4.

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Hey Kookie,
Che fai? Dove sei?
Sei stato tutta la notte fuori, stai bene?
Sono queste le domande che mi frullano in testa da ieri, ma che non posso esprimere.

Sono rimasto sveglio tutta la notte, aspettando che tornassi a casa.
Non l’hai fatto.

Mi manchi già.

Come potrò continuare, se già mi manchi?
Sono passate meno di 48 ore da quando ti ho visto per l’ultima volta.
Riesci a ricordare l’ultima volta che abbiamo passato così tanto tempo senza vederci?
Io no.
Non ci riesco proprio.

Desidero ardentemente che tu apra di colpo quella porta, sorridente. Desidero che tutto questo sia solo un incubo. Desidero che tu torni da me.

Ti prego, non tornare.

Non tornare.

Se tornassi, crollerei.

Non costringermi ad allontanarti di nuovo.

Oggi, sei passato da casa mentre io ero a lavoro. Hai raccolto le tue cose e te ne sei andato, senza lasciare alcuna traccia.
Eppure, lo sapevo già, ancor prima di aver oltrepassato la soglia dell’appartamento, me n’ero già accorto: qualcosa dentro di me si era rotto.

Non c’è bisogno di parole, lo sappiamo già entrambi che è finita.

E’ finita.

Dovrei sentirmi sollevato, allora perché mi sento invece come se mi stessero tirando giù negli abissi?
Giù, giù, giù… Il peso che sono sempre stato per te, ora mi tira giù. Te ne sei finalmente liberato, ma non sai che ora sarò io ad affogare.

Non chiamerò il tuo nome, non chiederò il tuo aiuto. Non merito di essere salvato da te, dopo ciò che ti ho fatto in passato, e ciò che ti sto facendo ora.
Hai perso tutto a causa mia, ora è il mio turno.
Lascia che affoghi.

-Yoongi.




La mattina seguente, andammo a scuola insieme. Jungkook si comportava come sempre, era solo più imbarazzato del solito.
Che bambino, imbarazzarsi per uno stupido bacio a stampo.
Ogni volta che il suo sguardo si posava su di me, un mezzo sorriso si faceva spazio sulle sue labbra, io non potevo fare altro che ricambiarlo, non che mi sforzassi, a dire  il vero.

Continuammo a vederci quasi ogni giorno e trovavamo sempre qualcosa da fare, che fosse fare una passeggiata in centro o stare a casa sua a guardare film o farmi battere ai videogiochi.
Non lo sapevamo ancora, ma era come se la nostra relazione fosse già iniziata.

Una mattina, vidi una ragazza parlare a Jungkook; erano in cortile, li vidi dal corridoio dalle pareti di vetro.
Capii cosa stava succedendo e provai subito una sensazione che poco conoscevo: gelosia.
Non sarebbe dovuta durare a lungo però, perché la ragazza scoppiò in lacrime, segno che Jungkook l’avesse rifiutata.Non sarebbe durata a lungo, se quest’ultimo non avesse deciso di abbracciarla.
Allora, non potei far altro che voltarmi e andarmene.

Avevo appuntamento con lui in caffetteria, ma gli mandai un messaggio dicendo che non ci sarei arrivato con i tempi e che avevo una cosa da fare.
In fin dei conti, però, non potei evitarlo a lungo: avremmo avuto a breve lezione di matematica insieme e, in fondo, non aveva fatto nulla di male.
Sapevo anch’io quanto fosse irrazionale quella mia reazione.

Di pomeriggio, mi chiese se conoscessi qualche posto che avrebbe venduto alcolici a minorenni come lui, io gli risposi che lo avrei portato ovunque volesse andare; essendo maggiorenne, avrei pagato per lui.
Fu così che ci trovammo per strada, seduti sui gradini di alcune scale, a passarci di mano una bottiglia di vino; Jungkook era sicuramente nuovo a certe cose.

Just a little more ~ Yoonkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora