Capitolo 17:"Mezz'Esseri"

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Joey si ritrovò in un mondo completamente rovesciato. Era tutto buio, un cielo senza Sole, a parte come dei fantasmi luminosi, iridescenti bagliori, dalla forma di oggetti, case, costruzioni, passanti. Joey capì. Le forme luminose erano deformate, quasi in prospettiva, e tutte nello stesso verso. Erano ombre, o meglio, il loro speculare luminoso in quella caotica dimensione opposta. "Se per arrivare qui sono passato per un'ombra... per tornare nella mia dimensione dovrò passare per una di queste sagome luminose. Ma mio padre dov'è? No, probabilmente si è lanciato subito in qualche luce per seminarmi... non posso raggiungerlo, non più. Dannazione. Meglio tornare indietro." pensò il giovane Evans. Poi si rese conto che non aveva la più pallida idea di dove fosse "indietro". Vi erano migliaia di luci, e non tutte sarebbero state nascoste alla vista degli umani. Joey si sedette, senza sapere esattamente su cosa, e cercò di riflettere. Tante fastidiose emozioni contrastanti in quel momento frenavano il suo pensiero, così si limitò a zittirle. Non aveva tempo per soffrire o farsi domande. Doveva prima tornare. Sarebbe stato meglio chiedere una mano a Zoe. Ma no, sarebbe stata solo un impiccio. Però portandola con sé non si sarebbe trovato in quella situazione. Joey si rialzò furente. Non era lucido, non poteva pensare. Poi ripercorse le sue domande. "...chiedere una mano a Zoe."

Ora sapeva cosa fare. Era solo una mezza idea, ma se avesse funzionato... Joey si risiedette, si prese la testa fra le mani, chiuse gli occhi. Inspirò a fondo ed espirò un paio di volte, poi richiamò tutta l'energia psichica a sua disposizione. Sperava di reggere. Condensò un campo verdognolo attorno a sé, poi lo fece arrivare nella sua dimensione attraverso le luci. E prese a viaggiare in mezzo alla menti delle persone che entravano, ignare, nel campo telepatico. Tramite i loro ricordi incrociati, brandelli mnemonici di strade, edifici, fatti completamente futili, frammenti di percorsi da seguire, arrivò a Zoe, che era rimasta là. Evidentemente il tempo scorreva in maniera diversa in quel posto spettrale. Si concentrò sulla sua figura, fino a controllarla telepaticamente a distanza. Non dovette neanche affrontarla sul piano psichico per accedere. Poi le fece attraversare la propria ombra, vedendo da quale luce appariva nell'altra dimensione. A quel punto corse verso di lei, la prese per mano e sciolse il controllo mentale. Prima che la ragazza potesse chiedere spiegazioni, Joey aveva già portato fuori entrambi ed era schizzato via in una scia verde.

Ray stava dormendo, come al solito, per immagazzinare enormi quantità di energia. Altrimenti, l'instabilità del suo potere lo avrebbe gettato in un letargo improvviso e durevole. Il suo cellulare trillò in modo fastidioso, tanto da svegliarlo.

"Sssssì?" rispose il ragazzo dai capelli argentei; "Chi diavolo... Victor? Sì. Lo so, lo so, dovevamo prenderci quella famosa rivincita...no, non me ne sono dimenticato. Solo che in questi giorni ho avuto da fare e... dai, lo sai che se non dormo quasi tutto il giorno non servo a nulla. Mi sono affaticato. Mi dispiace, ma non potevo farne a meno. E comunque Brian e Agatha lo hanno seguito, sappiamo tutto. Sì, sarà impossibile reggere il confronto ora come ora, ma se manterrai la promessa...fantastico! Non ci speravo più. E la tua amica? Sarà dei nostri? Perfetto. Quando arrivano gli 'incentivi'?"

In quel momento suonò il campanello. Brian sfrecciò alla porta, aprì al fattorino e prese un pacco appena arrivato.

Ray udì la scena e mormorò al telefono:"Come si dice? 'Lupus in fabula'? Sì, ciao."

Si alzò, si mise un paio di jeans candidi come i suoi capelli, una t-shirt nera e si diresse verso gli altri tre, che avevano già aperto il pacco. Al suo interno vi erano quattro astucci con una lettera allegata per ognuno. Queste recavano ognuna il nome di uno dei Mezz'Esseri. Ray aprì la sua e la scorse velocemente. Era uno spiegone di Victor su come i suoi scienziati all'avanguardia avessero creato quelle cinque fiale di un super energizzante a partire da alcune delle droghe piu comuni sul mercato. Bevuta una di quelle non avrebbe avuto problemi energetici per almeno un'ora. Le altre lettere erano simili, unica differenza: l'origine del prodotto all'interno delle fiale. Un'overdose da metanfetamine per Brian, una particolare spora dalla foresta amazzonica per Agatha e morfina per Christine. Avrebbero risolto temporaneamente i loro problemi, ma il prezzo sarebbe stato alto. Ray aprì l'astuccio e osservò, emozionato come un bambino che scarta il suo nuovo giocattolo, il riflesso della luce che entrava cauta dalle finestre dal telaio in mogano sulle fiale. Alzò lo sguardo sugli altri tre ragazzi, e si accorse dei loro pensieri. Il dubbio serpeggiava nelle loro menti. Disse loro:"Non vi obbliga nessuno. Se non volete rischiare, potete scegliere di andare via. Non lo dirò a Victor. Avete la mia parola, per quello che conta."

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