Parte 25

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29/10/2016 Ore 18.58

Mancavano pochi minuti all'inizio dell'operazione e Gwendolyne iniziava a sentire i suoi sensi acuirsi per merito dell'adrenalina pre-missione. Nella sua mente il piano era perfetto ed era certa del fatto che solo un'idiozia compiuta da Scarlett o Beatrice avrebbe potuto causare il fallimento, in quel caso si sarebbe accertata di mettere fine personalmente alla loro inutile esistenza prima di morire.
Stranamente questa volta aveva paura di non riuscire nel suo compito, si ripeteva incessantemente che il rischio maggiore era la morte ma quella volta sembrava non funzionare, anche se lo negava aveva paura.
Non aveva mai avuto paura di morire ma quella volta sentiva di avere qualcosa per cui rimanere in vita e lei questo non lo accettava, doveva essere menefreghista e indolente, non poteva anzi non doveva aver paura.
Si mise una mano sul taschino della divisa per controllare se le pillole fossero al loro posto, doveva essere tutto perfetto.
-Scarlett.- Sussurrò senza realmente volerlo.
-Cosa?- Domandò l'azzurra che in quel mese di soggiorno in prigione era quasi diventata irriconoscibile, sulla sua testa si vedeva la ricrescita di capelli neri farsi largo e spesso Gwen si era soffermata su quel piccolo dettaglio apparentemente insignificante. L'azzurra era cambiata anche caratterialmente in quelle settimane, era più docile nei confronti di Gwendolyne ma non rinunciava mai a lanciarle qualche muto avvertimento sul fatto che quel cambiamento fosse provvisorio.
La mora sbuffò sonoramente sistemandosi la bandana sulla testa ed ottenendo uno sguardo stranito da parte di Scarlett che si alzò dal divano nero su cui era stravaccata.
-Gwendolyne la prigione fa brutti scherzi alla tua sanità mentale.- Commentò divertita l'azzurra guadagnandosi un grugnito di Gwen.
I restanti minuti prima dell'arrivo di Eunice -la guardia- li passarono in completo silenzio osservandosi l'un l'altra di nascosto.
-È ora di mangiare principessine!- Urlò Eunice con la sua voce rauca che si sentiva anche a kilometri di distanza, Gwen era certa del fatto che fumasse, molto.
-Buonasera Eunice.- Dissero le giovani all'unisono.
-Non è affatto una buonasera questa.- Brontolò la guardia schiaffando i vassoi di cibo sul tavolino al centro della stanza.
-Come mai?- Chiese Scarlett innocentemente.
-La quì presente Becka Harris ha fatto il diavolo a quattro per avere dei maledetti maccheroni al formaggio.- Rispose la più grande, non sapeva però che c'era un motivo dietro a quella pretesa così insistente, Gwendolyne sapeva che quello era il suo piatto preferito e l'aveva scelto per potergli rifilare facilmente i tranquillanti. Fu un attimo quello in cui Scarlett distrasse Eunice permettendo a Gwen di sbriciolare un paio di compresse con l'aiuto di due cucchiai nel piatto di maccheroni.
-Vuoi assaggiare i miei maccheroni?- Chiese la mora dopo aver mescolato il tutto e senza nemmeno rispondere la guardia prese il piatto senza tante storie iniziando a trangugiare il tutto. Scarlett prese un panno nero e si posizionò sotto alla telecamera pronta ad oscurarla, ci vollero pochi minuti prima che Eunice iniziasse a barcollare ed a quel punto le due provvisorie complici si scambiarono uno sguardo di intesa. Quando ormai la donna non rispondeva più delle sue azioni la mora la trascinò nel bagnetto mentre l'azzurra aveva oscurato la telecamera, poi seguendo fedelmente il piano uscirono dalla cella e poco dopo sentirono l'allarme antincendio scattare.
-Perfetto.- commentò Scarlett.
