❀ XVI ❀

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Luke

Io ed Ashton restammo a coccolarci sul letto per un po' di tempo, senza niente a coprirci oltre i nostri corpi ed i nostri respiri che si infragevano l'uno contro la pelle dell'altro. Era la sensazione più bella del mondo; mai mi ero sentito così tranquillo, così in pace. Non mi importava neanche di essere nudo, sapevo che Ashton non avrebbe mai giudicato i miei difetti, ma che li avrebbe resi dei pregi e che mi avrebbe rassicurato, trasformando la mia pelle in oro con le sue mani.

«Sai, mi piace tanto come ti sta il trucco sugli occhi», commentò Ashton, alzando la sua testa per guardarmi negli occhi, «Ma adesso è tutto rovinato. Hai le righe nere sulle guance», aggiunse, passando un dito sulla mia pelle bollente.

Ridacchiai. «Magari la prossima volta potrei evitare di farti pompini, così non lo rovino».

Ashton si accigliò. «Mmh, allora mi sa che da oggi dovrai evitare di truccarti. Mi dispiace angelo».

Scoppiai a ridere. «Beh, comunque non ne avevo l'intenzione. Allora, ti va di fare i compiti?».

Ashton avvicinò la sua testa alla mia, facendo combaciare le nostre labbra. «Io avrei in mente qualcosa di più divertente dei compiti, angelo», borbottò prima di inentisificare il contatto fra di noi.

Mi ritrovai completamente avvolto da Ashton, con il suo corpo sul mio e le sue labbra che si muovevano in modo perfetto con le mie, le sue mani che correvano dappertutto. Fu in quel momento che mi sentii finalmente appartenergli in modo tangibile, di essere completamente suo e alla sua mercé, asservito al suo volere. Avrei fatto tutto ciò che mi avesse chiesto con il sorriso sulle labbra, perché io volevo vivere per lui, soddisfare ogni suo desiderio. Non mi ero mai sentito in questo modo per una persona.

«Hai freddo? Stai tremando», borbottò Ashton, staccandosi da me.

Socchiusi gli occhi, sorridendo. «N-no. Tremo perché sono innamorato di te e me ne sono accorto adesso», confessai, sentendo le guance avvampare. Quando riaprii gli occhi Ashton mi guardava sorridendo con le lacrime agli occhi. Mi bacio dolcemente e mi abbracciò, affondando la testa nel mio collo.

«Aspettavo che mi dicessi una cosa del genere da secoli, angelo mio», sospirò, facendomi sorridere mentre il mio cuore si riempiva di gioia.

❀❀❀

«Dai, lascia stare storia e vieni in vasca con me», borbottai, accarezzando il collo di Ashton, «Si sta un po' soli qui».

Ashton alzò lo sguardo verso di me, stampando un piccolo bacio sulle mie labbra. «Lo preferirei, angelo mio, ma sono davvero indietro e non vorrei ridurmi dover studiare tutto il giorno prima della verifica», spiegò, scendendo a baciarmi il collo.

Ansimai leggermente. «Il tuo ragazzo è nudo in una vasca da bagno e tu preferisci leggere di gente morta. Mi deludi, sai», sussurrai languido, gemendo quando i baci di Ashton diventarono morsi.

«Giuro che appena finisco questo capitolo vengo a farti compagnia, piccolo», sussurrò sulla mia pelle, facendomi rabbrividire.

«Solo perché ci tengo alla tua educazione e perché la Umber mi fa paura. Altrimenti ti avrei già convinto con le brutte», sibilai, tornando immerso nell'acqua calda della vasca.

«E quali sarebbero le brutte?», mi chiese Ashton, ridacchiando prima di tornare concentrato al libro di storia.

Mi rilassai nella vasca, sorridendo malizioso. «Non ne hai proprio idea», mormorai, fissando il soffitto, «Magari dopo posso mostrartelo».

«Non vedo l'ora, angelo», soffiò Ashton, ridendo malizioso, «Ehm... ti posso fare una domanda? Puoi anche non rispondermi se vuoi».

Volsi gli occhi verso Ashton, annuendo cauto. «Fa pure».

Ashton sospirò, arrossendo leggermente. «Quante persone ti... hanno visto come Angel? Oltre Calum, ovvio», mi chiese, improvvisamente timido e sospettoso.

Oh. Dovevo dire che me lo aspettavo. Era una domanda che Ashton mi avrebbe palesemente chiesto prima o poi, solo me la aspettavo più tardi. «Mmh, non so... forse sulle venti, trenta persone», risposi vago, facendo spallucce.

Ashton deglutì. «È parecchia gente», commentò, suonandomi spaventato.

Ridacchiai. «Uhm, direi di sì - ma non credo tu abbia nulla da temere, quelle persone stanno tutte dietro ad un computer - gli unici che conosco siete tu e Calum e ormai Marlene con le sue amiche», lo rassicurai, evitando - di nuovo - di parlare di Michael, non so perché. Avevo paura della sua reazione, più o meno.

Ashton si accigliò. «E... Michael? Mi hai detto che ti ha aiutato lui a creare Angel, quindi suppongo ti abbia visto», mi chiese, sempre più sospettoso.

Mi accigliai. Qualcosa mi diceva che volesse chiedermi questo dall'inizio. Avevo paura di rispondere adesso. «Beh... sì, ogni tanto mi ha visto come Angel», confessai, temendo la reazione di Ashton ora più che mai.

Ovviamente, proprio come mi aspettavo, Ashton non reagì proprio in modo indifferente. «Quindi ti ha visto come Angel», borbottò, serrando la mascella, «Il tuo migliore amico ti ha visto come Angel».

Alzai un sopracciglio. «E allora? Che c'è di male», borbottai, vedendo Ashton arrabbiarsi di più, «Ash, sul serio, non è niente di che».

«Come fai a dire che non è niente di che?! Ma ti rendi conto di ciò che stai dicendo?!», sbottò Ashton, rosso di rabbia in viso.

«Sei geloso di Michael», realizzai, interdetto - non che ci volesse molto a dire la verità. Era piuttosto evidente, «Come puoi essere geloso di Michael?!».

«Come posso non esserlo?! Luke, quel ragazzo è dappertutto! Ti conosce sicuramente meglio di me, è più grande ed ha un rapporto più approfondito con te, come posso non essere geloso?! Ti ha anche visto come Angel!», esclamò, alzandosi ed uscendo dal bagno.

Io lo seguii a ruota, senza preoccuparmi di essere nudo e bagnato. Dovevo risolvere con Ashton al più presto, si stava preoccupando per una cavolata. «Forse perché io sono innamorato di te e non di lui? Hai dimenticato ciò che ti ho detto prima?! Michael è solo un amico, Ashton! Semmai dovresti temere Calum, mica lui».

Ashton si voltò verso di me deglutendo nervoso. «Calum è attratto da Angel, non da te! Non ho nulla da temere, è mio amico e so che non lo farebbe».

«E allora per quale diamine di motivo sei geloso di Michael? Non hai nulla da temere anche con lui!».

Ashton alzò gli occhi al cielo. «Allora non lo sai, vero?», mi chiese, scocciato, «Michael è innamorato di te, stupido!», sbottò, facendomi sgranare gli occhi, «Non te ne sei mai reso conto, vero?».

«Non è vero», borbottai io, incredulo. Eppure adesso si spiegava tutto, tutte le allusioni, quella sensazione di disagio che sentivo nel mio petto quando ero con lui... la sua rabbia quando gli avevo omesso del mio appuntamento con Ashton. Si collegava tutto. Eppure non volevo crederci.

«Continua a mentire a te stesso, io vado a casa», sbottò, afferrando il suo zaino ed andandosene, senza che io potessi fare niente per fermarlo. Sarebbe stato inutile in ogni caso, dovevo lasciare che si sbollisse. E dovevo anche capire di più di questa storia, ragion per cui dovessi andare da Michael al più presto.

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[A/N] Buonaseraaaa. Mi dispiace un sacco postare soltanto stasera, ma questo capitolo è stato un parto, non usciva in nessun modo - forse perché c'è del dramma, sì. Cosa ne pensate dell'uscita spropositata di Ashton? Ha davvero da temere? Lo scoprirete nei prossimi capitoli. A domenica prossima! ♥

Angel || LashtonWhere stories live. Discover now