Parte 14

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-Allora di cosa dovevi parlarmi?- Mi chiede candidamente e lo stupore che avevo dipinto in volto lascia spazio all'espressione più arrabbiata di cui sono capace.
-Perché. Cavolo. Mi hai. Retrocessa.- Ringhio scandendo bene ogni parola.
-Semplice. Perché posso farlo.-
-Potrei spaccare quello specchio e ficcarti ogni singolo pezzo in gola ora, eppure non lo faccio.- Lo metto al corrente non celando la mia minaccia.
-Non è la stessa cosa.- Ribatte scuotendo leggermente la testa.
-Vuoi vedere?- Lo minaccio ancora e in tutta risposta lo sento sospirare pesantemente, le braccia incrociate. Continuiamo a squadrarci l'un l'altro fino a quando non si butta sul letto in modo quasi teatrale con le braccia aperte. Sbuffo.
-Mi sono meritata il posto come agente segreto a tutti gli effetti, non è giusto che tu me lo tolga come se niente fosse.- Sbraito schioccando le dita per enfatizzare quello che dico. Non rimarrò quì a subire i suoi abusi di potere in silenzio.
-Credimi, hai ancora molta strada da fare.-
-Mi stai dando sui nervi e non è un bene.- Mi avvicino minacciosa a lui.
-Sfogati allora.- Mi incita calmo.
-Non è di questo che ho bisogno.- Urlo, la voce leggermente incrinata e le mani che gesticolano senza controllo.
-E di cosa allora?-
-Rivoglio il mio posto.-
-Lo rivuoi o ne hai bisogno?-
-Che razza di discorsi stiamo facendo?- Chiedo esasperata al che si mette a sedere.
-Oh Gwendolyne, non capisci che retrocedendoti ti ho salvato dal dover scegliere se andare o meno a svolgere quella missione suicida?- Sospira pizzicandosi il ponte del naso con l'indice e il pollice, non l'avrei mai pensata così.
-Pensavo lo facessi per farmela pagare.- Mormoro a testa bassa.
-Non sono così cattivo.- Ridacchia tra se è se.
-E se volessi accettare la missione?-
-Non c'è che da dirmelo.-
-Pensavo ci tenessi al fatto che accettassi.-
-E ci tengo ancora, ma non posso bloccarmi ad ogni intoppo.-
-Capisco. Credo che dovrei andare all'addestramento ora.- Dico guardandomi un'ultima volta intorno prima di uscire.
-Lascia stare l'addestramento,ti allenerai con me.- Dice alzandosi dal letto per poi prendere dei vestiti da un mobile.
-Ti dispiacerebbe aspettarmi fuori dalla porta?- Aggiunge poi.
-Vado... E questo lo prendo io.- Dico arraffando un orologio dal comò giusto per fargli un torto per poi subito dopo chiudermi fuori.
Aspetto una trentina di minuti seduta accanto alla porta cercando di non pensare alla missione ed ovviamente fallisco nell'impresa, sbuffo irritata ed ecco comparire Christopher accanto a me.
-Ci ho messo molto?-
-No, ci hai messo un'eternità.-
-Esagerata.- Mi alzo bruscamente e dato che siamo a letteralmente a 20 centimetri riesco a sentire l'odore di bagnoschiuma e profumo invadermi le narici, poi gli guardo i capelli e noto che sono leggermente umidi.
-Ti sei fatto una doccia?-
-No, mi sono fatto un bagno.- Mi prende in giro ricalcando la mia frase di poco fa. Che spiritoso.
-A che serve farsi un bagno se stai per sudare?-
-Se devo sudare lo faccio al meglio.- Risponde ammicante in tutta risposta roteo gli occhi al cielo. Se solo non fosse il mio capo... L'avrei già fatto fuori.
-Andiamo.-

08.23
-Ok facciamo una piccola pausa.- Dice prendendo una bottiglia d'acqua che si porta subito alla bocca. Poi me la porge.
-Tieni, bisogna reidratarsi dopo ogni sessione di allenamento.-
-Non ho sete.- Rifiuto annoiata. Continuiamo a fissarci per un'eternità e capisco che finché non bevo non andremo avanti. Non mi stupirei se volesse avvelenarmi. Prendo la bottiglietta e dopo aver pulito la zona del tappo bevo.
-Contento?- Gli chiedo con un sopracciglio alzato.
-Come non mai.- Mi dice sorridendo.
-Visto che siamo in pausa direi di parlare un po'.- Aggiunge poi sedendosi sul pavimento con le gambe larghe e le braccia tese a terra per sorreggerlo.
-Non credi che abbiamo parlato abbastanza?- Rispondo scettica, intanto però mi siedo anche io.
-Non è mai abbastanza, ma tranquilla parliamo di qualcosa di leggero.-
-Ad esempio?-
-Che mi dici di Evans?-
-È il mio compagno di squadra.- Rispondo aggrottando la fronte.
-Nient'altro?-
-Cos'altro dovrei dire?-
-Non saprei. È bravo nel suo lavoro?-
-Abbastanza ma si lascia prendere troppo dalle emozioni.-
-Non tutti sono come noi.- Si lascia sfuggire pensieroso.
-Come noi?-
-Freddi, impassibili, insofferenti... La lista è lunga.-
-Tu non sei come me.-
-Hai ragione. Io non sono come te, sono come la tua maschera.-
-Ancora con la storia delle maschere?-
-Fino a quando non lo ammetti continuerò.- Dice avvicinandosi a me.
-Non giocare con il fuoco Christopher.-
-Amo giocare con il fuoco.- Ridacchia tornando al suo posto.
-Pausa finita torniamo ad allenarci.- Annuncia alzandosi.
-Che si fa ora?-
-Meditazione.-
-Meditazione?-
-Esattamente.-
-Mi hai preso per un'hippie?- Domando alquanto scettica.
-Ti ho preso per una che ha bisogno di rilassarsi. Avanti rimettiti seduta a gambe incrociate.-
-Despota.- Sussurro irritata.
-Ti ho sentito. Avanti siediti.- Eseguo il suo ordine.
-Chiudi gli occhi e rimani in silenzio fino a quando non ti dico di fare il contrario.-
-Ti piace proprio darmi ordini.-
-Shh. Usa la bocca solo per far uscire il fiato. Concentrati sulla mia voce.- Mi ordina con voce calma, leggermente roca.
-Fai respiri molto profondi, inspira con il naso ed espira con la bocca. Libera la mente e concentrati sulla mia voce.-
-Credo che tu voglia ipnotizzarmi.-
-Silenzio Gwen.- Mi rimprovera.
-Ora mi chiami Gwen?-
-Silenzio Gwendolyne.-
-Senti questa cosa è ridicola e inutile.- Sbotto alzandomi irritata.
-Quante cose devi ancora imparare..- Sospira mettendomi entrambe le mani sulle spalle, mi irrigidisco leggermente.
-Vatti a sciacquare, riposati una o due ore e poi vieni a cercarmi in camera mia. Non abbiamo finito noi due.-
-Mi domando se finiremo mai.- Sbuffo.
-Ho un desiderio matto di tapparti la bocca in questo momento.-
-Provaci se hai il coraggio.- Lo minaccio. Non sarebbe una bugia se dicessi che amo minacciare.
-Non credo ti piacerebbe. Ora vai.-
-Ai suoi ordini signore.-
-Aspetta.- Mi dice bruscamente e si avvicina al mio orecchio.
-Il tuo compagno si squadra sta lavorando.- Sussurra.
-E allora?- Sussurro a mia volta.
-Ci sta spiando.- Ecco cosa intendeva. Corro velocemente verso la porta e vedo Ryan che scappa via ma non gliela do vinta. Dopo poco lo raggiungo e lo prendo per il collo della maglietta.
-Dove credi di andare tu?- Non riesco a vedere il suo volto ma so per certo che è terrorizzato, è l'effetto che faccio di solito.
-Devo andare da Connor mi sta cercando.- Mi risponde con la voce rotta per il nervosismo.
-Ryan.-
-Meglio non farlo aspettare.-
-Ryan.-
-Chi lo sente poi!-
-Stai zitto Ryan.-
-Ok.-
-Perché ci spiavi?- Chiedo non poco irritata.
-Passavo di lì per caso.- Dice voltandosi, lo sguardo rigorosamente basso.
-Per essere un agente segreto menti da schifo.- Lo rimprovero scuotendo la testa.
-Volevo controllarvi.-
-E perché?-
-Non mi piace quel Christopher. Potrebbe farti qualcosa di male.-
-Ryan.-
-Sì?-
-Sei un'idiota.-

Non Esattamente Romeo E Giulietta (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora