Capitolo 4

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Imprecai.

Una figura si appoggiava a una moto nera. Un ragazzo. Con un ciuffo.

Era il moro.

Imprecai di nuovo.

Mi avvicinai a passi svelti e, semza incrociare il suo sguardo, imboccai il vialetto che portava a casa mia.

"Gren!" urlò il moro.

Merda.

Mi voltai verso di lui e lo vidi avvicinarsi.

"Valentina Gren, 16 anni. Tua madre è un importante avvocato della zona e anche molto richiesto, per questo rimani spesso a casa da sola." continuò con un sorrisetto malizioso.

"Complimenti. Sai il mio nome, cognome e il lavoro di mia madre, quindi?" dissi io.

Non sapevo come avesse fatto ad avere quelle informazioni, ma la cosa era irrilevante. Poteva sapere il mio nome, ma non mi comosceva lo stesso.

"Te l'avevo detto che l'avrei scoperto."

continuò il moro.

"Bene, quindi ora me ne posso andare?" dissi io scocciata, indicando la casa dietro di me.

"Veramente io avevo un'altra idea." mi disse con un sorrisetto stampato in faccia.

"Cioè?" Lo incalzai, cercando di fargli continuare il discorso.

"Potremmo farci un giro sulla mia moto." mi disse.

"Scherzi vero? Io non ci salgo con te su quella cosa." gli dissi facendo le virgolette a 'cosa'

"Ehi che c'è? Hai paura?" mi sfidò lui.

"No, semplicemente non mi fido delle tue doti di guidatore." gli risposi

"Poverina..Dai un giro e poi ti riporto a casa."

"Va bene" dissi sbuffando.

Salì sulla moto e si mise il casco, poi me ne porse uno invitandomi a fare lo stesso.

Mi misi il casco e salii sulla moto.

"Tieniti. Ho la brutta abitudine di andare un po' veloce."

Merda. Ma perché avevo accettato?

Tenni il suo giubotto di pelle tra le mani e misi i piedi sulle due piccole pedane hai lati.

Il moro rise. Che cavolo c'era di divertente?

Mi prese le mani da dietro e me le attorcigliò al suo bacino.

Eravamo troppo vicini.

Mise in moto e mi portò a fare un giro per tutta la città.

Era stupenda la velocità. Il vento che ti sbatte violento in faccia, le figure delle persone che sfrecciavano velocissime.

Il moro continuava ad accellerare, mi piaceva quel senso di pericolo. L'adrenalina che scorreva nelle vene, era qualcosa di meraviglioso che ti faceva sentire..viva.

Ad un tratto rallentò fino a fermarsi. Mollai la presa dal suo bacino e con le mani ancora indolenzite per aver stretto troppo mi levai il casco.

Eravamo sulla spiaggia.

...Spiaggia?!

Il moro scese dalla moto e io lo imitò.

Mi prese per mano.

Oddio cosa?

Perché stava facendo cosi?

Mi portò sulla spiaggia e si sdraio sulla sabbia.

"Forza, vieni anche tu." mi disse.

"si" ero stordita dal suo comportamento.

Mi sdraiai accanto al moro e lo guardai. Aveva gli occhi chiusi, e stava canticchiando a labbra chiuse.

Era bello, molto. Sembrava uno di quei ragazzi appena usciti da una rivista di moda. Era un Dio greco. Uno di quelli che gli antichi scolpivano per rappresentare la bellezza.

Già, lui era la bellezza. Lui. Non sapevo il suo nome.

"Non so ancora come ti chiami." gli dissi rompendo il silenzio.

Aprì gli occhi e mi guardò incuriosito.

Mi sentii in imbarazzo.

Cazzo oh, ma che avevo?

"Mi chiamo Zayn, Zayn Malik." mi rispose.

Un brivido percose la mia schiena.

"Zayn.." sussurrai.

#Spazio autrice

Hey girlss;) Allora vedo che vi state un po' attivando e mi fa piacere. Questo capitolo è un po' corto ma sono esattamente le 11.49 di sabato sera e io sono stanca morta. Penso di pubblicare questo capitolo domani.

Sciau Belleee♥

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