Marco's pov
Erano le due di mattina e stavo dormendo tranquillamente,quando venni svegliato dal pianto e dalle urla di Elisa.Eravamo tornati a casa da due giorni,ormai.
I miei genitori avevano preso il primo treno per raggiungere Milano,e lo stesso avevano fatto i genitori di Beatrice.
Sono venuti a trovarci all'ospedale per conoscere Elisa e sono rimasti con noi fino a quando non siamo tornati a casa.
Inutile dire che si sono commossi tutti non appena hanno visto la piccolina.
Diventare nonni è stato per loro un'emozione unica,come se fossero diventati genitori un'altra volta.
Per noi è stato molto importante averli accanto in quei primi momenti assieme ad Elisa.
Alzai la testa dal cuscino e vidi che anche Beatrice si era svegliata.
"Mhhh...." disse,stiracchiandosi.
Fece per alzarsi ma la fermai."Stai qui amore,riposati." dissi.
Lei mi sorrise e si risistemó sotto alle coperte.
Mi alzai e raggiunsi la camera di Elisa,che continuava a piangere senza fermarsi.
Ma dove lo trovava tutto quel fiato?
Raggiunsi la culla e delicatamente la presi in braccio.
Era cosí piccola,e avevo sempre il terrore di farle male.
"Amore mio,che succede?" le chiesi dolcemente,iniziando a cullarla.
Continuava a piangere,e non avevo idea di cosa fare.
Ero papá da solo due giorni,in fondo.
Inoltre,io e Beatrice siamo stati colti abbastanza alla sprovvista.
Sapevamo che il momento era sempre piú vicino,ma non immaginavamo che sarebbe successo proprio quel giorno.
Quindi siamo stati catapultati in quella nuova vita,cosí all'improvviso.
Eravamo entrambi felicissimi,ma essere genitori era tanto bello quanto impegnativo.
Elisa intanto piangeva sempre piú forte.
A quel punto la spostai,appoggiandola contro il mio petto e facendo appoggiare la sua testolina sulla mia spalla.
Le diedi un bacio sulla testa e iniziai a fare l'unica cosa che in quel momento mi veniva in mente:
cantare."Amore mio grande amore che mi credi,vinceremo contro tutti e resteremo in piedi..." iniziai a canticchiare sottovoce,cullandola piano.
"E resteró al tuo fianco fino a che vorrai,ti difenderó da tutto,non temere mai." continuai.
Canticchiai quella canzone che le avevo dedicato quando ancora era nella pancia di Beatrice,fino ad arrivare all'ultima frase.
"Giuro saró roccia contro il fuoco e il gelo,veglio su di te,io sono il tuo guerriero."
Quando finii di cantare,nella stanza cadde il silenzio.
La piccolina aveva smesso di piangere e si era riaddormentata fra le mie braccia.
Sorrisi.
Sapevo che cantare quella canzone avrebbe aiutato.
Non casualmente l'avevo dedicata a mia figlia.
Ogni singola parola di quella canzone,mi ricordava lei.
Io per lei ci sarei stato sempre,in qualunque situazione.