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Mi sveglio che c'è il sole. Non so quanto sia passato so solo che il male alla testa è insopportabile,come è doloroso il vuoto che mi hanno lasciato. Intorno a me ci sono chiazze di sangue e le braccia sono tutte sporche. Debole mi alzo e apro l'acqua per togliere i segni che mi hanno lasciato, magari pulendo il dolore che sento si affievolirà. Quando ho finito mi avvolgo nel l'asciugamano stranamente colorato, visto il mio guardaroba quasi interamente nero. Entro nella mia camera e la corrente gelida mi pizzica la pelle. Guardo la finestra distrutta e i vetri per terra. Faccio lo slalom per non tagliarmi e arrivo all'armadio. Mi vesto velocemente. Sono le tre di pomeriggio, ho dormito quasi ventiquattro ore. Con la scopa inizio a pulire il pavimento della stanza. Entro in cucina e anche lì la finestra è a terra i frantumi. Quando ho finito sono le 4.30. Decido di prepararmi per il lavoro, ma prima tappo i buchi con dei sacchi neri attaccati. Esco e appena arrivo al bar l'odore di caffè mi tranquillizza. Per coprire i tagli ho usato dei cerotti ma sono come minimo dieci e non possono passare inosservati. Masha mi saluta con un abbraccio caloroso, a volte mi sembra di essere tra le braccia della mia mamma. Masha è una signora sulla quarantina, robusta con un viso rasssicurante. La adoro, sono ormai cinque anni che lavoro lì ed è stata da subito un punto d'appoggio per me. Finisco di lavorare verso le 21. Sono distrutta ma un po' più tranquilla.

WHY ME?~ {Jeon Jungkook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora