Entro cauta nella struttura guardandomi attentamente attorno. Le pareti sono di un color panna molto chiaro e una scalinata cattura la scena, posizionata sul fondo di un grande salone, con un tappeto al centro. Sotto alle scale c'è una porta chiusa, sulla destra c'è un grande salone dove si trova un enorme divano in pelle nera e un camino. Un lato della sala è contosto interamemte da una vetrata. I mobili sono di un colore mogano scuro, e, sopra ad un mobile più basso, poggia un enorme televisore. Davanti al divano c'è un tappeto bianco, con sopra un tavolino in vetro, e, sparse per la stanza, si trovano delle piante eleganti che donano un aria più fresca alla casa. Sulla sinistra, si trova invece un'enorme stanza di un colore più scuro delle pareti delle altre stanze. Ci sono alte librerie piene di libri grossi e antichi, una grande scrivania anch'essa in mogano, come il resto dei mobili, sta proprio al centro della stanza. Sopra, ci sono appoggiati in modo ordinato tanti fogli, e, come nell'altra stanza ci sono molte piante: alcune alte e poggiate direttamente a terra e altre più piccole appoggiate su piedistalli in legno.
"cosa preferisci prendere per colazione?" mi chiede tranquillamente distogliendomi dalla mia osservazione "quello che prendi tu" rispondo con un filo di voce, intimorita da tutto il lusso della casa.
"seguimi" mi dice prima di camminare verso la porta chiusa di fronte a noi. Inutile dire che anche questa stanza è super sofisticata e bella. Come nelle altre stanze, i mobili sono tutti in legno, rendendo la cucina accogliente. Mi invita a sedermi su uno degli sgabelli posizionati attorno all'isola proprio davanti ai fornelli. Inizia a cucinare qualcosa e un dolce profumo raggiunge le mie narici.
Mi guardo attorno ancora un po', ma ritorno a fissarlo quando mi posiziona davanti un piatto pieno di pancacke al cioccolato. Probabilmente, ora i miei occhi sono a cuoricino mentre fisso quella che sarà, forse, la colazione più buona di sempre. Subito dopo, mi avvicina anche un bicchiere di latte e del miele.
"spero ti piaccia" asserisce prima di sorridere e iniziare a mangiare. Lo seguo a ruota ringraziando e iniziando ad assaporare quella delizia. Mio dio, è buonissimo! Mi lascio sfuggire un verso di approvazione che però sente anche lui. Alza gli occhi su di me iniziando a ridere divertito, al che arrissisco e abbasso gli occhi. Che figuraccia.
"erano buonissimi" sussurro ancora imbarazzata "ne sono contento" sorride facendomi sciogliere, che bel sorriso!
Lo aiuto a tirare via i piatti usati, seguendolo poi in camera sua. Qui, le pareti sono grigie e i mobili sono neri e bianchi. Il letto è al centro della stanza, appoggiato al muro dalla parte della testa. Una porta aperta mi fa pensare alla cabina armadio e una grande scrivania cattura la mia attenzione: sopra sono appoggiati due guantoni da boxe, vicino a delle scarpe apposta. Perchè sono lì? Perchè era conciato così sotto casa mia? Non dovrebbe sapersi difendere? Le parole di Pyo mi tornano alla mente come uno schiaffo
"come? non lo sapevi? non sapevi che se le è sempre prese per salvarti il culo?!"
E se non si fosse difeso apposta?
angolo mio
Heyyy, eccomi con il nuovo capitolo.
Penso che pubblicherò ogni martedì salvo imprevisti.
Spero vi sia piaciuto, al prossimo.♡
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