❀ VI ❀

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Ashton

Aspettai che Luke entrasse in casa prima di rimettere in moto l'auto, guidando verso casa di Calum; il moro mi aveva chiesto di vederci da lui dopo l'appuntamento, cosicché potessi raccontargli tutto – ed anche per fargli compagnia, visto che aveva i decimi di febbre e sua madre gli aveva proibito di uscire. Di conseguenza Calum era incazzatissimo, soprattutto con me perché l'avevo abbandonato per uscire con Luke, quindi dovevo aspettarmelo acido al massimo e pronto a sparare sentenze cattive. Ero abbastanza pronto, a dire la verità: l'appuntamento con Luke era stato così bello che nulla poteva scalfirmi sul serio al momento.

Certo, Luke era stato un po' – molto – impacciato, goffo, taciturno, ma era più che altro un riflesso della sua timidezza, cosa che lo aveva reso ancora più irresistibile ai miei occhi. Per di più quando aveva preso l'iniziativa, baciandomi, mi aveva fatto rendere conto che lui era davvero ciò che volevo, ciò di cui avevo bisogno. Non sono mai stato così sicuro di qualcosa come lo ero di Luke e del mio desiderio nei suoi confronti. Più l'avevo guardato, stasera, più avevo desiderato di sentire le sue labbra sulle mie di nuovo, di scoprire quale fosse la consistenza della sua pelle sotto le mie mani, di sentire il suo respiro caldo ed affannoso infrangersi su di me. M'ero quasi vergognato di quei pensieri, lo ammetto, ma alla fine li avevo accettati. Non potevo fare altro, con Luke, dovevo soltanto rassegnarmi e lasciare quei pensieri scorrere nella mia testa inesorabili, irraggiungibili, quasi irreali e spaventosi – spaventosi perché non m'era mai capitato, fino ad ora, di sentirmi in quel modo riguardo una persona in particolare. Il sesso e tutto ciò che implicava non mi era mai interessato, almeno fino al momento in cui non ho visto Luke sullo schermo del computer di Calum. Ancora mi chiedevo come riuscissi a guardare il mio migliore amico in faccia sapendo ciò che sapevo. Ma soprattutto, mi chiedevo anche come facessi a non prendere Luke e fargli tutto ciò che il mio corpo desiderava di fargli. Quel visetto innocente nascondeva i più grandi peccati e i più nascosti desideri del mio animo, desideri di cui un po' ancora mi vergognavo. Ma come diamine faceva Calum a pensare al sesso ventiquattr'ore su ventiquattro?

A proposito di Calum, avvolto com'ero nei miei pensieri quasi non mi ero accorto di essere arrivato davanti casa sua. Parcheggiai come al solito davanti al vialetto, spensi l'auto e, stringendomi nel cappotto a causa del freddo di quella sera d'autunno mi recai sul vialetto, bussando due volte. Joy mi accolse in casa con un gran sorriso, tipico di lei, e mi riferì che Calum fosse in camera sua a guardare la tv mentre si prendeva il mio cappotto per posarlo sull'attaccapanni. Io la ringraziai prima di dirigermi verso la stanza di Calum.

«Finalmente sei qui», sbottò Calum non appena entrai nella sua stanza, «Sei rimasto incastrato nel culo del secchione? Sempre se te l'abbia data già, puritano com'è – e come sei anche tu con i tuoi stupidi valori morali», mi prese in giro, ridendo di me mentre gli lanciavo un'occhiataccia.

Mi sedetti accanto a lui sul letto, rubandomi una manciata di popcorn. Calum stava guardando Pulp Fiction per la centesima volta. «Non ti stanchi mai di guardarlo?», chiesi curioso, facendo scuotere la testa al mio migliore amico.

«È il film migliore della storia. E poi c'è Uma», borbottò, tirando su con il naso.

Alzai gli occhi al cielo. «Ancora devo capire la tua ossessione per Uma Thurman».

Calum sbuffò. «Sì, certo. Non è importante adesso però, ti ho chiesto di venire qui per parlarmi del tuo appuntamento con il secchione».

«Si chiama Luke, idiota. Chiamalo con il suo nome», sbottai indispettito.

«Ugh, posso chiamarlo come voglio. Già mi hai chiesto di tollerarlo, posso almeno sfotterlo un po'?», si lamentò Calum, facendomi ridacchiare.

«Cal, Luke è importante per me. Puoi farlo almeno per me, il tuo migliore amico?», chiesi, quasi implorante.

Angel || LashtonWhere stories live. Discover now