In difesa di un amico

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Erano le otto e dieci di Giovedì sera, Hermione era seduta appoggiata al muro aspettando Lupin davanti al suo ufficio. Finalmente scorse il mannaro lungo il corridoio, lui si scusò per il ritardo e la fece entrare. 
“Scusa ancora, non volevo arrivare in ritardo” disse sedendosi alla scrivania “Fortunatamente questa sera abbiamo poco lavoro”.
“Non ti preoccupare, Teddy viene prima di tutto” rispose Hermione, sedendosi a sua volta. 
“In realtà ho fatto tardi perché stavo litigando con Dromeda” confessò Remus, con aria stanca. 
“Come mai?”
“Ieri sera ho fatto tardi, mi sono attardato per finire di correggere dei compiti e non ho fatto a tempo ad arrivare a casa sua per mettere a letto Teddy e non le è piaciuto. Quindi questa sera mi ha rifilato la ramanzina del padre irresponsabile e mi ha minacciato di togliermi Teddy”.
“Che cosa?” esclamò Hermione, scioccata.
“Non ti preoccupare” rispose Remus “Lo dice sempre quando è arrabbiata, domani mi dirà che le dispiace e che capisce le necessità del mio lavoro e sa che sto facendo di tutto per stare con il piccolo Edward. Di solito quando me lo dice faccio finta di niente, ma in questo periodo tendo ad essere piuttosto polemico, quindi invece di lasciar correre mi sono fermato a litigare”.
“Non è da te”.
“In verità temo che lo sia, una parte di me almeno. Ci sono dei mesi dove i giorni prima della Luna Piena sto benissimo, mentre la Luna in sé è dura, come ad esempio il mese scorso. Mentre ci sono altri mesi devo la Luna Piena passa tranquilla, ma i giorni prima sono… come dire… irrequieto. Sai, la pozione antilupo agisce solo fino a un certo punto” spiegò Lupin. 
“Vedrò di non contraddirti allora” disse Hermione, lanciandogli un sorriso. 
“Tu sei fuori pericolo” rispose Remus e lanciò uno sguardo all’orologio “A proposito della pozione, avrei dovuto passare da Severus per prenderla ma non ho fatto in tempo, quindi a meno che non voglia andarci tu, passerò dopo”.
“No, grazie” rispose Hermione, con una smorfia “In ogni caso avresti potuto dirmi che ieri sera avevi tanto lavoro da sbrigare, avrei potuto iniziare già da ieri”.
“Non volevo disturbarti”.
“Credimi sarebbe stato molto meglio lavorare per te che subire un’altra punizione con Piton” disse Hermione, ricordando bene la sensazione di inadeguatezza che aveva vissuto la sera prima. 
“Punizione? Ancora? Immagino ti avrà fatto pulire un centinaio di calderoni senza magia” commentò Remus, togliendo dal cassetto della scrivania una pila di pergamene. 
“No, ho dovuto comprargli degli ingredienti in un lercio negozio di Nocturn Alley” confessò Hermione. 
“Che cosa?!?” strillò Lupin “È inaccettabile! Non può mettere in pericolo un allieva in questo modo, sono sicuro che Minerva non ha di certo dato il suo consenso! Non può comportarsi in questo modo, né parlerò con Severus stanne certa!”
“Lascia stare” disse Hermione, sconsolata “Non sono mai stata in pericolo, lui è comunque venuto con me fino al negozio. Non parlargli, non voglio che si arrabbi e prenda altre scuse per punirmi di nuovo, credo che ci provi troppo gusto nel farlo”.
“D’accordo, non glielo dirò, ma se succederà di nuovo voglio che tu mi prometta che verrai a dirmelo” rispose Lupin, tentando di calmare il suo respiro. 
Hermione glielo promise e iniziarono a lavorare. Come aveva detto Remus il lavoro da fare non era molto, corressero i compiti dei Corvonero del primo anno e finirono di preparare la lezione sui Kappa per gli allievi del terzo anno, alle 21.15 Hermione era già sulla soglia dell’ufficio pronta per tornare nella Sala Comune. 
“Bene, allora ti aspetto domani, vogliamo fare alle 19.30 o è troppo presto?” disse Remus, accompagnandola in corridoio. 
“No, va bene” rispose Hermione, con un  sorriso “Ehi Remus! Hai gli occhi brillanti”.
“Oh bè grazie” disse Remus, un po’ imbarazzato. 
“Non intendevo quello, hai gli occhi lucidi” si corresse Hermione e gli mise una mano sulla fronte “Scotti, hai la febbre”.
“Sono solo stanco” le assicurò Remus. 
“Hai la febbre, voglio che adesso ti infili subito a letto, hai bisogno di tutte le forze per la Luna Piena” rispose decisa Hermione. 
“Sì, signora” scherzò Lupin, sorridendole. 
Hermione si sporse verso di lui e lo abbracciò, Remus sorrise, commosso dalle preoccupazioni della ragazza e le accarezzò la guancia. 
“Ma guarda un po’” disse una voce viscida alle loro spalle  “Forse Weasley non aveva tutti i torti”.
Remus fulminò Piton con lo sguardo “Ti ho portato la dannata pozione, visto che non potevo aspettare tutta la sera che passassi a prendertela, ma di certo non pensavo di interrompere un momento così idilliaco. È decisamente preoccupante il tuo atteggiamento così amichevole verso le studentesse, Lupin. Sono sicuro che la preside sarebbe alquanto turbata nel sapere che il suo professore di Difesa Contro le Arti Oscure fraternizza con le giovani di questa scuola in modo così sospetto”.
“Non forse così turbata come nel sentire che il suo professore di Pozioni ha messo deliberatamente in pericolo un’allieva della sua scuola portandola a far spese a Nocturn Alley in piena notte” rispose Remus, arrabbiato. 
I due professori rimasero a fissarsi a pochi centimetri l’uno dall’altro. 
“Ok, basta così” disse Hermione, intromettendosi prima che uno dei due potesse aggiungere qualcos’altro “Professor Lupin, le consiglio di prendere la pozione e andare a dormire visto che ha la febbre”.
“Sì scusa” mormorò Lupin, come se si fosse appena risvegliato da un sogno “Buona notte” prese la pozione dalle mani di Piton e ritornò nel suo ufficio. 
Hermione guardò storto l’insegnante di pozioni “Stuzzicare un Lupo Mannaro prima della Luna Piena, davvero geniale, professore”.
Piton gli lanciò uno sguardo di fuoco, girò sui tacchi e si allontanò. 
“Aspetti professore” gridò Hermione, correndogli dietro. 
“Che diavolo vuoi, Granger?” disse Piton, voltandosi “Non ho di certo intenzione di stare qui a sentire la paternale da una ragazzina di diciassette anni”.
“Diciannove, veramente. In realtà ero curiosa di avere più informazioni sulle ricerche che sta conducendo per le nuove pozioni. Sto cercando di ampliare il mio curriculum per la ricerca di lavoro alla fine di quest’anno e l’assistentato per il professor Lupin, in aggiunta ad alcune ricerche in campo pozionistico potrebbero darmi…”
“Mpfh! Se credi davvero che metta al corrente delle mie ricerche una Miss So-Tutto-Io che non riesce a chiudere il becco, sei più stupida di quanto pensassi” la interruppe Piton e se né andò prima che Hermione potesse replicare.

Venerdì dopo le lezioni Hermione decise di passare in biblioteca prima della cena, per cercare informazioni sulla Pietra Lunare per il lunghissimo tema che il professor Piton aveva loro assegnato quello stesso giorno. Come previsto la biblioteca era vuota, come le aveva detto Ginny era l’unica pazza che il venerdì sera perdeva tempo per i compiti. Si stava dirigendo verso la sezione di pozioni quando passando accanto alla sezione dei romanzi Babbani intravide una famigliare sagoma nera. Hermione si fermò guardando il professor Piton che studiava i libri di Shakespeare. Piton non le aveva detto cosa pensava de Il Mercante di Venezia, ma vedendolo lì pensò che il libro doveva essergli piaciuto. Si avvicinò silenziosamente.
“Io le consiglierei questo” disse Hermione, prendendo Amleto dallo scaffale, con la coda dell’occhio vide Piton sobbalzare, non si era accorto che la ragazza fosse dietro di lui. 
“Granger, che ci fai qui?” 
“Sono venuta a cercare informazioni sulla Pietra Lunare, professore” rispose diligente Hermione, porgendogli il libro che aveva appena preso. 
“Perché credi che voglia prendere questo libro?” domandò Piton, fissando la copia di Amleto. 
“Perché se è in questa sezione significa che il mio libro le è piaciuto e sta cercando un altro racconto di Shakespeare” rispose Hermione, argutamente. 
Piton prese il libro dalle sue mani, fissandola sorpreso “Credi che se sarai gentile con me ti mostrerò le mie ricerche, Granger?”
“No, a differenza di quanto lei crede, non sono così sciocca”. 
“Questo è tutto da vedere” disse Piton, prendendo un altro libro e soppesandolo con quello che gli aveva dato Hermione. 
“Allora le è piaciuto? Il Mercante di Venezia?”
Piton fece un cenno appena percettibile. 
“È fantastico vero?”
“Sì, Granger! E ora smettila di stressarmi” ringhiò Piton, riponendo sullo scaffale il libro che aveva appena preso. Hermione scrollò le spalle e si diresse al reparto di pozioni, prese qualche libro promettente e si sedette ad un tavolo sperando di trovare qualcosa di interessante inerente la Pietra Lunare. 
Dopo qualche minuto Hermione sobbalzò spaventata dal tonfo di un libro che cadeva sul pavimento, alzò lo sguardo e vide Piton raccogliere un libro sulle pozioni curative. 
“E così sta studiando nuove pozioni curative?” buttò lì la ragazza. 
Piton alzò lo sguardo su di lei “Anche se fosse, non lo saprai mai”.
“Lo immaginavo” rispose Hermione, alzando le spalle. 
“Non pensavo ti interessassero le pozioni, Granger” disse Piton. 
“È questo il mio problema, professore” rispose Hermione “Mi interessa tutto”.
“Nella vita non si può avere tutto, Granger”.
“Temo di no, vero?” disse la ragazza e sfogliò una pagina continuando a leggere. 
“Che c’è veramente tra te e Lupin?”
Hermione alzò lo sguardo completamente spiazzata da quella domanda, il professore la guardava con sguardo indecifrabile a poca distanza da lei, non l’aveva nemmeno sentito avvicinarsi. “Una solida base di rispetto e amicizia”.
“Mpfh! Rispetto? Per Lupin?” disse Piton, quasi divertito. 
“Senta lo so che per qualche stupido screzio giovanile lei detesta il professor Lupin”.
“Non ti permetto di parlarmi con questo tono, Gran…”
“Non ho ancora finito” lo interruppe coraggiosamente Hermione “Il professor Lupin è un uomo straordinario e un mago eccezionalmente dotato,  lo noterebbe anche lei se non fosse reso cieco dall’odio che prova nei suoi confronti. In ogni caso, non posso dirle io chi detestare e chi no, non sono così stupida da provarci. Le potrei consigliare di non lasciarsi oscurare la vista dall’odio, perché sono sicura anche lei beneficerebbe dell’amicizia di un uomo come Remus Lupin, ma dubito che anche questo consiglio sortirebbe qualche effetto. Una cosa però posso dirgliela, vedo quello che sta cercando di fare e posso assicurarle che questa volta non funzionerà. Ha già fatto licenziare una volta il professor Lupin, non ci riuscirà una seconda”.
Piton era livido, sapeva che probabilmente avrebbe scontato un’altra punizione per le sue parole sfrontate, ma ad Hermione non importava, aveva difeso Remus ed era fiera di questo.
Ma prima che Piton riuscisse a dire una sola parola la sagoma di Madama Pince apparve da dietro uno scaffale “Signorina Granger, professor Piton! Mi meraviglio di voi! Questa è una biblioteca non un luogo di ristoro ed esige silenzio assoluto!” disse la bibliotecaria irritata. 
Piton lanciò uno sguardo di fuoco alla ragazza, getto Amleto sul tavolo dove lei stava studiando e se ne andò.

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