Parte 28

372 39 7
                                    

Era una bella giornata nonostante l'inverno iniziasse a farsi sentire con il suo freddo pungente, il sole era alto nel cielo ed emanava un tiepido calore che Gwendolyne si godeva appoggiata ad un muro del grande edificio. Si stava rifugiando dal caos che c'era all'interno dell'agenzia, dal via vai di persone indaffarate che riempivano ogni singolo corridoio ma soprattutto dal caos che era solita creare con la sua presenza. Lentamente scivolò con la schiena lungo la superficie del muro ed arrivata a sedersi sul terreno iniziò a giocare sovrappensiero con i sottili fili d'erba. Aveva la testa popolata da pensieri che riteneva inconcepibili per lei ed era piena di domande che le ronzavano in testa: era giusto il modo in cui si comportava?
-Ti diverti?- Le chiese una voce fin troppo familiare mentre stava ancora passandosi i ciuffi verdi e umidi fra le dita. La ragazza alzò lo sguardo verso il suo interlocutore che torreggiava su di lei a gambe larghe braccia incrociate.
-Tu non hai mai nulla da fare?- Domandò Gwen ormai rassegnata al fatto che non avrebbe avuto un momento di pace, Christopher davanti a lei la scrutava con uno sguardo leggermente cupo che non passò inosservato ai suoi occhi e la mora temette che il più grande potesse essere veramente in grado di leggere attraverso il suo animo burrascoso.
-Tutto bene?- Le domandò lui preoccupato per la prima volta nei suoi confronti.
-Sì tutto bene.- Rispose frettolosa la ragazza non convincendo affatto il più grande che le lanciò un'occhiata carica di scetticismo.
Rimasero poi in silenzio costretti ad ascoltare il rumore del frusciare delle foglie causato dal vento fino a quando Gwen non sospirò sconfortata.
-Qualcosa sta cambiando.- Sussurrò guardando un punto indefinito davanti a se, lo guardava insistentemente senza nemmeno rendersene conto a causa dei mille pensieri che come piccoli aghi si insinuavano nella sua testa. Christopher la guardò alquanto confuso e stupito da quell'affermazione.
-Spiegati.- Disse, ma nonostante l'avesse detto con voce vellutata e calma alla mora suonò come un ordine tanto che sbuffò sonoramente.
-Da quando sono quì non sono la stessa.- Borbottò quest'ultima calciando via un sassolino immaginario.
-Già il fatto che mi sto sfogando con te ne è un segno...-
-Tutte le mie barriere stanno cadendo una ad una e finirò per rimanere scoperta... e debole.-
-Non posso permettere che accada.- Christopher rimase pazientemente ad ascoltare lo sfogo della ragazza e quando questa ebbe finito temette di conoscere il motivo di quel cambiamento. Il moro stette in silenzio per qualche istante così da poter ordinare delle idee razionali da poter esporre a Gwen.
-Credo che il cambiamento sia una cosa inevitabile, nulla rimane immutato per sempre e non è necessariamente una cosa negativa. Pensaci, senza il cambiamento non avremmo le farfalle; non devi temere il cambiamento, devi solo accettarlo e conviverci.- Le spiegò cauto l'uomo sperando di non urtare in qualche modo la mora con il suo fare da uomo vissuto come l'aveva definito lei, fece poi un sospiro e continuò a parlare.
-E riguardo le tue barriere... Puoi essere forte anche lasciandole cadere, probabilmente qualcuno ti avrà detto che i sentimenti sono una debolezza, in realtà i sentimenti sono il nostro punto di forza perché sono loro a fornirci una ragione per lottare. Che sia odio o amore è indifferente.-
Dopo aver assimilato quella frase la mora sospirò pesantemente e chiuse gli occhi, grazie a Christopher era riuscita ad eliminare dei dubbi ma altrettanti ne erano sorti e sembravano martoriarle ancor di più la mente.
-Grazie.- Sussurrò Gwen facendo sorridere il moro.
***
Intanto all'interno dell'edificio, nelle cucine, Trent stava osservando Scarlett leccarsi via la panna dalle dita non accorgendosi nemmeno di quanto quel gesto potesse risultare sensuale agli occhi del ragazzo. Erano nascosti dietro un bancone con una ciotola di fragole e della panna spray che si stavano pigramente gustando.
-Ora dimmi se non ne è valsa la pena!- Esclamò Scarlett di punto in bianco con un gran sorriso.
-Di rubare le fragole che avremmo dovuto mangiare domani?- Chiese scettico il moro passandosi una mano sulla pancia piacevolmente piena ottenendo come risposta una smorfia da parte dell'azzurra.
-Avanti non fare quella faccia.- Disse poi vedendo l'espressione imbronciata della ragazza.
-Sai che sono un bravo ragazzo!- Ci scherzò su allora dato che il viso di Scarlett sembrava non volersi rilassare.
-Ed io sono una cattiva ragazza.- Borbottò l'azzurra incrociando le braccia sotto al seno.
-Vorrà dire che ti porterò sulla buona strada.- Sospirò Trent alzandosi, porse la mano a Scarlett che lo guardò interrogativa.
-La buona strada non è necessariamente la giusta strada.- Disse questa ovvia alzandosi da sola.
-E comunque se mi hai seguito vuol dire che infondo non sei così bravo.- Ghignò l'azzurra con una strana luce negli occhi. Si avvicinò lentamente al moro costringendolo ad indietreggiare e più lui indietreggiava più lei allargava il suo ghigno.
-Non mi piace lo sguardo che hai.- Mormorò Trent continuando ad indietreggiare.
-Hai paura?- Gli chiese quando fu bloccato da un tavolo senza via di fuga.
-Beh, potresti uccidermi, rompermi qualcosa...-
-Volevo farti il solletico ma anche queste sono delle buone alternative.- Fece spallucce l'azzurra. Stava per aggiungere qualcos'altro ma la sensazione di essere osservata si impossessò di lei costringendola a guardarsi intorno e facendole notare una figura nascosta dietro alla porta.
-Tu!- Tuonò facendo sobbalzare la figura nascosta e confondendo Trent che non capiva.
-Fatti vedere!- Urlò ancora l'azzurra e dopo poco una ragazza uscì dal suo nascondiglio a testa bassa.
-Ma non ti hanno mai detto che origliare è da maleducati?- Domandò l'azzurra con un sopracciglio alzato. "Da che pulpito" fu l'unico commento del moro a cui subito venne pestato un piede.
La ragazza intanto si stava grattando un braccio nervosa suscitando una certa soddisfazione in Scarlett.
-Qual'è il tuo nome?- Domandò questa addolcendo sguardo e voce tanto da tranquillizzare la povera intrusa.
-Mi chiamo Miranda.- Disse calma.
-Bene Miranda... Spera che non ti veda mai più o passerai un mese buono in una clinica.- Minacciò Scarlett causando l'immediata fuga dell'altra, tutto sotto lo sguardo esasperato di Trent che comunque si lasciò sfuggire un sorriso.
-Lieta di divertirti.- Commentò l'azzurra con tanto di inchino.
-Ci riesci sempre.-
-Vado a fare un'altra chiacchierata con Miranda, non sia mai che metta a rischio l'operazione e faccia scoprire che abbiamo mangiato buona parte delle fragole.- Annunciò prima di uscire dalla cucina senza dare tempo a Trent di dire qualcosa.

Parte di piano compresa tra due semirette uscenti da uno stesso punto anche detto "angolo" dell'autrice:
Amen.
Salve popolo di Wattpad!
Ovviamente non ce l'avete con me per l'essere stata assente quasi un mese... Vero?
In ogni caso giuro solennemente che mi impegnerò ad essere più puntuale portandovi un capitolo ogni due giorni. Come sempre vi ringrazio per i meravigliosi traguardi raggiunti (non posso credere che siamo quasi a 3k letture) eeee...
Alla prossima!

Non Esattamente Romeo E Giulietta (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora