❀ XVII ❀

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La canzone non c'entra molto con il capitolo (o forse sì), ma l'ho ascoltata mentre lo scrivevo e ho deciso di inserirla lo stesso. E poi sono gli OneRepublic, quindi stanno bene con tutto HAHAHAHAHAH

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Luke


Presi un respiro profondo non appena mi ritrovai davanti casa di Michael. Era passato qualche giorno dal mio litigio con Ashton, lui ancora non mi rivolgeva la parola e la cosa aveva insospettito un po' tutti - Calum e Marlene ormai avevano perso le speranze a cercare di capire il motivo per cui avessimo litigato, nessuno dei due aveva detto niente. Ashton perché, a detta di Calum, diceva che fosse una cosa da niente (beh, almeno questo lo sapeva visto che aveva iniziato lui, incazzandosi per il nulla), io perché non volevo pensarci. Avevo il terrore che Ashton avesse ragione, che Michael fosse davvero innamorato di me. Non volevo perdere il mio migliore amico - perché era ovvio come sarebbe andata a finire, io e Michael avremmo sicuramente litigato per questa situazione e dannazione, non volevo perdere l'unica persona che mi fosse stata accanto per tutto questo tempo.

Era questo il motivo per cui avessi aspettato così tanto ad andare finalmente da Michael. Non volevo confermare il tutto, non volevo litigare con lui, non volevo perderlo per nessun motivo al mondo. Michael era il mio migliore amico, era stato la mia ancora di salvezza per anni, l'unica persona disposta a sopportarmi. Il pensiero che avrei rovinato anni e anni di amicizia - che li avevo già rovinati, a dire il vero - mi distruggeva.

Raccolsi tutto il coraggio necessario che mi servisse per bussare; Michael aprì dopo qualche minuto, sorridendomi timido e lasciandomi entrare in casa. Sperai non si accorgesse che tremavo.

«Hey. Che ci fai qui? Non ti aspettavo», mi chiese Michael, facendomi voltare verso di lui. Avevo una paura matta.

«Ehm... sono venuto per parlarti di una cosa», borbottai, stringendomi nelle spalle, «Riguarda Ashton».

Michael annuì, irrigidendosi improvvisamente. Ormai ero paranoico di sicuro e vedevo cose dove non c'erano, ma giuravo di aver visto l'espressione facciale di Michael cambiare leggermente, passare da una leggera contentezza ad un dispiacere che mi colpì allo stomaco come una coltellata. Tutta questa situazione mi stava facendo sentire in colpa, nonostante non fosse colpa mia. Non avevo chiesto mica io a Michael di innamorarsi di me, era stato lui che - chissà per quale oscuro motivo sconosciuto al genere umano - aveva cominciato a provare qualcosa per me.

«Certo, dimmi tutto», disse Michael, dopo qualche istante di silenzio, «Vuoi qualcosa? Posso farti un té se vuoi».

«N-no, tranquillo. Sarò veloce, penso, tra poco devo andare a prendere mia madre in aeroporto», mentii, deglutendo nervoso.

Michael annuì, poi si appoggiò al muro di fronte a me. Mi fissò circospetto. «Okay. Dimmi cosa succede, su».

«Ho litigato con Ashton», dissi soltanto, restando in piedi al centro della cucina, «Stavamo parlando di Angel e lui ha cominciato a dare di matto-».

Michael alzò un sopracciglio. «Ma non avevi detto che a lui piaceva Angel?», borbottò, confuso, «Insomma, io ero rimasto a che gli piaceva. Ha mentito?».

Scossi la testa, lasciando che un sorrisetto sfiorasse le mie labbra per qualche secondo. «Oh, no, Angel gli piace forse un po' troppo», biascicai, facendo alzare gli occhi al cielo a Michael, «Non è per quello che abbiamo litigato, no. Ho scoperto che, uhm... Ashton è geloso di te. Già. Abbiati litigato per questo».

Dire quelle parole mi aveva fatto sentire decisamente troppo strano. La terra parve fermarsi per qualche istante, instanti in cui io e Michael ci fissammo in silenzio, io tremendamente in colpa, lui guardandosi attorno circospetto. Mi dava l'impressione di uno che era stato beccato a far qualcosa che non dovesse fare - e forse, nei suoi pensieri, essere innamorato di me era qualcosa che non poteva e doveva fare per nessun motivo al mondo, ma che tuttavia faceva lo stesso perché sentiva fosse la cosa giusta. Dopotutto non puoi imporre chi amare al tuo cuore, è un muscolo involontario per un motivo ben preciso, che agisce senza tener conto di ciò che vuoi tu, completamente fuori dalla giurisdizione di chiunque. E tu non puoi far altro che accettare, perché è il minimo che tu possa fare.

Angel || LashtonWhere stories live. Discover now