Parte 18

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~Ryan~
-Gwen.-
-Sì Ryan?- Mi rispose rimanendo voltata dandomi le spalle.
-Sembra che prenderemo strade diverse.-
-Sarà solo per un paio di mesi.- Disse girandosi verso di me quasi scocciata, questa ragazza si scoccia per tutto, è come se si fosse scocciata persino di vivere o forse è la mia vicinanza ad infastidirla tanto.
-O magari per sempre.- La corressi avvicinandomi a lei.
-Ancora con questa storia??- Chiese alquanto esasperata passandosi una mano tra i capelli nerissimi.
-Sinceramente non sono più preoccupato.-
-Già non ti importa più di me a quanto pare.- Sbuffò, non lasciandomi finire, con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate.
-Fammi finire di parlare, non sono più preoccupato perché ho capito che sei formidabile.- Le confessai sincero.
-Sei in vena di complimenti.- Disse dopo qualche istante guardandosi le scarpe dello stesso colore dei suoi capelli.
-Sono in vena di essere sincero. Potrei anche continuare, sei formidabile, fortissima, coraggiosa, tosta, buffa...-
-Buffa?- Mi domandò confusa.
-Sì, buffa.- Ripetei sicuro di me
-E cos'avrei di buffo?- Chiese ancora appoggiandosi al muro e facendomi segno di mettermi vicino a lei. Quando mi posizionai accanto a lei ripresi a parlare.
-Nulla in particolare, semplicemente a volte sei buffa.- Dissi scrollandomi le spalle per poi ruotare la testa verso di lei, potendo però solo ammirare il suo profilo. Naso dritto, labbra sporgenti e mento aggraziato, un Angelo con un caratteraccio.
-Tu cosa pensi di me?- Le chiesi per spezzare il silenzio creatosi ma anche per curiosità.
-Non ti penso.- Si sbrigò subito a dire.
-Ouch, fa male.- Ci scherzai sperando però che non fosse sincera.
-Capita.-
-Tanto lo so che scherzi.-
-Ti sembro una che scherza?- Mi domandò scettica con un sopracciglio alzato, precisamente quello sinistro.
-Ti sembro uno che si ferma alle apparenze?- Sospirai, sono sempre stato il tipo di persona che cerca sempre il buono nelle persone.
-Dovresti, spesso le persone sono proprio quello che sembrano.- Sospirò anche lei osservando il soffitto, credo che con lo sguardo si mise a percorrere ogni singola crepa per quanto era concentrata.
-Tu mi sembri una che ha bisogno d'affetto.- Affermai pentendomene subito dopo sapendo che si sarebbe arrabbiata.
-Forse.- Disse invece.
-Non lo neghi?- Domandai sorpreso, mi aspettavo che mi desse dell'idiota o dello scemo, o che comunque che mi dimostrasse che avevo torto marcio. Non era così prevedibile come pensavo infondo.
-Dovrei?- Chiese senza un tono preciso.
-Beh tu sei...-
-Cinica, impassibile, insensibile e senza cuore? Sì lo so.- Elencò una serie di difetti sicura che le appartenessero. Io non la pensavo come lei, poteva sembrare fredda e magari lo era ma infondo aveva dimostrato varie volte di avere sentimenti.
-Intendevo dire complicata in realtà.- Dissi cercando di essere il più sorridente possibile.
-È solo un modo più carino per dire quello che ho detto io alla fine.- Sbuffò continuando imperterrita a fissare il soffitto.
-Perché ti comporti così?-
-Provare e dimostrare dei sentimenti è una debolezza.
La società accetta chi si dimostra forte, la società tollera chi nasconde le sue debolezze, la società ti uccide lentamente se sei fragile. Nel nostro caso poi, è legge.- Rispose guardandomi negli occhi e avrei anche ribattuto se non fosse stato che dalla porta dell'ufficio fece la sua gloriosa uscita Christopher.
-Ancora quì?- Ci chiese quando ci notò, però forse dovrei dire le chiese dato che aveva occhi solo per Gwen.
-Non per molto, voglio uscire.- Gli rispose lei annoiata e quasi ero felice che quel tono non fosse rivolto a me.
-Interessante.- Commentò lui.
-Se lo dici tu...- Rispose invece Gwen non dimenticandosi di sbuffare.
-Solo con me è tutta sbuffi e sospiri?- Mi chiese poi Christopher accortosi all'improvviso della mia esistenza.
-Purtroppo no.- Gli dissi sincero provocando non poca irritazione alla ragazza accanto a me.
-Io vado in cortile, chi mi ama mi segua.- Sbuffò infatti incamminandosi lontano da me ed ottenendo una risata di Christopher che cessò non appena venne richiamato in ufficio da Connor, "Il dovere mi chiama.", io invece seguii Gwen rimanendole dietro di qualche passo data la velocità con cui si muoveva.
-Perché mi segui?- Mi chiese dopo un po' senza voltarsi ed accelerando il passo.
-Beh me l'hai chiesto tu.- Le risposi perplesso dalla sua domanda.
-Primo si suppone che tu mi ami per seguirmi e secondo era solo un modo di dire.- Disse non accennando nemmeno a fermarsi e solo in quel momento realizzai quello che era successo.
-Ah.- Riuscii a dire rimanendo fermo nel bel mezzo del corridoio come un fesso.
-Ormai però lasciati seguire!- Urlai non venendo però sentito data la distanza che si era andata a creare tra di noi, perciò iniziai a correre e urlarle dietro.
-Fermati!- Urlai ancora dopo un po' rendendomi conto che mi stava semplicemente ignorando. Dopo averla finalmente raggiunta la bloccai da dietro con entrambe le braccia serrate.
-Per avere le gambe corte ti muovi in fretta eh.- Dissi fiatone a mille ma alquanto compiaciuto dal mio insulto mascherato da complimento.
-Le gambe corte io?- Mi domandò incredula accorgendosene sembrava che avessi bestemmiato data la sua espressione.
-Sei bassa! Guarda, riesco ad appoggiarmi con il mento sulla tua testa!- La presi in giro appoggiando di fatto la mia testa sulla sua.
-Ti consiglio di lasciarmi e piantarla di insultare la mia altezza totalmente nella media.- Disse con tono di minaccia dimenandisi nelle mie braccia.
-Altrimenti?- La stuzzico sinceramente divertito passando con il mento dalla sua testa alla sua spalla. Ho una strana sensazione di déjà vu.
-Altrimenti ti faccio mangiare i tuoi stessi denti uno ad uno. Ho sempre sognato di vedere qualcuno masticare i propri denti ma senza denti.- Dice con aria inquietantemente sognante.
-Fortunatamente sei troppo carina per essere presa sul serio.- Dissi alquanto divertito e spaventato dalla situazione lo trovai un mix di emozioni davvero particolare.
-Eh?- Domanda sorpresa.
-Cosa?- Chiesi.
-Correre ti fa male Evans.- Disse liberandosi facilmente dalle mie braccia lasciandomi ancora una volta indietro. Domandandomi perché non l'aveva fatto prima mi affrettai ad affiancarla.
-Mi fanno male i polpacci a forza di starti dietro!- Mi lamentai fermandomi nel mezzo del cortile cercando con lo sguardo Gwen che trovai china accanto all'albero su cui l'avevo sfidata ad arrampicarsi.
-C'è una gatta quì.- Sussurrò non appena mi avvicinai a lei e notai con mio stupore che effettivamente stava tenendo tra le braccia un felino dal pelo nero e gli occhi color rame.
-Che ci fa quì?-
-Come potrei saperlo?- Mi chiese iniziando ad accarezzare il dorso dell'animale che pareva gradire il trattamento.
-Giusto...-
-Per essere una randagia non è messa male.- Riflettè ad alta voce continuando ad accarezzarla, stavolta dietro le orecchie.
-Che ne faremo di lei?- Le domandai.
-Le darò da mangiare e poi si vedrà.- Rispose alzandosi con la gatta in braccio.

Parte di piano compresa tra due semirette uscenti da uno stesso punto anche detto "angolo" dell'autrice:
Salve popolo di wattpad!
Alloora... Mi scuso per il ritardo ginormico ma in mia difesa vorrei dire che la scuola è malvagia e la prof di italiano mi ha interrogato BEN. SEI. VOLTE.
Ne approfitto per ringraziarvi delle 900 letture, dei 176 voti e gli 11 follower appena ottenuti e voglio farvi due domande:
1. Riusciremo ad arrivare a 1000 letture entro capodanno? Se sì siete splendidi.
2. Dovrei fare capitoli più lunghi?
Per favore rispondete ho davvero bisogno delle vostre opinioni *^*
Alla prossima!

Non Esattamente Romeo E Giulietta (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora