Capitolo 4:"Mens et Corpus"

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"Bene. Vediamo di spiegare nel modo più chiaro come si svolgeranno le lezioni" disse Marcus; "Faremo cinque ore di teoria a giorni alterni e cinque di pratica tutti i giorni, in modo da potervi allenare più volte sulle stesse nozioni. Ovviamente, se ci attenessimo a questo programma, ci ritroveremmo con giornate scolastiche della durata di 10 ore. Questo non è possibile, perciò nei giorni in cui faremo teoria e pratica, mi allenerò con voi, fermando il tempo per quelle che corrispondono a cinque ore naturali. Grazie a questo provvedimento, inoltre, limiteremo la maggior parte dei danni che potreste causare. Durante le lezioni teoriche, analizzeremo l'utilizzo migliore delle vostre peculiarità in modo individuale e, tra qualche mese, in squadra, in modo offensivo e difensivo. Inoltre, inizieremo tramite delle apparecchiature speciali l'addestramento della vostra mente, finché non sarà in grado di rappresentare il vostro Io con una forma definita. Vi avviso che sarà estremamente stancante e che vi sentirete molto a disagio. Per questa prima parte dell'anno, comunque, lavoreremo solo sul portare il vostro fisico e la vostra mente, per quando possibile, ad un livello 'di base' da cui partire con i veri esercizi. Adesso, vi prego di guardare il pavimento."

Joey abbassò lo sguardo, e solo allora notò che era diviso da delle strisce azzurre, in modo da formare un ampio spazio centrale e tanti quadrati più piccoli disposti a ferro di cavallo, tutti numerati da uno a ventiquattro. Capì subito cosa potevano essere. Marcus invitò gli alunni a prendere posto ognuno nel quadrato su cui era proiettato il proprio numero dell'elenco. Una volta che tutti si furono disposti, si sentì un clangore provenire dal basso, e subito dopo i ragazzi si resero conto di essere sopra degli ascensori. Marcus urlò, per superare lo stridio degli ingranaggi:"Queste piattaforme vi porteranno al piano sottostante, a cui non si può accedere in altro modo. Là verrete posti nelle vostre postazioni di allenamento, chiamate Cubi, in cui troverete proiettato il programma del giorno, una lavagna digitale e tutti gli strumenti necessari per irrobustire il vostro fisico. Buon lavoro ragazzi, io passerò di Cubo in Cubo per vedere se avete bisogno di aiuto."

Joey si ritrovò tutto solo nel suo Cubo, che era molto più grande di come egli si aspettasse. Diede un'occhiata fugace al programma, giusto per vedere da cosa iniziare, e si mise immediatamente all'opera. Non era certo un tipo atletico, anzi. Però adorava le attività fisiche, e le svolgeva con assoluto rigore. "Chissà cosa tratteremo domani in classe..." si chiese Joey, prima di passare all'esercizio successivo. Il programma prevedeva dieci minuti di cyclette, ma non ve n'era neanche l'ombra nel suo Cubo. Provò a cliccare sulla scritta proiettata dell'esercizio, e come per magia una cyclette, probabilmente nuova visto lo stato perfetto in cui era tenuta ed il numero considerevole di funzioni di cui era provvista, comparve silenziosamente nella stanza. Solo un attimo dopo Joey notò richiudersi l'incavo nel muro. L'addestramento di quel giorno proseguì così senza storia.

La mattina seguente, Joey si presentò nuovamente al parcheggio da cui Marcus l'aveva poi accompagnato alla scuola. Una volta comparso Von Strye, si diressero alla scuola. Entrato in classe dopo che gli alunni ebbero preso posto, il professore iniziò la prima spiegazione di teoria:"Oggi parleremo della mente sotto vari aspetti. Esistendo persone come Victor, capaci di infiltrarsi nella nostra mente, è necessario sapere come possiamo difenderci sul piano astratto. Per questo durante le ore di pratica, verrete sottoposti a dei macchinari che stimoleranno il vostro Ego a concentrarsi. All'inizio sarà molto fastidioso, ma vi assicuro che ne varrà la pena. Incominciamo a capire però già da ora come funziona tutto ciò. Una volta che riuscirete a raffigurare nella vostra mente la vostra coscienza come qualcosa di tangibile, lavoreremo su questa rappresentazione: dovrete portarla a raffigurare voi stessi. Qualcuno di voi sa dirmi il perché adottiamo questo metodo? Dopotutto potremmo vedere la mente come praticamente qualsiasi cosa. Allora perché?"

Joey, ovviamente, alzò la mano. E Marcus fu costretto a chiamarlo.

"Semplice, per due motivi: primo, il nostro corpo è sia l'immagine che ognuno di noi è abituato ad associare alla propria mente, sia una forma con cui possiamo far 'interagire' la nostra coscienza come se fosse sul piano fisico; secondo, perché la mente è la sede dei poteri, e se la raffiguriamo col nostro aspetto, automaticamente anch'essa avrà dei poteri."

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