❀ XXV ❀

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Luke

Ansimai leggermente mentre, con gli occhi rivolti al soffitto, muovevo il mio corpo sul cavallo dei jeans di Ashton, sotto cui un prominente rigonfiamento si scontrava con il mio, malcelato dalla stoffa di quelle mutandine rosa confetto con i bordi merlettati di nero. Era il nostro terzo mesiversario e, nonostante trovassi un po' esagerato festeggiare i mesi di relazione, volevo fare qualcosa di speciale per Ashton - e cosa c'era di più speciale di Angel? Okay, forse un mucchio di cose, ma Angel era stata la prima opzione. E poi volevo usare quelle mutandine che avevo comprato con Claire giusto due mesi prima. Insomma, ci avevo speso venticinque dollari sopra, e ormai il sito che aveva portato Angel alla ribalta era un vago ricordo, quindi era una necessità usarle. E usarle proprio per Ashton, che aveva addirittura cacciato un gemito quando aveva aperto gli occhi e mi aveva visto conciato in quel modo, con le mutandine corredate di reggicalze e calze rosa semitrasparenti. Era davvero divertente gustarmi le sue reazioni, i suoi occhi spalancati, il suo stato di confusione, leggero shock ed eccitazione mentre mi guardava nei panni di Angel, trasmettendomi con i suoi occhi tutte le profanità che avrebbe volentieri fatto al mio corpo, cose a cui ormai ero abituato dopo tre mesi di relazione. Ormai conoscevo il corpo di Ashton alla perfezione, i suoi punti deboli, cosa gli piaceva e cosa no; e lui conosceva me altrettanto bene, con tutti i miei difetti e i segreti che mi portavo dietro. Quando ero con lui, riuscivo a dimenticarmi di tutto il resto, ricominciavo daccapo soltanto come Luke, un semplice ragazzo che tanto semplice alla fine non era. Era una sensazione a cui mi sarei aggrappato con le unghie e con i denti, pur di non farla svanire.

«Ma ci credi che stiamo insieme già da tre mesi?», chiesi io, incredulo, quando finalmente mi fui ripreso dal travolgente orgasmo provocato come al solito da Ashton, «Tre mesi che mi sopporti».

Ashton mi guardò scettico, accarezzandomi la schiena con lentezza. Sentivo ancora i segni delle sue unghie sul mio fondoschiena, dove mi aveva stretto più forte. «Tre mesi che ancora cerco di capire come tu sia ancora così dannatamente insicuro riguardo te stesso», si lamentò, «Sul serio, Luke, a volte mi fai arrabbiare».

Sospirai ed appoggiai la testa sul suo petto. «Pensavo avessi capito da tempo che io sono fatto così - sono insicuro, ho bisogno di sapere con certezza che tu mi vuoi perché mi vuoi e non perché vuoi prendermi in giro», borbottai, facendo sospirare Ashton fra i miei capelli.

Il riccio mi costrinse ad alzare la testa e guardarlo negli occhi. «Luke, io ti amo. E non vorrei stare con nessun altro nel mondo, a parte te. E capisco che tu sia insicuro da morire, ma voglio che tu capisca che io ti amo da morire e che ti voglio perché, diamine, soltanto tu mi fai sentire come se il mondo circostante non esistesse, come se ci fossimo soltanto tu ed io. Okay?», sbottò, mordicchiandosi il labbro in imbarazzo. Forse aveva parlato a vanvera, ma quelle parole furono abbastanza forti da stringermi il cuore in una morsa che solo i suoi baci avrebbero potuto allentare.

«E adesso che ti ho aperto il mio cuore mi credi?», mi chiese Ashton, senza fiato mentre salivo di nuovo a cavalcioni su di lui, conscio che non avrei mai avuto abbastanza di lui.

Annuii veemente, chinandomi per lasciare un altro bacio ad Ashton prima che lasciassi che il suo corpo si insinuasse nel mio, completandomi del tutto. Forse era un po' prematuro per dirlo, ma sentivo che Ashton fosse la mia anima gemella, la mia ancora di salvezza, qualcosa che mi dava pace ma che allo stesso tempo mi faceva impazzire; qualcosa che mi completava ma che mi lasciava inesorabilmente vuoto, una dipendenza. E sì, potevo dire che Ashton fosse qualcosa di molto più forte di qualsiasi droga esistente, dava assuefazione subito, e non riuscivi a rinsavire più. Ne volevi ancora, ancora ed ancora, conscio che fosse pericoloso ma pensando soltanto alle sensazioni che ti dava, quel senso di leggerezza, di smarrimento della realtà. La tua piccola bolla felice che forse sarebbe scoppiata.

Angel || LashtonWhere stories live. Discover now