente, Jeon Jungkook eccelleva così tanto in queste materie, che il Preside gli concesse di assistere alle lezioni di noi di quarto anno.
Ad essere sincero, questo ferì un po’ il mio orgoglio.

Just a little more ~ Yoonkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora