❀ XXI ❀

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Ashton

Tornai a casa nel tardo pomeriggio, sorridendo contento e soddisfatto a me stesso. Quella appena passata era stata la notte migliore della mia vita, ero dannatamente felice di aver finalmente fatto l'amore con Luke e di aver chiarito con lui, soprattutto. Oltretutto stando con lui mi ero sentito completo, felice come mai prima d'ora. Anche mentre sua madre mi faceva domande imbarazzanti, non riuscivo a non sentirmi felice. Finché avessi avuto Luke accanto, sarei stato il ragazzo più felice del pianeta terra. Lo amavo davvero, forse troppo; era qualcosa di totalmente incomprensibile persino a me stesso, di troppo grande per essere spiegato. A me, comunque, bastava sapere che lo amavo e che lui amava me – il che era davvero sorprendente: Luke avrebbe potuto avere chiunque e comunque aveva scelto me. Non riuscivo a capacitarmene.

«Ti pare questa l'ora di rientrare? È da ieri sera che mi sto preoccupando per te».

Impallidii non appena la figura di mia madre mi si stagliò davanti, piccola ma davvero minacciosa come al solito. Avevo dimenticato questo piccolo ma fondamentale particolare, nella mia bolla felice, e cioè il fatto che mia madre avrebbe potuto aspettare che tornassi a casa sveglia e preoccupata per me. Avrei dovuto avvisarla, inventarmi che dormivo da Calum (no, era ancora troppo presto per dirle di Luke e della mia attrazione nei confronti dei ragazzi, nonostante morissi dalla voglia di parlargliene. Era strano, per me, tenere segreti a mia madre, ma questo qui era troppo grande ed importante e non potevo prevedere come avrebbe reagito).

«Sono rimasto a dormire da Calum, mamma. Scusami se non ti ho avvertito, mi sono... dimenticato», mi inventai, leccandomi il labbro inferiore. Sentivo ancora il sapore dolce di Luke e quello dei pancakes che la signora Hemmings – Liz, aveva insistito perché le dessi del tu – mi aveva costretto a mangiare. Era una donna simpatica, Liz Hemmings. Molto inopportuna e pervertita, ma simpatica.

Mia madre alzò un sopracciglio. «Da Calum? Strano. Io ho chiamato Joy e lei mi ha detto che da lei non c'eri, visto che non c'era neanche suo figlio!», sbottò, facendomi arrossire veemente, «Dimmi la verità, dove sei stato?».

Deglutii. Le avrei dovuto dire la verità per forza, o avrei dovuto nascondermi dietro un'altra bugia per il mio bene? In ogni caso, ero spacciato. Lei non mi avrebbe creduto se le avessi mentito ancora e se le avessi detto la verità avrebbe potuto avere una reazione totalmente imprevedibile. Dovevo correre il rischio, però, altrimenti non gliel'avrei più detto. «Mamma, io-».

Mia madre mi interruppe, sorridendo radiosa. «Tu hai una ragazza! Finalmente, avevo paura che questo giorno non sarebbe mai arrivato».

Sgranai gli occhi. Dio, lo sapevo! Calum aveva ragione, le avrei dovuto dire del mio orientamento sessuale alla prima occasione. Almeno adesso non mi sarei ritrovato in questa situazione, a dover mentire a mia madre per non far morire il dolce sorriso che aveva stampato in volto. «Eh già, mi hai scoperto», dissi, grattandomi la nuca in imbarazzo. Mi sentivo davvero stupido, ma mi mancava il coraggio di dirle la verità.

«Oh, sono così felice per te! Fatti abbracciare», esclamò, stringendomi fra le sue braccia, «Adesso però me la devi presentare. Il prima possibile, voglio vedere chi è la fortunata».

Eh, fortunato ero io, a dire la verità. «Mamma... stiamo insieme da appena un mese, non ti sembra troppo presto per presentartela?», chiesi, cercando di uscirmene il prima possibile da quella situazione. Immaginavo già la sua faccia disgustata mentre le presentavo Luke, un ragazzo, invece della fantomatica ragazza che lei immaginava.

«Certo, non è presto per passare la notte da lei ma è troppo presto per presentarmela? Eh no, ragazzo mio! Voglio conoscerla. Chiamala e chiedile di venire a pranzo qui, domenica prossima».

Angel || LashtonWhere stories live. Discover now