Le due corsero verso l'ufficio di Samuel facendosi strada tra la calca di gente che correva in senso opposto al loro e quando finalmente furono arrivate si chiusero nella stanza.
-Dobbiamo cercare dei documenti che provino la colpevolezza di Landon.- Sussurrò Gwen.
-Sei in grado di aprire una cassaforte?- Domandò poi all'azzurra.
-Senza nemmeno usare dell'esposivo!?- Esclamò l'altra in un misto di stupore ed indignazione che causò l'irritazione della mora.
-Me ne occuperò io, tu cerca in giro.- Le ordinò quest'ultima con la pazienza che andava scemando, si concentrò poi sulla piccola cassaforte nera decorata con dei dettagli in oro,vi posò l'orecchio sinistro in modo da sentire qualsiasi scatto ed in pochi minuti riuscì ad aprirla trovandoci dentro due pistole, documenti ed alcune fiale di Ambrosia. Controllò se le pistole fossero cariche ma una era vuota mentre l'altra era piena, prese due proiettili da quella piena e li mise nell'altra poi passò la pistola con più proiettili a Scarlett.
-Prendi la pistola, i documenti e la fiala, io rimango quì.- Ordinò la mora non ammettendo repliche.
-Perché?- Domandò confusa l'azzurra.
-Non fare domande e vai.- Ordinò ancora l'altra e nonostante fosse scettica l'altra lasciò la stanza in completo silenzio.
Gwendolyne si passò nervosa una mano tra i capelli e si sedette sulla grande poltrona dove di solito stava Samuel. Era pronta a compiere la sua missione personale.
Attese paziente molti minuti certa del fatto che ormai Scarlett e Beatrice fossero fuori all'edificio, le faceva uno strano effetto rischiare la pelle per qualcun'altro, nonostante il suo attuale lavoro non si riteneva affatto una paladina della giustizia.
La porta dell'ufficio si aprì di scatto rivelando la figura di Samuel Landon che sussultò non appena vide Gwendolyne seduta al suo posto con le gambe incrociate sulla scrivania.
-Becka cosa ci fai quì?- Chiese l'uomo trafelato per la corsa fatta fino all'ufficio, osservò attentamente il corpo esile della mora fasciato dalla divisa da guardia domandandosi cosa stesse per accadere.
-Devo regolare un po' di conti.- Rispose vaga lei pregustando la sensazione che si prova ad avere qualcuno che implora pietà al proprio cospetto, si sarebbe concessa il lusso di giocare un po' con con la sua vittima.
-Quali conti?- Domandò serafico Samuel non lasciando trapelare alcuna emozione al di fuori della serenità, teneva però la mano a contatto con la ricetrasmittente, gesto che compiaque molto la ragazza. La mora si alzò con lentezza calcolata e con un leggero ghigno puntò la pistola sull'uomo.
-Una sola mossa e ti faccio fuori.- Sussurrò riducendo gli occhi a due fessure, si avvicinò lentamente al direttore tenendo lo sguardo fisso sul suo volto.
-Lex Talionis, occhio per occhio, dente per dente.- Sibilò ancora alzando di poco il tono della voce ed arrivò a pochi passi dall'altro che era rimasto pietrificato dalla situazione.
-Sai cosa significa, vero?- Domandò poi cattiva accarezzando piano il grilletto, stava per accadere. Samuel davanti a lei non sapeva cosa fare, apriva e chiudeva gli occhi quasi compulsivamente sotto lo sguardo attento dell'altra.
-Credevi di distruggere delle vite e passarla liscia?- Urlò la mora non sentendosi arrivare una risposta dall'altro, lo urlò con tutto l'astio che provava per quell'uomo così ignobile.
-Tu feccia umana mi fai schifo e meriti di morire.- Introdusse così il suo monologo la ragazza.
-Ma in questi giorni ho pensato che rovinare la tua inutile vita sarebbe stata una scelta migliore.-
-Prima però facciamo un gioco.- Disse infine lasciando l'uomo confuso ed impaurito.
-Cosa stai blaterando Becka?- Chiese quest'ultimo con la voce rotta dal nervosismo.
-Sai in cosa consiste il gioco della roulette russa?- Fu la domanda repentina della mora che spiazzò la sua vittima, gli teneva le iridi azzurre piantate addosso e nonostante fossero del colore del ghiaccio in quel momento il direttore se le sentiva bruciare addosso.
-Il gioco consiste nell' inserire un proiettile in una revolver, ruotare il tamburo puntare alla testa e...- 
-E...?- Lo incalzò lei.
-Sparare.-
-Esatto. Ma noi giocheremo con due proiettili.- Annunciò la mora prima di far ruotare velocemente il tamburo della pistola e puntare quest'ultima sull'uomo.
-Pronto?- Domandò retorica vedendo Samuel iniziare a sudare freddo, puntò la pistola alla gamba dell'uomo e sparò ma dato che il colpo non era in canna per il momento era salvo.
-Sei un uomo fortunato vedo.- Commentò Gwendolyne sarcastica, ripeté i passaggi di prima e punto ancora la pistola alla gamba.
-Becka fermati finché sei in tempo.-
-Altrimenti?-
-Chiamo le guardie.-
-Che paura... Ma in ogni caso tu sarai morto al loro arrivo.-
Rispose lei prima di sparare alla gamba dell'uomo e stavolta un proiettile perforò il ginocchio dell'uomo da parte a parte facendo accasciare quest'ultimo dolorante al suolo. Ormai Samuel era letteralmente inginocchiato ai piedi di Gwendolyne e lei che si era stufata di giocare sistemò l'ultimo proiettile in modo di andare a colpo sicuro.
-Mi assicurerò personalmente che tu debba strisciare per tutta la vita come il verme che sei.- Disse pacata prima di guardare Samuel negli occhi lucidi e sparargli all'altro ginocchio causandogli altro dolore che a sua volta aveva causato un suo urlo quasi disumano, lo guardò dall'alto in basso non riuscendo a trattenere il disgusto che provava per lui.
-Ringraziami per non averti ucciso, ti ho ritardato l'Inferno.-Disse la mora prima di lasciare l'ufficio così com'era entrata sotto le minacce dell'uomo.
L'aveva fatto per tutte quelle donne a cui Samuel aveva tolto e rovinato la vita ed era molto soddisfatta in quel momento.
Arrivata fuori all'edificio trovò Scarlett e Beatrice, le due avevano fatto fuori alcune guardie e si erano procurate le armi necessarie a sopravvivere.
-E ora come lo apriamo il cancello?- Domandò Beatrice poco prima che gli allarmi scattassero per la seconda volta nella giornata.
-Questa prigione è scadente, basterà sparare alla serratura.- Disse Scarlett prima di sparare ripetutamente al cancello fino a quando non si aprì, dopodiché le tre corsero via.
Quando il sole era alto nel cielo le tre fuggitive stavano percorrendo una strada battuta provate dalla fatica, ormai non riuscivano più a tenere un buon passo perciò si sedettero per terra. Di punto in bianco Gwendolyne esordì con una domanda.
-Dimmi Beatrice, perché eri in prigione?-
-Per aver ucciso il mio ragazzo, o meglio, ex ragazzo.-
-E sei colpevole?-
-Assolutamente colpevole.- Sghignazzò Beatrice in risposta.
-Quel bastardo se lo meritava.- Aggiunse poi.
-Peccato.- Dissero la mora e l'azzurra all'unisono prima di spararle nel medesimo istante, si guardarono stupite e subito dopo Gwendolyne spostò gli occhi sul corpo privo di vita dell'altra donna, per la seconda volta in poche ore aveva fatto giustizia.

Non Esattamente Romeo E Giulietta (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora