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Due uomini muscolosi mi presero per le braccia, conducendomi nella cella 23.

Qui le stanze erano tutte attaccate, si poteva comunicare col vicino tramite una finestrella aperta.

Rispetto agli altri riformatori, quello diciamo che era più moderno, ci lasciavano portare un po' di cose personali, controllate prima da loro ovviamente. Tipo io portai l'mp3.

Nel quadrato in cui sarei abitato per un bel po' c'era un gabinetto, un lavandino, un letto singolo e una televisione.

Tre pareti erano di cemento, mentre quella che comunicava con il corridoio aveva le sbarre.

La puzza di fumo e di ragazzo dominava per tutto l'edificio.

Sapevo che c'era una mensa, una palestra e le docce.

La mia cella era all'inizio del corridoio.

Mi diedero la divisa arancione, che consisteva in una tuta da meccanico del medesimo colore.
Poi, insieme ad essa, mi offrirono il pigiama: una canottiera attillata e dei pantaloni larghi da ginnastica.

Mi aprirono la 'gabbia' e mi spintonarono all'interno.

Diedero due o tre colpetti alle sbarre della cella accanto alla mia e " Way, hai un nuovo vicino. " dissero.

Non badai a quello che rispose questo Way, mi misi le cuffie ed iniziai ad ascoltare i miei amati Green Day.

Prison • FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora