La mattina dopo mi sveglio più debole del solito, ma non gli do peso, probabilmente è perché sono andata a letto tardi e la giornata lavorativa e scolastica sono state stancanti. Arrivata a scuola mi fiondo in classe ed ho inizio ad ascoltare le lezioni barbose del giorno.
Alla ricreazione noto un ragazzo che non ho mai visto prima, devo ammettere che non è brutto, ma non è uno di quelli che se la tira, almeno per il momento. Indossa una maglia blu e un berretto dello stesso colore, uno zaino a tracolla e ha un'aria spaesata. Passo oltre senza soffermarmi. Vado in giardino e inizio a osservare la scena da una panchina, fino a quando suona la campanella. Torno in classe e le ultime ore sono più interessanti di quello che pensavo. Siccome ho il pomeriggio da passare a scuola inizio a disegnare. Tiro fuori il blocco dove racchiudo tutti i miei disegni da anni. È quasi 10 cm di blocchi su blocchi, ogni anno ne aggiungo due, e li finisco sempre perfettamente. Inizio a disegnare un personaggio familiare, sembra il ragazzo che ho visto oggi. Quando finisco di colorare e sto per mettere via il blocco qualcuno lo afferra, per poi buttarlo a terra e pestarlo "brutta testa di cazzo cosa fai?!" Domando con aria furiosa "ciao Jenna, ci rincontriamo. Oggi però non puoi scappare...sei fottuta!" Prende il blocco e ne strappa metà, lasciandolo cadere miseramente a terra. Prende un accendino e lo accende sotto i miei occhi impotenti dato che i suoi amici mi tengono ferma. Lo guardo, una vita che va letteralmente in fumo. Una lacrima mi riga il viso, seguita da altre finché non mi ritrovo a singhiozzare davanti a quella scena crudele a dir poco. Voi starete pensando che sono solo dei disegni, e avete ragione, ma per me lì c'erano gli ultimi ricordi di mia mamma. Mi lasciano quando ormai del blocco è rimasta solo cenere. Non ci vedo più, sono accecata dalla rabbia, e raccogliendo tutta la forza che c'è in me gli tiro un pugno facendogli sanguinare il labbro inferiore a destra.
