Capitolo 18-un altro pensiero

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Beatrice's pov
Rientrai in casa e mi chiusi la porta alle spalle.

Non ero pronta ad affrontare Marco dopo il trattamento che gli avevo riservato,ma prima o poi avrei dovuto farlo comunque.

Cosí feci un respiro profondo e inizia a camminare nel corridoio.

Entrai in camera e lo trovai disteso sul letto,addormentato.

Anche se erano chiusi,notai che i suoi occhi erano gonfi e il viso era ancora bagnato di lacrime.

Nella mano destra stringeva ancora il mio anello.

Il cuore mi si strinse.

Come avevo potuto trattarlo così? Come avevo potuto fargli così male?

Mi avvicinai a lui e,facendo attenzione a non svegliarlo,gli accarezzai il viso.

Il mio tentativo fallí,perché poco dopo Marco aprí gli occhi.

Non appena mi vide,si mise a sedere sul letto.

Mi guardó senza dire nulla,lo sguardo distrutto.

"Marco io...non so cosa dire." dissi.

Era una situazione carica di tensione.

"Mi dispiace. Sono stata una stupida,non avrei dovuto reagire così e..."

"No." disse lui,interrompendomi.
"È stata colpa mia. Non avrei mai dovuto cacciare Carlotta." disse.

"Smettila ti prego." dissi,aprendo la sua mano e riprendendo l'anello.

Lui mi guardó con lo sguardo pieno di tristezza.

"Bea..." disse,riprendendo l'anello.

"Cosa stai facendo?" gli chiesi.

"Avevi ragione tu. Non sono ancora pronto a vivere una vita al tuo fianco." disse.

Quelle parole mi lacerarono il petto.
Come poteva dire una cosa del genere?

È vero,lo avevo detto io stessa poco prima,ma era stato in un'impeto di rabbia.

"Quindi...non vuoi piú sposarmi?" chiesi.

"Non è che non voglio...non posso. Mi sono comportato troppo male." disse.

A quel punto provai un dolore mai provato prima.

Avevo rovinato tutto.

Ora Marco era convinto di non meritarmi,e non voleva piú sposarmi.

Mi alzai e mi chiusi in bagno sbattendo la porta,per poi scoppiare in un pianto disperato.

Non ne potevo piú,non ne potevo piú di dover affrontare ogni giorno un problema diverso.

Avrei dovuto vivere una vita serena anche per la piccola creatura che stava crescendo dentro di me,ma il destino sembrava avere programmi diversi per me.

Non passó molto tempo che Marco inizió a bussare alla porta.

"Beatrice,aprimi." disse.

Improvvisamente smisi di piangere,e rimasi in silenzio.

"Beatrice,aprimi. Per favore." disse Marco,un'altra volta.

Ancora una volta feci finta di non sentire e rimasi in silenzio.

A quel punto mi alzai e mi sedetti con le spalle contro la porta,rimanendo in silenzio.

Sentii che,dall'altra parte,Marco aveva fatto lo stesso.

Saró il tuo Guerriero 2||Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora