Parte 21 |2 di 2|

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-Questa è l'Ambrosia. Chiunque la ingerisce diventa più forte e più resistente ma con un effetto collaterale dato che è un prototipo.- Spiegò tranquillamente.
-Quale?- Chiese Gwen.
-La morte.-
Bastarono quelle due parole per far piombare il silenzio nella stanza nonostante in realtà tutti lì sapevano che la risposta sarebbe stata quella, persino Gwen e Scarlett, infondo erano lì per quello.
-Capisco, ma perché me ne stai parlando?- Si pronunciò finalmente la mora dopo istanti di silenzio ed entrambe videro il sorriso dell'uomo allargarsi lentamente mentre Lynn senza dire alcuna parola uscì dalla stanza.
-Seguitemi.- Ordinò cordialmente tirando fuori una chiave dal taschino. Percorsero corridoi sconosciuti alle due ragazze e scesero varie scale ritrovandosi nei sotterranei. All'interno vi erano vecchi attrezzi ammassati malamente ma ciò che risaltava di più in tutto quel disordine era una grande porta grigia sprovvista di maniglia, Samuel si avvicinò ad essa e vi inserì la chiave ruotandola due volte.
Ciò che si rivelò davanti a loro era abominevole:
C'erano tavoli operatori con inconfondibili macchie di sangue, varie siringhe usate ma soprattutto una lunga serie di gabbie era disposta in fila su un lato della stanza ed all'interno di ognuna vi erano delle donne più o meno coscienti. Gwendolyne soffermò lo sguardo su una ragazza in particolare che aveva gli occhi fissi su di loro ed inconsciamente si avvicinò alla gabbia.
-Fermati!- Le impose l'uomo ma la mora non gli prestò la minima attenzione. Si avvicinò alla cella fino a riuscire a toccare una delle sbarre non provocando alcuna reazione da parte della prigioniera, aveva corti capelli rossi ed occhi azzurri che risultavano annebbiati, sul suo gracile braccio aveva intravisto un tatuaggio che macchiava la pelle nivea coperto dalla manica della divisa arancione e le fece cenno di alzarla anche se dubitava potesse capirla visto che sembrava assente.
Lentamente la rossa sollevò la manica non provando nemmeno a distogliere lo sguardo da quello di Gwen.
-Dead Inside.- Sussurrò quest'ultima dopo aver letto le lettere impresse sulla carne dell'altra, era morta dentro e probabilmente stava aspettando di esserlo anche fuori cosa che probabilmente sarebbe accaduta presto.
-Cos'è questo?- Domandò Gwen al direttore che dopo aver capito che il quesito da rivolto a lui rispose.
-Il laboratorio.-
-Perché queste donne sono chiuse quì?- Lo incassò.
-Sono esperimenti falliti.-
-Sono esseri viventi.- Urlò con rabbia la mora suscitando l'attenzione di qualche cavia.
-Non più.- Fu la risposta pacata di Samuel.
-L'Ambrosia ha infettato loro il cervello e le loro funzioni cognitive, non sono più in grado di provare alcuna emozione.- Aggiunse poi.
-Se non il desiderio di morte.- Sputò la mora.
-Sì.-
Scarlett intanto si era messa ad esaminare gli strumenti, oltre alle siringhe c'erano anche bisturi e filo da sutura il che la spinse a fare una domanda.
-L'Ambrosia non si assumeva per via orale?-
-Abbiamo provato vari metodi fino a trovare il più efficace.-
Gwen tornò a guardare la rossa e la rossa guardò lei, il tempo attorno a loro si era fermato. Gwendolyne non era triste per lei, provava astio per chi l'aveva ridotta così.
-Qualunque sia la proposta che vuoi farmi non voglio avere nulla a che fare con questo.- Affermò decisa.
-Non voglio farti una proposta...- Rispose l'uomo ancora più tranquillo.
-...Voi diverrete mie cavie.- Gwen e Scarlett si guardarono la prima con sguardo irato e la seconda stava trattenendo una risata nervosa.
-La mia risposta è no.- Rispose secca la mora e l'uomo non poté fare a meno di arrabbiarsi, tirò fuori una pistola dalla giacca e la puntò addosso a Gwen avvicinandosi minacciosamente.
-Lo chiedo a te Sarah.- Disse rivolgendosi a Scarlett.
-Sarai la mia cavia?- Chiese poggiando l'arma sulla fronte immobile di Gwen in modo eloquente.
"Fantastico!" Pensò quest'ultima sapendo che Samuel aveva servito a Scarlett l'occasione di ucciderla su un piatto d'argento.
La risposta dell'azzurra non arrivò e l'uomo stava perdendo la pazienza premette con veemenza la revolver sulla fronte della mora che stava prendendo in considerazione di difendersi e mandare la missione a farsi benedire.
Scarlett fece per aprire bocca ma un allarme scattò segno che qualcuno stava cercando di evadere e costringendo Samuel a lasciare in sospeso la questione.
-Voi due andrete in isolamento.- Biascicò arrabbiato e la mora non potee non domandarsi se qualcuno molto in alto la volesse ancora viva.
***
~Gwen~
Normalmente quando si parla di isolamento ci si aspetta una stanza stretta in cui essere chiusi da soli e lontano da tutti, a quanto pare però Samuel non condivideva la mia idea di isolamento però, aveva messo me e Scarlett nella stessa cella rendendo l'esperienza ancora più asfissiante di quanto mi aspettassi.
-Quando usciremo?- Mi chiese di punto in bianco.
-Non lo so.-
-Che ore sono?-
-Non lo so.-
-Cosa...- La interruppi subito per evitare che il mio poco autocontrollo scemasse.
-Ora smettila.- Le dissi ammutolendola.
-Cosa ti prende?- Le chiesi poi domandandomi se il suo modo di comportarsi fosse una strategia per uccidermi, passò il tempo a boccheggiare senza però far uscire alcun suono. Dopo un minuto almeno passato ad aprire e chiudere la bocca in silenzio finalmente si decise a parlare.
-Ormai entrambe sappiamo che non è la mia prima volta in prigione.- Sospirò.
-Sì e allora?- Le chiesi impaziente di finire al più presto quella conversazione.
-La mia prima esperienza non è stata molto... piacevole diciamo.- Ridacchiò amaramente dopo quella frase probabilmente al ricordo di qualche evento passato.
-La prigione mi ha segnato abbastanza da non volermici più fare entrare.-
-E perché sei quì allora?-
-Per proteggerti.- Ammise con un mezzo sorriso.
-Proteggere me?- Domandai incredula.
-Non fraintendermi, semplicemente dovrò essere io quella ad ucciderti.-
-E perché non l'hai ancora fatto?-
-Non concluderei molto con l'ansia che questo posto mi causa.-
-Io però potrei ucciderti.- Le feci notare.
-Tu sei troppo leale per uccidermi quì.- Ebbe anche il coraggio di dirlo con disprezzo come se non fossi degna del mio posto nel mondo.
-Perché vuoi uccidermi?- Sarebbe stata la mia ultima domanda e poi l'avrei mandata al diavolo.
-Tu mi hai rubato tutto, è colpa tua se sono così.- Rispose con la rabbia che le montava dentro, era colpa mia se era pazza?
-Io nemmeno ti conoscevo prima della S.E.S.-
-Ne parleremo quando avrai la mia pistola puntata alla gola.-

Parte di piano compresa tra due semirette uscenti da uno stesso punto anche detto "angolo" dell'autrice:
Quando leggete questa introduzione state sicuri che perdete neuroni a profusione...

Salve popolo di wattpad!
Allooora... È un po' che non ci si vede. Come al solito mi scuso per il ritardo e ringrazio tutti voi che leggete la mia storia, non sapete che soddisfazione provo nel vedere che c'è chi la apprezza.
Grazie ancora e alla prossima!

Non Esattamente Romeo E Giulietta (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora